Pare che questo vino nasca un po' come divertissement. Sciaccarello su suoli granitici, terreni coltivati senza chimica di sintesi, all'interno dell'area del Désert des Agriates, poche bottiglie per una cuvée che è un inno alla vita felice e spensierata. Il vino è un concentrato di acidità e spezie. Un vino gluglu nonostante tanti gradi alcolici. Forse un filo troppo corretto enologicamente, per i miei gusti. Ma un testimone di buona uva in luoghi vocati.
Saluti spensierati dalla Corsica e un augurio per tutti a essere Sempre cuntenti!
PS Si potrebbe aprire un piccolo dibattito sull'etichetta, e alla fine penso che si creerebbero due fazioni (come sempre). Io sto dalla parte di quelli a cui piace (insieme alle mie figlie ;-)). Voi?
A me piace l'etichetta.
RispondiEliminaAd essere sinceri, non è che mi faccia impazzire l'etichetta. Sicuramente però, il suo sporco lavoro sullo scaffale dell'enoteca, lo fa alla grande.
RispondiEliminaA molte persone penso che un tipo di etichetta così ispirerebbe poca fiducia nel vino. A me le etichette di questo tipo trasmettono invece il senso di un uscita dagli schemi, come spesso accade fra i giovani vigneron francesi. Mi diceva chi me l'ha venduta, che una sua amica l'ha usato come vino per il matrimonio! Mica male :-)
RispondiEliminaA me non fa impazzire, di certo dobbiamo riconoscere alla nouvelle vague di vigneron francesi il coraggio iconoclasta di aver frantumato le regole del "buon gusto" storico delle etichette tradizionali. Non c'è nulla di più lontano fra questa etichetta e quella di un produttore borgognone (ad esempio). Si percepisce una voglia di "tuè le Père", una volontà quasi rivoluzionaria di abbandonare i "canoni" e sperimentare nuove cose e dare voce a territori semisconosciuti.
RispondiEliminaanche a me piace questa etichetta... diamo un po di colore a quelle bottiglie!!! :-)
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