Il 2014
volge al termine.
Come
l’anno scorso tireremo qualche somma, enoica.
Ci siamo
dati un massimo di cinque vini/birre e di 140 caratteri (anche se non tutti si
sono adeguati e ho deciso di soprassedere, siamo eno-anarchici!) per dirne
qualcosa.
Ringrazio
il nuovo avventore-scrittore che si è aggiunto quest’anno: Cristian Quarantelli
che ha elevato il livello incrementando la biodiversità culturale del blog.
Con
dispiacere saluto Rossana Brancato che ha definitivamente abbandonato il nostro
bar di periferia per accomodarsi ai piani alti del web
Ringrazio
Vittorio, Niccolò, Riccardo, Daniele, Andrea, Diego, Eugenio e Mauro che sono
ormai consolidati baristi, scafati e induriti dalla militanza, sono stati compagni
di viaggio fondamentali per la mia crescita e per il blog.
Il
ringraziamento più grande va ai nostri lettori, siete un po’ timidi,
intervenite poco, però ogni tanto di persona vi palesate e anche se appariamo
un po’ freddi, sappiate che conoscervi e stringervi la mano è per noi motivo di
orgoglio e da senso al nostro “lavoro” di ricerca, grazie grazie.
Kempè!
Nikoladse Winery, Tsitska
2011, Georgia
E assaggio un vino di una eleganza incredibile
La macerazione, la permanenza sulle bucce dov’è?
Bevuto tutto, senza scoprire dove fosse!
Podere Pradarolo, Vej 2005, Bianco antico
aranciato/rame
tannico da spavento
scorbutico e rustico
berne mi da la sensazione di
“nudità”, il vino si concede senza schermi, senza manipolazioni, senza filtri
Roland Pignard, Régnié 2010
Mai dire Gamay!
Cangiante e mutevole con beva
micidiale.
Quinta da Muradella, Alanda blanco 2013, D.O. Monterrei (Galizia)
In Spagna si dice che se incontri
un Galiziano per le scale, non sai mai se sta salendo o scendendo, questo vino
sale, sale, sale
Daniele Ricci, Giallo di Costa 2009
Un vino nato dall’amicizia che c’è
fra Daniele e Guido Zampaglione, l’emulazione ha generato un piccolo
capolavoro!
Luigi
Feudo d'Ugni, Rosso 2007
Come da una lampada d'Aladino il genio viene
fuori
Feudo d'Ugni, Bianco 2013
Un anno sulle bucce, per sempre
nel mio cuore
Trinchero, Rosso Palmè 2011
Il brachetto sorprendente di
Ezio
Cascina Fornace, Viscà
Nebbiolo noS02 dalla beva
incredibile
Frank Cornelissen, Munjebel Bianco 2013
Tanto raro quanto buono
Tenute Dettori, Moscadeddu 2011
Per comprendere la bontà
infinita del moscato
Quinta da Serradinha, Vinho Tinto 1989
E poi morire di gioia
Vittorio
Proprietà Sperino, Uvaggio 2010
Una
delle più eleganti freschezze di sempre. Sensualità.
Jean Foillard, Morgon Côte du Py 2011
Come
dissetarsi fra le muffe di antiche cantine. Fascino.
Case Corini, Barla
1997
Bevendolo
si sentono suonare gli angeli. Serenità.
Crocizia, Sol e steli
2013
Lì
il sauvignon dà sempre qualcosa di speciale. Gioia.
Gérard Schueller, Pinot
gris 2011
Per
potersi ancora stupire. Meraviglia.
(e se vogliamo immergerci nel profondo infinito,
il Monfortino 2004, eternità)
Niccolò
Piccolo Birrificio Bodega 2004 il birrificio non
esiste più e la birra non è in commercio. Il white album di Lorenzo Bottoni.
Crooked stave- Hop Savant. Luppolo e lieviti selvaggi
guerreggiano tra lieve acidità e ampi spazi fruttati. Esotica.
Birrone- Fuckìn rigorosamente spillata a pompa, morbida,
accogliente nei suoi aromi di caffè e cioccolata. Ideale per la colazione.
Retorto- Malalingua: 12 gradi alcolici,un vino d'orzo suadente e
traditore, ricco di frutta secca e leggere ossidazioni. Prima del bacio della
buonanotte
De Dolle Stille Nacht 2014 a
natale, metti canditi, frutta rossa e tropicale, lieve acidità e big babol in
una birra. Se sei il dio delle fermentazioni otterrai questa birra.
Diego
Brise Cailloux 2011, Domain du Coulet:
la macerazione
“raspante” gli dà decisamente una marcia in più.
Saint Joseph 2011, Hervé Souhaut:
ecco i Syrah che mi piacciono, di grande
dinamicità e beva.
Merlot “Vigna Ghilotto” 2010, Casa Elvira:
avete presente
i classici merlot morbidoni e ruffiani? Bene,
questo non
c’entra nulla……
Maranges 1er Cru 2012, Domaine des Rouges
Queues
finezza ed
eleganza tramutate in vino.
Pignoletto frizzante 2010, Gradizzolo
disinvolto e
brillante, un pignoletto davvero azzeccato!
Andrea (Primobicchiere)
Zenner, Terra delle Sirene 2008
Un vietnamita
a Pachino* riscrive(va?) la storia del Nero d’Avola.
*NonèUnCinepanettone
Marco Tinessa, Ognostro 2010
Un Aglianico
sorprendente fresco e dal tannino già setoso, color ognostro (inchiostro).
King Ink
La Biancara, Canà 2004
Cabernet e
Merlot.
“Fidati, i
vini senza solforosa aggiunta non durano…e oltre Gibilterra c’è il vuoto.”
God save AngiolinoMaule
Chateau Grillet, Vin Blanc 1993
Una
Appelation, un proprietario, un grande
vino.
Viognier da
lacrima.
Highlander
Trinchero, Grigno 2012
“Non ci credo
è un Grignolino ?!?”
A bottiglia
coperta si spaziava dall’Elba al Rodano.
L’eleganza del Grigno
Mauro
Campaglione bianco 2013, Vigne Di San Lorenzo
Trebbiano, macerato.
Romagna terra di bianchi? Filippo Manetti “in Princic” lo sa, io
lo so.
Sapevatelo anche voi.
Saint Joseph Pitrou 2010, Dard & Ribò
La migliore
uva del mondonelle mani dei migliori viticoltori del mondo. Il loro French
Touch è una
droga potente.
Lisergica. Da assumere senza moderazione.
Roncaie Sui Lieviti 2013, Giovanni Menti
La new wave
dei frizzi italiani passa da Gambellara. Poderosa uva Garganega turbizzata
dalla
rifermentazione.
Di 17.100 bottiglie ne acquisterei 17.099. E’ Natale, una
ve la lascio.
Contadino 10 2012, Frank Cornelissen
Attenzione, popolazione!
E’uscito pazzo ‘o recensore! E’ che all’uscita era buono ma non super
(resoconto).
Poi in primavera ha svoltato. Di brutto. Il Maradona del vino.
Accattatevillo...
Olivares Dulce Monastrell 1996, Bodega
Olivares,
Fortificato spagnolo,
niente legno. 1996 il top. Pure le altre annate niente male.
All’epoca il
LM che è in me dava: consistenza 33 , equilibrio 33 ,integrità
33 =99/100.
Ora l’integrità sta sui 30. E son sempre 96/100.
Eugenio
Jean
Pierre Robinot/Vignes des Anges, L'As des années folles 2012
Un vino cangiante.
Pojer & Sandri , Besler
Biank 2004
Un vino eterno.
Fratelli Collavo , Prosecco
Colfòndo 2012
Un vino da beva compulsiva.
Domaine Plageoles, Mauzac
Nature 2012
Un vino in continua evoluzione.
Tenute Dettori, Ottomarzo 2007
Un vino che mi porta alla mente
solo bei ricordi.
Cristian
Alfiere Rosè, Metodo Classico Dosaggio zero, Croci
Nel 2014, ne
ho abusato senza remora. Barbera, bonarda e malvasia n. sui lieviti
per 18 mesi,
possono esprimere finezza e un carattere ferreo.
L'ho sentito
ed ho sbarellato. Profumi, gusto, tutto mi ha trasportato oltralpe. Il
sapere che
nasce dai "miei" colli bolognesi, è stato solo il valore aggiunto.
http://gliamicidelbar.blogspot.it/2014/09/cartoline-da-cortona-dodo-1010-
taverna.html
Adoro il
sangiovese, mi esaltano le macerazioni con i raspi... Dai, a chi non piace
godere!
Chianti Cl."Le Trame" 2010, Podere
Le Boncie
Immenso. Oggi
come tra vent'anni, tra i miei Chianti Cl della vita.
Bourgogne Pinot Noir 2010, Philippe Pacalet
Forse atipico
ma vincente per dinamicità beva e croccantezza.
P.s. Anche qui
si vinifica con i raspi. Per dire!
Riccardo
Domaine des Griottes , Sauvageonne 2009,
Vin de France
Finalmente un Sauvignon Blanc
originale e originario, di quelli che non sanno di “Sauvignon”. Una
spremuta di frutta selvatica.
Un’archeovino.
Carole-Corine-Olivier Andrieu , Clos Fantine 2001, Faugères AOC,
In stato di grazia, spremuta di
mediterraneo, caldo, sole, macchia e frutto. Eleganza ed armonia
indimenticabile.
Domaine de Montrieux, Le Verre des Poètes 2009, Vin de France
Da vecchie e rare viti di
Pineau D’Aunis. Croccante e pepato, sottile ma lunghissimo. Pecca un po’
di finezza, ma ha l’allungo dei
grandi.
Domaine Gramenon, La Memè 2011, Cote du Rhone AOC
Bottiglia aperta al volo e
bevuta ancora prima di rendersi conto della grandezza di questo vino.
Altro prodigio di antichi vigneti
di Grenache. Una medicina.
Fabbrica di San Martino, Arcipressi Rosso 2013, Colline Lucchesi
DOC
La riprova che, spesso,
l’apertura condiziona la qualità della bevuta. Chiusissimo, selvatico e
stallatico subito, dopo due
giorni si apre in un tripudio di fiori, frutta, spezie e beva.
San Cristoforo, Franciacorta DOCG, Pas Dosé 2007
Per festeggiare non poteva
mancare lo spumante. Questa è l’unica bottiglia di Metodo Classico
che mi ha strabiliato
quest’anno, anche perché ho trovato molte soddisfazioni nelle rifermentazioni
ancestrali.
Monte Dall’Ora, Sant’Ulderico 2004, Recioto della Valpollicella
C’è chi non ama i vini dolci,
perchè non ha mai sentito questo. Denso e concentrato da fare il filo,
dolce ma ancora freschissimo,
dal ritorno interminabile. Una chicca.
Daniele