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martedì 30 aprile 2013

Neuroni sparsi (IV) di Niccolò Desenzani



Barbera da Sul 2011, Laiolo Reginin
Nel cammino verso #barbera3 e #ddb non potevo non andare a cercare i vini di Laiolo. In realtà ho scoperto che li avevo quasi sotto casa, grazie a Fabio Scarpitti che distribuisce gran parte dei vini premiati da Massobrio, Gatti e lui medesimo. Questa Barbera proviene da viti vecchissime, ma è vinificata in grande understatement, pulizia e integralità. Il risultato nel bicchiere si svela poco a poco, ma dal secondo giorno il velo è sempre più sottile e arriva una profondità davvero bella. Alètheia in greco antico, la verità, vuol dire etimologicamente “senza veli”. Ho detto tutto.

Trebbiano d’Abruzzo Vigna di Capestrano 2010, Valle Reale
Scoperto due anni orsono, questa piccola produzione di Valle Reale fermo sur lie è una vera chicca. Delicato e fresco, ma con un bel contrappunto sostanzioso dato dai lieviti in bottiglia si colloca fra i Trebbiano che si vorrebbe aver sempre a portata di mano.

Trebbiano d’Abruzzo 2010, Emidio Pepe
Un'altra tessera che va a comporre il puzzle di Trebbiano per il quale sono davvero strippato. Vino golosissimo, che ricorda un po’ il Valentini, ma con lo stile un po’ più approssimativo dei Pepe. Però per me è sempre vino da beva compulsiva. Complice l’annata 2010, ho ritrovato la goduria del 2007.

Cerasuolo Montepulciano d’Abruzzo 2010, Emidio Pepe
Amo sempre più i rosati, perché spesso riescono a essere di beva universale. Leggeri, ma capaci di esprimere un ampio spettro aromatico e come in questo caso dotati di grande mordente. Per certi versi ho trovato in questo Cerasuolo una beva quasi perfetta. Disimpegnata e dissetante, ma anche più complessa e da meditare. Davvero un bel vino, punto.

Rosso 2011, La Maliosa  
Vino ricevuto in regalo in occasione di una cena con la produttrice, è un rosso mediterraneo di grande impatto (siamo in Maremma grossetana, per intenderci). Ma anche grande beva nonostante una gradazione alcolica importante. Da viti vetuste di ciliegiolo , aleatico e vitigni autoctoni è un vino che mi ha colpito moltissimo. Nonostante sia una delle prime annate di produzione è già buonissimo e direi che come ingredienti il suo potenziale è pressoché illimitato. La produttrice sta battendo la zona per recuperare vecchie vigne e secondo me non sbaglia. Dal sorso si desume vocazione.

Gavi Pisé 2010 e Gavi Riserva 2010, La Raia
Anche in questo caso ho ricevuto i vini in dono dal produttore. L'azienda è certificata biodinamica. Nonostante la scelta stilistica sia verso vini bianchi “convenzionali”, cristallini, limpidi e rigorosamente fermi, con vinificazione molto controllata, qui gioca bene la materia, che stenta a stare fra le "righe" della vinificazione e dota il sorso di grande freschezza e profondità. Piuttosto simili i due vini, il Pisé forse ancor più incontenibile regala una carbonica finissima e piacevolissima. Quindi il suggerimento è: rompete le righe!

Ortrugo 2009, Croci
Ho già parlato e scritto di questo splendido vino in più luoghi. Eppur ogni volta che lo ribevo riesce sempre a stupirmi. Ho l'impressione che la materia contenuta in queste bottiglie senta le stagioni. Da quando lo bevvi due anni or sono per la prima volta, ho avuto l'impressione che d'estate si asciugasse d'inverno forse ancor più, e che invece in primavera tornasse a rimpolparsi. Equilibrato fra macerazione, ossidazioni birrose, carbonica dosata perfettamente, dissetanza e sostanziosità, è vino che si pone come riferimento per tanti dei miei pensieri sulla beva. Mi è rimasta una sola bottiglia, che presto sparirà dal mondo fisico. Ma solo da quello.

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13 commenti:

  1. Assieme al Pepe di Emidio ci sta davvero bene il sale dell'otrugo 2009 di Croci. Io non ho resistito a quel millesimo e ne ho bruciate una dozzina di bottiglie nel volgere della stessa stagione. Salvo poi pentirmi per il fatto che di quell'annata non ne ho più trovate, e che le annate successive (Lubigo) non siano riuscite ancora a raggiungere quel vertice. P.S. Ieri ho incontrato due amici del bar (Luigi e Vittorio) ma tu dov'eri, sempre dietro il bancone? :-)

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    1. Sono un rinomato pacco!
      Diceva poco fa in twitter Massimiliano Croci, che lui stesso ha terminato le riserve del 2009. A me ne resta una.
      Sono pochi i vini di cui riesco a diventare consumatore seriale. Questo Ortrugo insieme al Trebbiano Veruzza di Guccione entrano nella classe dei vini che danno un pezzo di "paradiso alla classe operaia" (cit. dall'amico hazel di armadillobar.blogspot.it)

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    2. Grazie della citazione ma ormai e' tua:) I tuoi neuroni sparsi sono sempre piu' un'ode ai piccoli grandi vini,quelli che amerebbe Mario Soldati.
      Anch'io amo sempre piu' i rosati,solo che la gente non mi viene dietro e finisco per bermeli da solo! l'ultimo bevuto e' un buonissimo rosato di Collecapretta 2011,finalmente con una gradazione da rosato glou glou.

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    3. Bevitori di rosati vi consiglio il rosato di Porta di Vertine un rosso pallido di gran glu glu.

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    4. Se tutti i rosati fossero così... che buono il Porta di Vertine

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    5. Ebbi a dire chiacchierando con Jacopo Cossater, che il rosato di Collecapretta è, insieme a bianchi e al rosso base, il loro vino che preferisco! Citando Soldati mi fai un complimento ENORME. Grazie.

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  2. Ciao Nic Marsèl,
    mi ha fatto molto piacere incontrarti ieri è sempre bello dare forma a delle esistenze di bit.

    @Niccolò la foto, la prima decente che pubblichi, l'hai fatta fare da un professionista? Era ora!

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    1. sì ho messo l'iphone in mano alla mia figlia unenne e ha fatto tutto da sola! (voleva anche berselo, ma gliel'ho impedito)

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    2. Beh la prossima foto di tua figlia unenne la esporra al Guggenheim e tu avrai risolto i tuoi problemi economici ;)

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  3. Ciao Luigi, piacere mio :-) A dire il vero avrei voluto chiacchierare un po' di più ma temevo di rubare ulteriore tempo ai vostri assaggi. Alla prossima ;-)

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  4. E fatevi raccontare da Massimiliano Croci perchè il 2010 è Lubigo e non Ortrugo in etichetta: le più viete vicende italiche, come potete ben immaginare...
    Quanto al 2009 chi sa mai che scavando in cantina non mi salti fuori qualcosa.

    Il Rosso de La Maliosa è per circa il 50% Ciliegiolo, poi una buona dose di Alicante (non Aleatico) e saldi di Mammolo e Bonamico, vecchia roba di lì insomma ;-)

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    1. grazie Dan della precisazione, mi sa che ho bevuto troppo Antonuzi e Massavecchia nell'ultimo periodo ;-)

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  5. Sulla barbera di Reginin mi trovi d'accordo. Io ho fatto un rapido assaggio a Cerea e non ho riscontri sul "day after", ma aveva un bello slancio.
    Il Rosso Maliosa invece non l'ho ancora provato ma è presente in cantina :)

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