Negli ultimi anni in Emilia si sta assistendo ad un lento ritorno alla tradizione vitivinicola, portato avanti da un manipolo di giovani visionari del vino, che credono fortemente in una viticoltura rispettosa dell’ambiente.
Un’involuzione innovativa, dove la vinificazione tradizionale, cioè quella della rifermentazione in bottiglia, torna padrona, anche se la stragrande maggioranza della produzione avviene col metodo Martinotti o Charmat.
Quest’ultimo, ormai diventato imprescindibile anche per le piccole aziende, da vita a vini fini, beverini, ma di scarsa durata nel tempo ed impoveriti di sostanza.
E’ deprimente aprire una bottiglia di Malvasia dell’anno passato e trovarla già irrimediabilmente sul viale del tramonto, se non già pesantemente ossidata e cotta.
Ed è qui che entrano in gioco i nostri innovatori tradizionali.
Rifermentare il vino in bottiglia da noi si è sempre fatto, ma il vino spesso perde in finezza, almeno il primo anno.
Il bello viene sempre, o spesso, dopo.
Se si ha la pazienza di aspettare o, almeno, conservare qualche bottiglia da parte, si assisterà ad una metamorfosi.
Il fondo si stabilizza dopo la morte dei lieviti che, disgregandosi, cedono aromi e donano complessità.
Il vino acquista la finezza che gli mancava in partenza, arricchito però di sostanza.
Se poi la vinificazione prevede una macerazione sulle bucce, seppur breve, la Malvasia diventa magica.
Ed è qui che si colloca la Besiosa 2012.
Quando in bocca, dopo l’assaggio, ritorna il gusto dell’uva matura con tutti gli aromi della buccia, direi che il vignaiolo ha fatto centro.
Come mangiare un grappolo maturo.
Restando in tema di innovazione, il clima sta cambiando e molti vigneti si trovano ora in zone più calde rispetto ad un tempo.
Questo cambiamento richiede più attenzione da parte del vignaiolo.
Alcuni però non si sono adeguati ancora o non hanno compreso il problema, e i vini ne risentono, con gradazioni alcoliche elevate e profumi evoluti.
In questo caso, i vigneti dell’azienda Crocizia si trovano più alti rispetto agli altri della zona, e risentono meno dell’aumento delle temperature.
Breve nota sulla Malvasia :
Quella coltivata nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, e zone limitrofe, è detta Aromatica di Candia, da non confondere con quella semplicemente detta Malvasia di Candia, oppure con le altre coltivate un po’ dappertutto in giro per lo stivale.
Istriana, Bianca Lunga Toscana, Puntinata del Lazio, e via discorrendo.
Tra quelle che io conosco è quella più aromatica di tutte.
Infatti lo dice la parola stessa.
Involuzione innovativa me gusta :-)
RispondiEliminaGrazie Nic ;-)
RispondiEliminaChe poi si tratta proprio di un ritorno alla tradizione e alle origini, visto però come innovazione, dal momento che in pochi lo praticano ancora o lo hanno rispolverato.
Occhio però, visto che sta tornando in auge, qualcuno ci sta già marciando dentro.....