I vini di Tenute Dettori mi hanno sempre intrigato, chi non lo è, ma sono da considerare sempre per amanti del genere, palati allenati o aficionados.
Questo Renosu Rosso lo si può mettere invece nella categoria #VINOPERDEFICIENTI, termine coniato da Eugenio Bucci qualche tempo fa, nel senso che ha tutto quel che ci vuole per essere capito ed apprezzato da tutti.
In primis, il titolo alcolometrico del 13%, abbondantemente al di sotto dei 15-17% di media dei rossi aziendali.
Poi non ha quelle estremità classiche dettoriane.
C’è un po’ di tutto, soprattutto vegetale e macchia mediterranea, mirto, olive, origano, ma c’è anche una bella marasca e un po’ di pietra.
In bocca è morbido, con tannino leggero, una bella tensione acido-sapida ed una chiusura asciutta.
Un leggero, forse non tanto, residuo zuccherino si fa sentire all’aumento della temperatura e all’aerazione del vino.
Il consiglio è di tenerlo bello fresco, con la calura estiva, ed accompagnarlo ad una grigliata di carne, preferibilmente agnello.
L’unico problema potrebbe essere, alla fine, riuscire ad alzarsi dalla sedia.
E’ un’ipotetico entry level aziendale, per far ricredere anche gli scettici, o avvicinare nuovi clienti, ma con molto di quello che si può trovare nei mostri sacri di casa.
Una delle migliori versioni di sempre.
Azzeccata la scelta di mettere un numero di lotto di riferimento, in modo da poter identificare l'annata di imbottigliamento.
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