domenica 31 agosto 2014
gliamicidelbar in vacanza #4
Riccardo Avenia e Eugenio Bucci beccati in cantina con Filippo Manetti vignaiolo a Campiume (Vigne di San Lorenzo), Brisighella, alte colline di Romagna, intenti a degustare Sangiovese dalla botte.
Due parole su Campiume: è luogo antico, di rara bellezza, perfettamente restaurato da Filippo che offre anche ospitalità nel suo agriturismo. I suoi Sangiovese sono dei veri campioni così come le sue interpretazioni di Albana e Trebbiano.
Se andate a trovare Filippo portatevi dietro anche il costume da bagno, a Campiume c'è una splendida piscina.
sabato 30 agosto 2014
Peperoni di Capriglio
di Vittorio Rusinà
Vero la fine di agosto arrivano i peperoni di Capriglio, un piccolo paese del Monferrato dove da quasi due secoli viene coltivato questo ortaggio a rischio estinzione e da qualche anno presidio Slow Food.
Piccoli di dimensione, polpa spessa e carnosa, a cui siamo purtroppo poco abituati dalle più recenti cultivar selezionate dall'industria agricola, grande bontà e profumo (dobbiamo ritornare a cercare e a percepire i profumi delle verdure che compriamo). Super in pinzimonio. W la biodiversità!
ulteriori informazioni sul Peperone di Capriglio: http://goo.gl/gaZo3P
venerdì 29 agosto 2014
#cartoline Andrea Bragagni, il Famoso e il Bubo Bubo
di Vittorio Rusinà
La prima volta che assaggiai il Bubo Bubo fu a Vinix Live! #16 nel gennaio del 2013 grazie a Andrea Della Casa, beh a distanza di più di un anno (il 3 di agosto) stavo in macchina con Riccardo Avenia e Eugenio Bucci e stavo risalendo le colline di Brisighella fra boschi, olivi e vigne diretto all'eremitica azienda agricola di Andrea Bragagni che il Bubo Bubo lo produce.
L'uva è il famoso, un vitigno un tempo asssai diffuso in zona ma che poi via via è stato estirpato, Andrea ne ha salvato una vigna e ha creato il Famoso, poche centinaia di bottiglie di gran beva.
Un vino affascinante che merita approfonditi assaggi e diffusione everywhere.
Fate in modo che anche questo raro vino bianco non vada tutto ai giapponesi :)
Andrea Bragagni, Fognano (RA) http://www.bragagni.com/

giovedì 28 agosto 2014
#cartoline Morgon Côte du Py 2011, Jean Foillard
da Niccolò Desenzani
L’etichetta del Morgon Côte du Py di Foillard rimbalza fra i miei
neuroni da parecchio tempo (nel faldone “desiderata”). Che bella sorpresa
scovarne un bottiglia qui in Corsica (un regalo ricevuto da mio padre, il cui
donatore mi aveva consultato un anno fa). L’annata 2011, giovane, ma almeno non
nuova.
Nel
bicchiere giunge un vino straordinario, generoso direbbe l’amico Jacopo. Grazia,
gusto e goduria ai massimi livelli. Dicono un gamay vinificato come un
borgogna. Sta di fatto che siamo subito in zona vini mai più senza. La qualità
del tannino, il contributo delle botti vecchie, la freschezza gourmand del
vitigno collaborano per regalare un’esperienza molto bella.
Forse potrei dire vino dell’estate 2014.
Forse potrei dire vino dell’estate 2014.
La vacanza
sta finendo e cerco sempre più di succhiare ogni cosa bella che mi capita.
C’è ancora una bottiglia di e dalla Corsica di cui voglio parlare…
Alla prossima puntata con #cartoline.
C’è ancora una bottiglia di e dalla Corsica di cui voglio parlare…
Alla prossima puntata con #cartoline.
Ciao,
lunga vita ai grandi vini naturali!
lunga vita ai grandi vini naturali!
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mercoledì 27 agosto 2014
#piattidalode La pasta con le zucchine a casa Fracchia
Cesana, Alta Valle di Susa, un pochino dopo ferragosto: Stefania Giardina mi prepara, a sorpresa, un piatto di pasta che rientra di diritto nella classifica delle cose più buone che abbia mai mangiato. Tagliatelle integrali da grano Tumminia con zucchine e fiori di zucchina appena colti dall'orto bio del consorte Luigi Fracchia, formaggio fresco di capra e pepe.
In abbinamento una superlativa bottiglia di Bougogne Hautes Cotes De Beaune Blanc 2013 di Jean Claude Rateau.
La grande cucina di casa, a me tanto cara, sempre.
Grazie Stefania!
martedì 26 agosto 2014
#cartoline Rouge Mursaglia 2012, Mariotti Bindi
da Niccolò Desenzani
Due anni fa mi sono innamorato dei vini di Nicolas Mariotti Bindi, zona Patrimonio. Con questo 2012 ha aggiunto un rosso (sempre da nielluccio) e un bianco (vermentino) dal lieu dit Mursaglia.
Il suo rosso era meno memorabile forse del vermentino, ma quanto stupore quando ho assaggiato questo Mursaglia: è la prima volta in cui davvero ho trovato un'identificazione nielluccio-sangiovese, spesso nominata, ma poi quasi sempre difficile da ritrovare nel bicchiere. Qui siamo a Castelnuovo Berardenga, e il vino mi ha ricordato un po' Pacina e un po' il "5" di Giovanna Morganti nelle annate piene come la 2010. Un vino che sa di esplorazione della vigna, che non ha pretese, ma in cui si nota (ed è questo che mi ha fatto innamorare di Mariotti Bindi) una vinificazione sempre sottrattiva, alla ricerca del minimo intervento, pur avendo un chiaro riferimento di correttezza enologica. Resta un vino abbastanza semplice e ruspante, ma con una forte intensità aromatica. Da seguire (dicono i guru); anzi. À suivre.
Saluti da a Corsica.
Pace e salute!
lunedì 25 agosto 2014
gliamicidelbar in vacanza #3
Profondo e misterioso Abruzzo, Vittorito, nella cantina, scampata al terremoto, la giovane Lorenza Ludovico versa vino montepulciano nel calice di Cristiana Galasso, valente vignaiola di Feudo D'Ugni. Incontri che valgono il viaggio.
Le vacanze di Tirebouchon.
venerdì 22 agosto 2014
I plin del Bandini #piattidalode
Che bontà e che equilibrio i plin di verdure e parietaria (che pensavo fosse un pesce ma in realtà è un'erba parente stretta delle ortiche) all'acciuga e timo. Applausi a Massimo Rivetti chef del Ristorante Bandini di Portacomaro (AT), uno dei miei luoghi del cuore anche per la carta dei vini curata da Antonello Bera. Grande Monferrato!
giovedì 21 agosto 2014
Malvasia di Bosa 2008 - Emidio Oggianu #cartoline

Sul retro della cartolina etichetta si legge:
"Bottiglia n. 1761. Questo vino da meditazione, da aperitivo e da dessert, è prodotto da Emidio Oggianu con uva Malvasia di Sardegna nel vigneto padronale, sito a poche centinaie di metri dal mare, esposto al sole ed al maestrale. Dopo la fermentazione naturale del solo mosto fiore, il vino matura per almeno due anni in piccole botti di rovere e di castagno. Si accompagna a dolci di mandorle e a buoni formaggi stagionati."
Era più o meno l'una di notte. Come sottofondo, il costante rumore delle onde ed una fresca brezza marina. Il mare qui, è veramente vicino. Siamo soli, io e l'amico Fabio. I calici sono pieni di preziosa frutta secca, di quella gialla disidratata, di fiori e di balsamici ritorni. Ricordo una lieve dolcezza ed il sale marino. Ricordo equilibri ed acidità, ricordo gliceriche avvolgenze e leggere ossidazioni. Ricordo bene tutto: il calore, l'intensità, l'abbraccio e la rara presenza di un qualcosa di vero, ormai troppo lontano da casa.
♥♥♥♥♥
Tanti saluti dalla Sardegna.
mercoledì 20 agosto 2014
#cartoline dalla Sicilia quasi un #piattodalode
L’ossessione per gli gnocchi
mi arriva da Vittorio Rusinà, il nostro motivatore, la nostra fucina di idee
che mai riposa.
Non fosse stato per la sua “ossessione”
non avrei mai e poi mai ordinato gnocchi nella mia vacanza siciliana e mi sarei
perso qualcosa.
Ceno alla Fattoria delle
Torri a Modica (RG) e ordino gli gnocchi e sono molto buoni, consistenza giustamente
morbida e cedevole e l’abbinamento con il sugo di pesce è quasi perfetta.
Sempre un ottimo posto dove andare il ristorante di Giuseppe Barone.
Lo chef di sala ci consiglia
anche il Principino a Marzamemi (SR) e noi ci andiamo non è lontano, è un paese
affascinante disteso sul mare costituitosi, negli anni intorno ad una tonnara ormai
in disuso.
Negli ultimi anni Marzamemi
è diventato un luogo “glam” e il turismo comincia ad assalirlo e soprattutto la
proposta culinaria tende un po’ a standardizzarsi sul mordi e fuggi.
Comunque sia gli gnocchi che
prendo sono molto buoni, quasi in zuppa, con un fondo liquido di ricotta e
bocconcini di tonno e pomodorini crudi.
Voilà!
Luigi
martedì 19 agosto 2014
Sempre cuntentu 2013, Domaine Giacometti #cartoline
da Niccolò Desenzani
PS Si potrebbe aprire un piccolo dibattito sull'etichetta, e alla fine penso che si creerebbero due fazioni (come sempre). Io sto dalla parte di quelli a cui piace (insieme alle mie figlie ;-)). Voi?
Pare che questo vino nasca un po' come divertissement. Sciaccarello su suoli granitici, terreni coltivati senza chimica di sintesi, all'interno dell'area del Désert des Agriates, poche bottiglie per una cuvée che è un inno alla vita felice e spensierata. Il vino è un concentrato di acidità e spezie. Un vino gluglu nonostante tanti gradi alcolici. Forse un filo troppo corretto enologicamente, per i miei gusti. Ma un testimone di buona uva in luoghi vocati.
Saluti spensierati dalla Corsica e un augurio per tutti a essere Sempre cuntenti!
PS Si potrebbe aprire un piccolo dibattito sull'etichetta, e alla fine penso che si creerebbero due fazioni (come sempre). Io sto dalla parte di quelli a cui piace (insieme alle mie figlie ;-)). Voi?
lunedì 18 agosto 2014
glamicidelbar in vacanza #2
Riccardo Avenia, imperturbabile al gran caldo, sorride a Mariana Gunther produttrice bio di un meraviglioso Pinot Bianco a Ponte Ronca di Zola Predosa, Emilia.
Mariana lavora e vinifica presso la prestigiosa cantina Maria Bortolotti.
giovedì 14 agosto 2014
gliamicidelbar in vacanza #1
Eugenio Bucci e Riccardo Avenia sorpresi a rimirare un calice di albana presso l'azienda agricola di Andrea Bragagni, vignaiolo bio - eremita in frazione Fognano di Brisighella, Romagna. Sono tranquilli, nonostante i molti bicchieri trangugiati, solo per la presenza di un immenso Dogue de Bordeaux (non è un vino) che fa la guardia alla cantina.
mercoledì 13 agosto 2014
Crozes-Hermitage 2011, Dard&Ribo #cartoline
da Niccolò Desenzani
Nonostante tecnicamente l'estate 2014 non sia mai esistita, facciamo finta che invece sia andato tutto come al solito e che sia giunto il momento di mandare le cartoline agli amici (nonostante io non abbia mai praticato).
Ero in Corsica per i canonici dieci giorni bel mare, buon cibo, posto del cuore, così lo conoscono anche le mie figlie, sto un po' con i miei genitori, ricarico le pile, cerco memoria di un fisico che fu, mi abbronzo per quel che posso (sapendo che durerà poco), faccio qualche immersione in apnea (in memoria dei vecchi tempi), provo anche a fare running (cioè vado a correre, ma oggi si dice così), cerco di immagazzinare quanta più luce, quanti più bei tramonti, quanto più sale di mare, quanto più buon umore e dolcezza da spendere con le mie donne (perché so d'essere un gran rompic...), tento anche di iniziare a leggere Foster Wallace... e la sera se riesco cerco forme di alcool memorabili.
È questo il caso. Una bottiglia che mi ha spiazzato per uno stile quasi rude, da una materia di grande finezza. Grande dinamismo nel bicchiere, acidità, tannini, ma soprattutto verdismi, verdismi, verdismi. Un po' alla volta si svela grande opera, un po' quadro d'avanguardia, finedelvinopiacioneadessosifasulserio. Già citato nel post di Luigi sul vino glocale e i matrimoni meticci, trovò il proprio completamento in una tajine di agnello. E lì, su un piatto di grande sapore e speziatura non forte, ma decisa, ha sbaragliato. Prova che il vero amore è tale indipendentemente dai pregiudizi che abbiamo su come debba comporsi!
Tanti saluti dalla Corsica!
Ero in Corsica per i canonici dieci giorni bel mare, buon cibo, posto del cuore, così lo conoscono anche le mie figlie, sto un po' con i miei genitori, ricarico le pile, cerco memoria di un fisico che fu, mi abbronzo per quel che posso (sapendo che durerà poco), faccio qualche immersione in apnea (in memoria dei vecchi tempi), provo anche a fare running (cioè vado a correre, ma oggi si dice così), cerco di immagazzinare quanta più luce, quanti più bei tramonti, quanto più sale di mare, quanto più buon umore e dolcezza da spendere con le mie donne (perché so d'essere un gran rompic...), tento anche di iniziare a leggere Foster Wallace... e la sera se riesco cerco forme di alcool memorabili.
È questo il caso. Una bottiglia che mi ha spiazzato per uno stile quasi rude, da una materia di grande finezza. Grande dinamismo nel bicchiere, acidità, tannini, ma soprattutto verdismi, verdismi, verdismi. Un po' alla volta si svela grande opera, un po' quadro d'avanguardia, finedelvinopiacioneadessosifasulserio. Già citato nel post di Luigi sul vino glocale e i matrimoni meticci, trovò il proprio completamento in una tajine di agnello. E lì, su un piatto di grande sapore e speziatura non forte, ma decisa, ha sbaragliato. Prova che il vero amore è tale indipendentemente dai pregiudizi che abbiamo su come debba comporsi!
Tanti saluti dalla Corsica!
venerdì 8 agosto 2014
I rubitt al Ratanà #piattidalode
di Niccolò Desenzani
Da anni il Ratanà propone l’aperitivo coi rubitt, piccole leccornie dalla tradizione milanese. Quando poi ci sono tardi pomeriggi sereni e non troppo caldi, sedersi all’aperto nel parchetto della Fondazione Catella (Parco dei Diritti dei Bambini) è un piacere per l’anima e per il corpo. La lavagnetta recita:
ABC
Carpaccio di manzo
Trota Marinata
Mondeghili
Grissini
Tortino di riso
Crescenza e ciliege
Melanzane affumicate
Gaspacho verde
Pane ragù di agnello
Burro e acciughe
Zola, miele e noci
Vitello Tonnato
Tartare di fassona
Tutti piccoli piattini il cui costo oscilla fra 1 e 4 euro, tutte davvero delle chicche di gusto e spie della ricerca in cucina.
Non ci siamo fatti mancare l’ABC, tre pezzi di patata con olio e tre tipi di sale, i mondeghili, le crocchette della tradizione, il vitello tonnato e un fuori menù di salame d’oca con cipolline sott'aceto.
Ma c’è stato un momento fra un sorso di Rosato 2012 di Bonavita e un boccone di trota marinata, e forse un raggio di sole, in cui ho provato una soddifazione suprema per la combinazione dei sapori. E dell’umore!Non ci siamo fatti mancare l’ABC, tre pezzi di patata con olio e tre tipi di sale, i mondeghili, le crocchette della tradizione, il vitello tonnato e un fuori menù di salame d’oca con cipolline sott'aceto.
Due chiacchiere con Federica, dolcissima ostessa, un saluto a Cesare, prima che parta il trambusto della cena, completano il quadro di un angolo prezioso della città.
Ristorante Ratanà Via de Castilla 28 Milano
giovedì 7 agosto 2014
Rouge Damianu 2010, Domaine U Stiliccionu
di Niccolò Desenzani
Sciaccarello da appezzamenti già non giovanissimi.
Sarà all'altezza dell'aspettativa? Avrò trovato il terzo o quarto produttore naturale corso (faccina)?
L'assaggio è già fuori categoria, il vino è semplice e profondo. Il vitigno dà quel carattere affilato e incisivo che lo contraddisringue da suo fratello nielluccio, più cicciotto, più classico forse, tendenzialmente più piacione. Sciaccarello è finezza, spezie, pungenza, acidità. Tendenzialmente medio corpo. Un po' di carne, di selvatico. Qui c'è tutto. Ma anche qualcosa in più. Il naso ha una speziatura appena polverosa che parla di naturale. Un accenno acutissimo che unisce il maquis al vinile. In bocca gioca sostenuto. Acidità vivida, ginepro, arancino, velo di tempo su un sapore di uva che si scrocchia. Un suggerimento quasi rodanese (non escludo che ci sia un po’ di grenache). Scalpita con un zic infinitesimo di punzecchiante carbo. Sviluppa aromatiche da vecchi legni che saltan fuori dal bicchiere e infondono il sorso che diventa profondo e fresco. Lascia una bocca di grandissima piacevolezza. Infine forse potremmo pure dire che pinoteggia; mantenendo un fisico piuttosto atletico, ma non manca mai nel sorso quello zic di soddisfazione, quel fremito, quella piccola sorpresa, che spinge inesorabilmente alla fine della bottiglia.
Sébastien Poly, nipote di François Casabianca, ne ha rilevato le vigne (sciaccarello, vermentino e grenache) nel 2005, dopo essersi formato in giro per il mondo dall’Ungheria alla Nuova Zelanda. Dopo la conversione delle uve al biologico, opera ora in biodinamica.
Domaine U Stiliccionu
Stiliccione, Serra di Ferro
www.domaineustiliccionu.com
mercoledì 6 agosto 2014
Sketta 2013 grecanico, Igt Terre di Sicilia, Tenuta dei Fossi
Il paesaggio che si incrocia
giungendo da Ispica verso Pachino è struggente, rilievi di argille bianco/grigie
e rare macchie quasi nere, olivi e seminativi, palme che spiccano con forza
nella relativa orizzontalità del territorio e filari impettiti di cipressi.
E poi vigneti ad alberello
“impupato”.
Il vento salmastro ci
ricorda che il mare è lì vicino e Marzamemi (in arabo “marsà al hammam“ ossia
“porto delle tortore”) era un paese/tonnara senza confine fra terra e acqua.
Ogni volta che vengo e
questa luce mi abbaglia e questo sole mi prosciuga e questo vento mi percuote
mi chiedo attonito come possa la vite resistere in questi luoghi aridi e
inospitali, eppure Nero d’Avola e Grecanico sono così ben ambientate che
arrivano tardivamente a maturazione intorno a fine settembre, primi d’ottobre.
Il Dott. Angelo Paternò è
una di quelle persone del vino di grande preparazione e grande umiltà e grande
voglia di raccontarsi e raccontare il proprio territorio.
E lo fa usando strumenti eno/grammaticali
un po’ desueti, anche se in gran spolvero, una cantina con vasche in solo
cemento!
Una nuova cantina, bella,
colorata, moderna con botti interamente in cemento armato.
Per estrarre anche la più
flebile inflessione del territorio senza che venga distorto dagli strumenti di
cantina.
La distorsione arriva anche,
a suo avviso, dai lieviti secchi (e qui parte una lunga narrazione di test
compiuti con microvinificazioni quando era in Corvo) per cui non li usa neanche
per i bianchi.
![]() |
Angelo Paternò |
E’ un vino bianco del caldo,
arido di Pachino.
Il colore è giallo intenso,
figlio di una leggera macerazione a
freddo sulle bucce e del fatto che qui non si chiarifica e si sgrossa solo un
po’ prima della bottiglia.
Il sapore è intenso e
mollemente adagiato su piccole deviazioni ossidative, caramellate e di erbe
aromatiche.
Rinfrescato da pizzicori
quasi tannico-linfatici e sentori di finocchietto.
La versione superiore ha
terziari così eterei e spunti verticali che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia.
Kempè
Luigi
martedì 5 agosto 2014
Renosu Rosso L.MARTU2014, Tenute Dettori
di Daniele Tincati
I vini di Tenute Dettori mi hanno sempre intrigato, chi non lo è, ma sono da considerare sempre per amanti del genere, palati allenati o aficionados.
Questo Renosu Rosso lo si può mettere invece nella categoria #VINOPERDEFICIENTI, termine coniato da Eugenio Bucci qualche tempo fa, nel senso che ha tutto quel che ci vuole per essere capito ed apprezzato da tutti.
In primis, il titolo alcolometrico del 13%, abbondantemente al di sotto dei 15-17% di media dei rossi aziendali.
Poi non ha quelle estremità classiche dettoriane.
C’è un po’ di tutto, soprattutto vegetale e macchia mediterranea, mirto, olive, origano, ma c’è anche una bella marasca e un po’ di pietra.
In bocca è morbido, con tannino leggero, una bella tensione acido-sapida ed una chiusura asciutta.
Un leggero, forse non tanto, residuo zuccherino si fa sentire all’aumento della temperatura e all’aerazione del vino.
Il consiglio è di tenerlo bello fresco, con la calura estiva, ed accompagnarlo ad una grigliata di carne, preferibilmente agnello.
L’unico problema potrebbe essere, alla fine, riuscire ad alzarsi dalla sedia.
E’ un’ipotetico entry level aziendale, per far ricredere anche gli scettici, o avvicinare nuovi clienti, ma con molto di quello che si può trovare nei mostri sacri di casa.
Una delle migliori versioni di sempre.
Azzeccata la scelta di mettere un numero di lotto di riferimento, in modo da poter identificare l'annata di imbottigliamento.
lunedì 4 agosto 2014
Besiosa 2012, Vino Frizzante Bianco, Crocizia
di Daniele Tincati
Negli ultimi anni in Emilia si sta assistendo ad un lento ritorno alla tradizione vitivinicola, portato avanti da un manipolo di giovani visionari del vino, che credono fortemente in una viticoltura rispettosa dell’ambiente.
Un’involuzione innovativa, dove la vinificazione tradizionale, cioè quella della rifermentazione in bottiglia, torna padrona, anche se la stragrande maggioranza della produzione avviene col metodo Martinotti o Charmat.
Quest’ultimo, ormai diventato imprescindibile anche per le piccole aziende, da vita a vini fini, beverini, ma di scarsa durata nel tempo ed impoveriti di sostanza.
E’ deprimente aprire una bottiglia di Malvasia dell’anno passato e trovarla già irrimediabilmente sul viale del tramonto, se non già pesantemente ossidata e cotta.
Ed è qui che entrano in gioco i nostri innovatori tradizionali.
Rifermentare il vino in bottiglia da noi si è sempre fatto, ma il vino spesso perde in finezza, almeno il primo anno.
Il bello viene sempre, o spesso, dopo.
Se si ha la pazienza di aspettare o, almeno, conservare qualche bottiglia da parte, si assisterà ad una metamorfosi.
Il fondo si stabilizza dopo la morte dei lieviti che, disgregandosi, cedono aromi e donano complessità.
Il vino acquista la finezza che gli mancava in partenza, arricchito però di sostanza.
Se poi la vinificazione prevede una macerazione sulle bucce, seppur breve, la Malvasia diventa magica.
Ed è qui che si colloca la Besiosa 2012.
Quando in bocca, dopo l’assaggio, ritorna il gusto dell’uva matura con tutti gli aromi della buccia, direi che il vignaiolo ha fatto centro.
Come mangiare un grappolo maturo.
Restando in tema di innovazione, il clima sta cambiando e molti vigneti si trovano ora in zone più calde rispetto ad un tempo.
Questo cambiamento richiede più attenzione da parte del vignaiolo.
Alcuni però non si sono adeguati ancora o non hanno compreso il problema, e i vini ne risentono, con gradazioni alcoliche elevate e profumi evoluti.
In questo caso, i vigneti dell’azienda Crocizia si trovano più alti rispetto agli altri della zona, e risentono meno dell’aumento delle temperature.
Breve nota sulla Malvasia :
Quella coltivata nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, e zone limitrofe, è detta Aromatica di Candia, da non confondere con quella semplicemente detta Malvasia di Candia, oppure con le altre coltivate un po’ dappertutto in giro per lo stivale.
Istriana, Bianca Lunga Toscana, Puntinata del Lazio, e via discorrendo.
Tra quelle che io conosco è quella più aromatica di tutte.
Infatti lo dice la parola stessa.
venerdì 1 agosto 2014
quando andate in vacanza, portate il vostro vino?
E’ nato un piccolo dibattito
fra gli amici del bar, dalla domanda: “quando andate in vacanza, vi portate il
vino?”.
Niccolò sostiene che sarebbe
buona cosa mescere il vino locale, anche se poi si porta il vino nel suo eremo
estivo. Andrea si pente di non essersene portato. Mauro carica la macchina di
bottiglie sino al tettuccio. Riccardo va in vacanza dai vignaioli per cui non
ne porta…molto ma qualche bottiglia di rifermentati sì! Vittorio il più etico
di tutti che viaggia libero da pesi fisici e mentali, nel pieno stile Goano
facendo autostop e usando treni e autobus ovviamente non porta nulla di
pesante, Daniele viaggia leggero anche lui, manca all’appello Eugenio che
secondo me si porta sempre dietro qualcosa, non si sa mai cosa possa succedere!
Di solito io non portavo
nulla, neanche una bottiglia, demandavo al territorio in cui mi trasferivo
durante le mie vacanze, la fornitura di vino.
Quest’anno invece mi sono
caricato alcune bottiglie, non avevo intenzione di muovermi molto, niente macchina,
spostamenti ridotti all’osso, solo riposo.
Fra questi vini ho preso un
paio di rifermentati che mi sono subito goduto molto con i prodotti del
territorio modicano (compreso il mare) gli abbinamenti sono stati molto
convincenti al punto che mi sono posto la domanda su quanto gioverebbero, alla
cucina siciliana, i vini rifermentati bianchi e perché no! Anche rossi.
C’è una cronica mancanza
siciliana di vini bianchi leggeri e frizzosi che dissetino senza alcol e
glicerina soverchianti, da abbinare alla pletora di street food e al pesce,
infatti, spesso, gli autoctoni bevono in estate birra che si addice di più a
cibi leggeri ed estivi.
Certo è che abbinare una
scaccia ad un ortrugo frizzante potrebbe generare una sindrome di Stendhal.
Comunque sia, questo piccolo
dibattito ha portato alla luce la capacità e la vocazione del vino a viaggiare
sia fisicamente ma soprattutto gastronomicamente e come sappia esaltare sapori
lontani dalla tradizione che lo ha generato, il vino è glocal ed è sempre stato
così, i nobili hanno sempre consumato vini provenienti da luoghi molto lontani
e le tanto adorate barrique sono nate proprio per esigenze di trasporto
piuttosto che per l’affinamento.
Niccolò dice:
“C'è poi anche la componente di bere in contesti diversi.
Tipo sentire un rifermentato dopo una giornata di mare!”.
“Ieri
roncaie (Menti, Roncaie sui lieviti 2012) sui lieviti con affettati corsi e
crose hermitage (Dard e Ribò) su tajin di agnello fatta da una magrebina del posto,
abbinamenti super azzeccati. Crozes pardon”.
Io
gli ho risposto:
“il
sauvignon di Marco (Crocizia Sol e Steli 2012) con i gamberi freschi e il
profumo di salsedine è stata una esperienza nuova, elettrizzante così come
sbocconcellare una provola fresca e bere del Ripa Sopravento di Graziano al
punto che ho pensato: "alla cucina siciliana mancano vini così che la
esaltino"”
Adesso preparate una cassettina di vini da disimpegno da
portarvi in spiaggia.
Kempè
Luigi
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