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mercoledì 31 agosto 2011

vin_de_sable_vigneti_aggrappati_alle_dune_a_Scicli

Piccoli appezzamenti abbarbicati sulle dune sabbiose o nascosti dietro esse.
Piantati  a Nero d’Avola e Frappato.

Ad alberello egeo.
Franchi di piede.
Con cannicci che smorzano il vento e l’abrasione della sabbia.
Grappoli piccoli come miniaturizzati dalla siccità e dal calore.
Vinificati in casa con il pista e mutta.
Ne vengono fuori vini brunastri, acidissimi, brucianti e, sostengono i produttori, digestivi.
Eorici di sicuro.
Anche chi li beve.


Salvatore Marino giovane enologo Pachinese col cuore contadino vorrebbe un vigneto di mare.
Per il gusto ancestrale di allevare viti e vinificare uve europee prefillosseriche.
Bonne degustation

Luigi











martedì 30 agosto 2011

la moresca 09 igtsicilia Filippo rizzo nero d'avola frappato

La Moresca rosso 2009.
Igt Sicilia.


Nero d’Avola+Frappato+Grenache
Grenache (pochissima, per problemi di esuberanza giovanile del vigneto).
Sono felice che non ci sia bisogno di sua maestà Grenache.
Per fare un vino così intenso e caldo e terroso.
Soffi di scirocco sulla macchia.
Folate di erbe e gelsi neri e rose rosse.
Leggero vegetale e asperità arrotondate.



Morbido e vinoso e ancestrale.
Cupo e inchiostrato.
Il taglio “ragusano”.
Nero d’Avola e Frappato.
Potere agli autoctoni.
Il buon Filippo fa anche un olio a base Moresca (ca va sans dire) e Tonda Iblea di grande delicatezza.
Bonne degustation


Luigi

Ps
Forse continuerei a farlo così, senza Grenache.

lunedì 29 agosto 2011

eloro_pachino_calabresenerodavola_bufalefi_bonivini

Consiglio di ascoltare questa canzone mentre guardate le foto e leggete il testo.
Doc Eloro sottozona Pachino.

Se qualcuno nella contea di Modica ti offriva un Pachino.
Dovevi ritenerti lusingato.
Patria, parrebbe ormai accertato, del Calabrese (Nero d’Avola).
Reminescenze di Frappato e sua maestà il Moscato bianco (Moscato di Noto Passito doc).


Dolci colline con memorie del Monferrato e argille e marne bianco grigie con memorie Langarole e ulivi e cipressi con memorie Toscane.
Entrando nella doc da Ispica o Rosolini facendo rotta verso il mare capisci di essere in un territorio vocato.
Dolce e violento, rigoroso e ordinato, abbacinante di argille calcaree bianche.
L’altopiano Ibleo e le sue rocce esposte e la sua selvatichezza sono un ricordo fra queste colline.
Sedute di fronte a due mari, il canale di Sicilia e il mar Ionio.
Nel luogo più a sud della Sicilia (escluse le isole).
Antropizzato e agricolturalmente coevoluto.
Ulivi e vigneti ad alberello e seminativi e frutteti.
Palmenti in cima alle colline.
Filari di cipressi.
Palme per segnalare i pozzi d’acqua.
Non fosse in Sicilia/Italia sarebbe un eden.


Qui è dimenticato, reietto ed abbandonato senza aver mai assurto alle cronache.
Qualcuno si è inventato la doc Noto (barocca città di maggiore mediaticità).
E pensare che c'è una contrada Boni Vini!
Anche per i rossi in quasi completa sovrapposizione con l’Eloro.


Profumi e acidità e finezze sui versanti collinari.
Materia, polpa, maturazione nei fondi valle.
Incredibile come un territorio così caldo e senza escursioni termiche.


Con vitigni coevoluti e nobili riesca a dare freschezza e opulenza e bevibilità ai vini.
Devo ringraziare Mauro Mattei che mi ha spinto verso questi luoghi.
Do’ Zenner per la sua pazienza
e Salvatore Marino che con fatica presidiano il faro nella notte dell’Eloro.
Bonne degustation

Luigi







Salvatore Marino















Do' Zenner









venerdì 26 agosto 2011

frappato 2009 igt sicilia vittoria ragusa

Frappato 2009.
Igt Sicilia.
In un territorio lastricato di serre rilucenti.
A due passi dal mare.
Alle spalle l’altopiano Ibleo.
Pochi palmi di terra torrefatta su uno zoccolo di pietra calcarea color crema.



Con una cultivar antica e rara e tipica della contea di Modica con puntate sino a Pachino (SR).
Con una cultivar adattata all’arido sub sahariano e al calcare africano.
Con una cultivar delicatamente aromatica  e poco intensa di colore.
Con profumi dolci di fichi maturi e vegetali del loro latte e di plumbaco e geranio.
Che virano dopo un paio d’anni (come il mio campione) verso una vinosità matura, calda, carnosa, ematica, ferrosa, godibilissima.
Bocca altalenate fra dolcezze e asperità.
Servito fresco se non freddino.
Il primo anno accompagna alla grande Tonno rosso al sangue o Pesce Spada.



Il secondo anno sbocconcellerei un Cosacavaddu giovane o un tumazzo misto pecora vacca.



Il secondo anno, forse per effetto di dispersione della solforosa si è scurito nei colori e ha aggiunto profumi di sacrestia e di pasticceria Modicana (Mucatoli).



Non ne compro mai abbastanza.
Ne regalo sempre troppo.
Bonne degustation

Luigi