Davanti
al loro stand ci siamo passati davanti decine di volte ignorando la cornucopia
di zucchine, cavolifiore, carote, peperoni turgidi e colorati come appena colti
e messi lì crudi con un filo d’olio.
Fino
a che l’istinto carnivoro ci ha portato da Valli Unite e i loro ottimi salami e
teste in cassetta che erano vicini di postazione (in parte a Valli Unite in
camuno, cit.) dei La Baita ed io con la coda dell’occhio li ho notati.
A
quel punto col tatto che mi è proprio ho cominciato, senza chiedere se potevo o
no, a piluccare dai vassoietti, le verdurine sottolio.
Mi
aveva colpito l’aspetto turgido, il colore vivo e croccante, che emanavano
freschezza prima ancora di averle mordicchiate.
Poi
le ho assaggiate e in bocca è stato una esplosione di sapori nitidi, di scrocchiantezza
di verdura appena colta.
Era
delicatamente sweet and sour, in fondo un po’ di aceto come una lontana
reminescenza, un po’ di pigato che fusi col blando zucchero e l’olio evo facevano
uscire la testure organolettica di verdure che neanche nel mio orto, con fatica
immensa, riesco ad ottenere.
A
quel punto un capannello, che Ezio Cerutti ha definito meritevole di essere considerato
come “adunata sediziosa”, si è formato di fronte agli ignari e leggermente
attoniti espositori.
Al
terzo assaggio, ideona di Vittorio Rusinà e chiama a raccolta Lucia Bellini
(che era in parte al ghiaccio al
banchetto di Arcari e Danesi, Camossi e Arici cit.) la quale accorre con un
Franciacorta Saten Arcari e Danesi.
E
si sbicchiera e si assaggiano le trombetta (zucchine liguri, raccolte mignon e
deliziosamente croccanti), i carciofini superlativi e poi le varie verdure
della Giardiniera “monumentale”: cavolifiore come appena colti, carote che
resuscitavano anche i reduci della serata “Lambruschi dissidenti”, peperoni che
a Carmagnola se li sognano, sedani da viaggio lisergico, il cipollotto
orgasmatico.
E
si beve Saten e loro i La Baita preparano delicatessen con i pomodorini (non
più di un centimetro di diametro!) su letto di patè di olive e spruzzata di
pesto.
Ormai
il corridoio era invaso e bloccato da riottosi e anarchici mangiatori/bevitori rumorosi
e infervorati e unti di olio.
Nel
bailame il Sig Marco Ferrari che manteneva un aplomb molto Britannico mi
spiegava che sono in una valle parallela alla costa a circa settecento metri
slm, mi raccontava anche, sempre tartinando e concedendosi qualche sorso di
vino, dei loro quattromila ulivi di Taggiasca molti dei quali secolari e dei
due ettari di terrazzamenti dedicati agli ortaggi.
Della
fatica nel mettere a punto i tempi cottura delle verdure.
Del
fatto che colgono e trasformano senza mettere le verdure in frigo.
Del
fatto che il liquido di conservazione deve avere un PH minimo e lo ottengono,
affinchè sia più delicato, sostituendo l’aceto con il vino.
Del
fatto che mettono il loro ottimo olio evo di Taggiasche nelle confezioni.
Del
fatto che tutto quello che invasettano lo producono loro con metodo biologici.
Del
fatto che refrigerano le macchine per produrre il patè di olive per evitare
ossidazioni eccessive.
Del
fatto che non si percepisce neanche un vago sentore di rancido e non ci sono ossidazioni
incontrollate ne imbrunimenti nei colori.
Alla
fine abbiamo fatto un secondo giro con Sara Roccutto, questa volta con il
Franciacorta rosè di Andrea Arici 0dosaggio con identiche se non accresciute
soddisfazioni.
Io
ho poi fatto la spesa e ho cenato in famiglia con le trombetta e la giardiniera
e lo S’cett 2011 di Crocizia.
Enodissidenze!
perché non c’è ogni settimana?
Kempè
Luigi
Ps
Chi
dice che è un mestieraccio fare il vigneron non ha mai provato a fare l’ortolano.
Marco Ferrari e Gianni Camocardi |
Roba orgasmica all'ennesima potenza Luigi!
RispondiEliminaHanno anche un'ottima trattoria sempre a Gazzo D'Arroscia...anche il mestiere dell'enodissidente viandante e' un mestieraccio:)
Veramente un esperienza gastronomica di livello altissimo, Marco Ferrari e la sua squadra son veramente bravissimi e anche di una umanità e generosità incredibile, mi sa che dovrò andare a trovarli.
Elimina...me vient l'eau à la bouche...
RispondiEliminaprossima volta che vado da quelle parti trascinerò i famigli a Borghetto d'Arroscio!
I prodotti de La Baita li ho scoperti a Fornovo due anni fa, buonissimi !!!
RispondiEliminaHo scoperto i prodotti della Baita propio grazie a questo blog, condivido l'apprezzamento generale, vere prelibatezze...
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