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martedì 8 ottobre 2013

Un'ottima annata? di Andrea Della Casa



Anche quest'anno è giunto il momento fatidico.
Si inizia a parlare e valutare di com'è o come sarà la vendemmia.
Si parla già di grandi quantità e qualità. Una grande annata dicono alcuni.
Ok, ma dove mi chiedo io.
Siamo tutti Russell Crowe?
Qualche tempo fa un viticoltore di Castelvetro mi confermava buone prospettive di raccolta visti i non eccessivi attacchi di oidio e peronospora. Pochi giorni dopo parlando con alcuni agricoltori a Castelfranco Emilia, alla mia frase "...si parla di grande annata..." sono scoppiati a ridere chiedendomi "per chi??". Già, nella bassa modenese le tante piogge primaverili hanno seminato peronospora in quantità esorbitante. E anche "il mal bianco" non è stato affatto clemente. Qualcuno, con lingua tagliente, mi dice che questa fantomatica ottima annata gioverà forse alle grandi cantine che potranno commercializzare facilmente il vino rimasto ancora nei tini dalla scorsa vendemmia.
Qualche tempo fa a 10 km da casa mia si è abbattuto una violenta grandinata, mentre io ho visto solo qualche goccia di pioggia. Situazioni molto diverse a distanze davvero limitate.
E' giusto allora parlare di qualità  di vendemmia così in generale?
Le notizie che, ogni anno, vengono divulgate in questo modo mi sembrano un tantino futili e approssimative. Come si fa a dire che l'annata tal dei tali è stata una grande annata in Toscana o in Piemonte? Quanto sono grandi queste regioni?
E, restringendo il campo, penso pure che non si possa nemmeno affermare con assoluta certezza che l'annata tal dei tali sarà ottima per il Barolo. Quanti microclimi differenti ci sono in Langa?
Pensate solo a Montalcino che è praticamente in cima ad una piramide. Un'annata particolarmente calda forse gioverà a quei vigneti esposti a nord-est ma potrebbe gravare parecchio sui filari del versante sud-ovest.
Ogni zona ha una sua storia diversa. Globalizzare così è un errore tanto grave quanto grossolano.

9 commenti:

  1. Sono molto d'accordo Andrea e il passaggio di decostruzione che suggerisci dovrebbe farlo chiunque legga anche solo distrattamente notizie sull'andamento dell'annata vitivinicola. Eppur è umano anche generalizzare, ma va fatto con un minimo di senno. Ci sono talvolta elementi dell'annata che possono caratterizzarla, statisticamente. Purtroppo la statistica è bastarda perché magari ti dice che la probabilità di avere il raccolto rovinato dalla grandine è bassa, ma quando ti succede per te è il 100%.
    Lasciando alla politica e al cattivo giornalismo gli entusiasmi da annata del secolo, quello che ho percepito parlando qui e là in piemonte e vedendo la mia uva in zona Lessona, è che la maturazione delle uve quest'anno è abbastanza indietro e che probabilmente pagherà, per chi ha uve da raccoglier tardi, come il nebbiolo, appunto fare una vendemmia tardi. Come erano abituati nell'Astigiano 60 anni fa. Posso constatare che le mie uve quest'anno sono eccezionalmente sane, anche se domenica le ho trovate molto smangiucchiate dai calabroni. Sicuramente questa 2013 è completamente diversa dalle ultime due. Ma sarebbe interessante che qualche produttore e magari qualche enologo ci dicesse come sta andando dalle sue parti. Ricordo che Filippo Ronco gli anni scorsi promuoveva su Vinix una pagina per portare testimonianza degli andamenti delle varie vendemmie; non so se l'abbia fatto anche quest'anno. Comunque la 2010 pare grande annata un po' ovunque e la 2003 fottutamente calda ;-)

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    1. E' vero Nic ci sono parametri che, bene o male, possono esseri similari in tutta Italia (vedi appunto le annate che citi 2003 e 2010).
      Il problema è che si tende, sempre, a generalizzare troppo. Questo perché è ovviamente impossibile fare un resoconto esatto di tutti i viticoltori e di tutti i vigneti.
      A volte però mi chiedo se ha senso e che valore possono avere certe notizie così approssimative.

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  2. Penso sia solo una trovata commerciale per vendere di più.
    Sul collio mi parlavano di annata migliore rispetto alle ultime, che certo non vuol dire ottima annata per forza, sui colli piacentini erano felici per gli ultimi giorni estivi con sbalzi di temperatura tra giorno e notte notevoli, mentre nel vicentino e basso modenese si lamentavano per la troppa pioggia primaverile.
    Non ho mai creduto nelle grandi annate in generale, magari per il tal vino della tal cantina il tal anno è stato eccezzionale, ma non per questo tutti i vini di quell'anno o solo della stessa zona devono per forza essere strepitosi.
    La generalizzazione soprattutto in questo campo credo sia impraticabile 9 volte su 10.

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  3. Più che condivisibile Andrea.
    Quest'anno la mia prima esperienza a vendemmiare mi ha permesso di verificare differenze non da poco tra due vigneti con praticamente stessa altitudine ed esposizione. In linea d'aria la distanza tra loro è inferiore ai cinquecento metri.

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  4. Grazie Mauro e Marcello per il vostro contributo.
    Sembra una banalità quello che ho scritto, eppure spesso non ci soffermiamo a pensare a queste cose semplici e ci lasciamo travolgere dal mare di notizie che vengono diffuse nel mondo del vino senza ragionarci su.

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  5. Pensare al territorio come omogeneo è un errore grave inculcatoci dalla geografia che riduce tutto a cartografia bidimensionale, astratta e avulsa dal mondo.
    Dobbiamo farci mondo, diventare terra, vento e pioggia per capire.

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  6. Assolutamente d'accordo Andrea. Più che altro è una bella trovata per far vendere di più.
    Anche per queste motivazioni, sono sempre più convinto che conoscere il vignaiolo, parlarci, andarlo a trovare in cantina, confrontarsi, sia ormai fondamentale per cercare di capire cosa ci si ritroverà poi nel bicchiere.

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