Devo
dire che mi avevano sempre attirato questi vigneti di pianura, per lo più
franchi di piede con le radici nelle sabbie.
Mi
attiravano per la simpatia che ispirano tutti i marginali.
Quindi
la mia era partigianeria emotiva e aprioristica.
Ebbene
grazie a Vittorio Rusinà ho conosciuto Mirco Mariotti e i suoi vini sabbiosi.
E
mi sono piaciuti parecchio perché sono sinceri, nudi, semplici.
Poi
dopo gli assaggi, a casa, rivedendo appunti e foto è comparso uno scritto di
Rigaux sulla mineralità e sulla sua percezione tattile (egli sostiene che nella
eno/viticoltura massificata si è persa la mineralità tipica dei vecchi vini,
messa in crisi dalle tecniche agronomiche e di cantina) e quelle parole
sembrano agglutinare senso intorno alla degustazione dei vini di Mariotti.
Che
sono vini esili di profumi intriganti ma che non sono la loro peculiarità.
L’esplosività
di questi vini è la vivacità (acidità nella concezione di Rigaux) e la salinità
(mineralità) unite insieme con una tale ridondanza e potenza da rendere la
sensazione tattile piena (ma ovviamente non di glicerina o zuccheri complessi
di cui ci siamo pasciuti negli anni ottanta e novanta), appagante, saziante, multisensoriale.
Mariotti
con la sua agronomia e/o con l’ausilio vegetale del piede franco riesce ad
estrarre minerali dal terreno sabbioso, non è un vigneron ma un minatore.
E
il sorso si fa compulsivo e di grande soddisfazione e l’olfazione inutile.
“Il
vino è fatto per essere bevuto non per essere annusato” diceva Jayer.
E
così piccoli vitigni, in piccoli luoghi disegnano arabeschi di piacere semplice
ma “profondamente” semplice e conviviale, ctonico e roccioso e saporito.
Le Turnè è il Trebbiano frizzante 2011,
non macerato, con terreno alluvionale e sabbioso.
Maléstar è un Montuni 2012 non
macerato, proveniente dalla stessa vigna del trebbiano.
Surliè! è un Fortana 2010 non
degorgiato con 24 mesi sulle fecce da un vigneto a piede franco
il Fortana rosè stesso discorso
del Surliè! è un 2012 sui lieviti,
si chiamerà "Sèt e mèz”.
Kempè
Luigi
Ps
La
segnalazione dell’articolo di Rigaux è di Rolando Zorzi il quale sostiene che l’autore
sia un po’ anarco insurrezionalista e forse ha ragione ma nessuno, neanche la
scienza e il conformismo, possono farci smettere di sognare.
L'articolo è illuminante!! Se si vuole parlare di terroir le teorie di Rigaux sulla degustazione geosensoriale meriterebbo una divulgazione maggiore anche da noi. Lo invitiamo in Italia?
RispondiEliminaLuigi sono anch'io un sognatore!! ;)
sì invitiamolo in Italia!
EliminaLa grande massa dei consumatori di vino è ancora maledettamente incentrata sulla piacevolezza olfattiva tout court anche per il bombardamento mediatico e didattico degli ultimi decenni, ma fortunatamente la nicchia di degustatori-ricercatori ritorna al bocchismo con prepotenza.
RispondiEliminaIl vino è fatto per berlo e abbinarlo al pasto e i nasi da profumerie sono solo fumo negli occhi, è l'emozionalità gustativa che riesce a far comprendere qual è la differenza tra un vino da vitigni di montagna e di pianura, da terreni sabbiosi di pianura, magari a piede franco, dove sale e alcol si contrappongo in un gioco di forza o da terreni calcarei dove la sapidità diventa mineralità...
Claudio,
Eliminailluminante precisazione la tua, interessante la differenziazione che fai fra sale e mineralità in base alle differenti terre su cui crescono i vigneti, ci rifletterò.
Grazie Luigi!
RispondiEliminaE' bello, strada facendo, che si venga identificati con ciò che si fa; e così passare dal "beduino del vino" di liloniana memoria al "minatore" è cosa davvero simpatica...
Molto interessante il riferimento a RIgaux, ottimo fonte di letture...
Allora vi aspetto in spiaggia... a presto!
Mirco
Ciao Mirco,
RispondiEliminaprima o poi devo riuscire passare almeno per lasciarci qualche impronta
a me è piaciuto il Surliè!
"If sand waves were sound waves, what song would be in the air now? What stinging tune could split this endless noon and make the sky swell with rain?" (Suzanne Vega)
Ahhh, la famosa citazione! Ora ti riconosco! ;-)Bella la canzone, grazie per la segnalazione, chissà per una prossima etichetta...
EliminaA presto!
Mirco
P.S. (fuori tema) Luigi, complimenti per Garage Wines Contest 2013. Personalmente a un vino che si chiama "Gelseta Sur Lie" darei un premio solo per il nome :-)
RispondiEliminaI complimenti falli a Luca Risso che si assume il rischio di avermi in giuria ;)
EliminaMi raccomando ho un "protetto" in finale, non faccio nomi per par condicio... Una bellissima iniziativa, rispettabilissima!
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