Ho
vagato solo e in compagnia a Villa Favorita (con Riccardo e Sara e Andrea e il Caf), splendido luogo, molto rilassante, anche se alcuni produttori naturali
lamentano la frammentazione e auspicano una riunione della “categoria” sotto lo
stesso tetto.
Io
me la sono scialata da turista, ho assaggiato, ho parlato, ho incontrato gente,
ho ascoltato musica.
Oggi
a giorni dall’evento mi tornano in mente con insistenza due vini e un modo di
interpretarli che mi piace, mi intriga.
Due
vini “integrali” non purificati.
Grillo
e Zibibbo Integer di Marco De Bartoli (i millesimi non li ricordo).
Mi
sono piaciuti molto nella loro sincerità e ricchezza.
Li
conoscevo già ma mi avevano detto che la famiglia De Bartoli aveva smesso di
produrli.
Invece
sono ancora in produzione, principalmente per il mercato estero perché in
Italia il “genere” non alletta palato dei miei conterranei.
Peccato
e peccato non averne acquistato qualche bottiglia.
Kampai
Luigi
Poscritto
Sono
vini che hanno raggiunto la stabilità in maniera naturale senza forzatura:
fermentazione in barrique usate con lieviti indigeni, no filtrazioni,
refrigerazione indiretta, affinamento sulle fecce fini di 12 mesi, so2 sotto
50mg/l e solo all’imbottigliamento.
Peccato davvero, neanche in Sicilia si trovano?
RispondiEliminaCondivido le tue sensazioni Luigi, in particolare per lo Zibibbo. Aveva un materico che fuso all'aromaticità invitava molto.
RispondiEliminaPrima d'ora di De Bartoli avevo assaggiato solo il "Sole e Vento", vino direi base ma gran bella bevuta anche quella.
Qui in Italia dopo la fuga dei cervelli riusciamo a stimolare anche la fuga del gusto. :(
Solo un chiarimento, il significato di integrale in questi vini deriva dall'assenza di chiarifiche, filtrazioni etc...?
Integrali perche hanno scelto una via naturale a partire dall'approcio agronomico sino alle pratiche di cantina, tutto senza forzature e scappatoie tecniche. No concimazioni e diserbi e no filtrazioni e chiarifiche e lieviti secchi etc...
EliminaIntegrale è parola a me molto cara. Riduzione degli interventi additivi e sottrativi. Nessun raffinamento. Breve via fra la terra e il bicchiere, fra il consorzio microbico fuori e quello dentro il nostro organismo. Insieme ad artigianale è parola che per me è ben più evocativa di naturale.
RispondiEliminalike molto :)
EliminaLa frammentazione delle associazioni sul vino naturale purtroppo mette in evidenza una scarsa volontà a fare sistema in un momento storico ed economico in cui forse sarebbe necessario. Io da consumatore consapevole e alla ricerca nel prodotto vino di genuinità, emozione e tradizione preferisco piccole associazioni di produttori e piccole manifestazioni a misura d'uomo che mi consentono di interagire con i singoli produttori e provare in tranquillità i loro vini acquisendo da loro, la storia che c'è dietro una bottiglia, ma penso che in termini di forza economica e di comunicazione di marketing l'unione fa la forza specie per avere una certa visibilità e possibilità di conquista di nuovi mercati, ove se ne abbia la voglia, se si produce più di 5.000 bottiglia e non si vuole tenerle in cantina.
RispondiEliminaPer quanto risuarda i vini di Marco de Bartoli, ricordo una visita in azienda nell'estate del 2008, quando era ancora in vita il compianto Marco, vini straordinari, i Marsala dal superiore al Vecchio Samperi non hanno rivali in Sicilia per rigore produttivo ed espressività, ma ricordo con nitidezza due bianchi aromatici: Grappoli di Grillo e Pietranera entrambi con tappo in vetro, molto originali e complessi: i Rossi non approfondii ma portai a casa Il Josephin Rouge, un Nero d'Avola liquoroso di una eleganza unica!!!
Grandi vini prevalentemente per il mercato estero, mi sembra distribuiti da Velier.
Era la prima volta che sentivo i vini di De Bartoli e ne sono rimasto davvero folgorato.
RispondiEliminaLuigi, bisogna trovare il modo di reperirli e, solo tu ci puoi riuscire.