Un
post di Niccolò e un intervento di Hazel e Nic Marsèl sui rosati mi hanno fatto ripensare
agli assaggi selvaggi fatti nelle catacombe di Sorgente del Vino.
Tutti i vini di cui accenno erano lì nell’emiciclo del
braccio di massima sicurezza della prigione piacentina.
E
ne sono fuggiti come Frank Morris.
Più
forti delle costrizioni tettoniche, leggeri come farfalle.
Rosato 2012
Giacomo
Mastretta dice che ha chiaro come non vuole che sia un rosato e questo mi pare
un buon inizio e il vino fustiga subito i sensi edulcorati con una vinosità
ruvida e già accenni terziari e una sensazione acido sapida che appaga e
ammalia.
Fatto
con sangiovese proveniente dalla zona del Chianti Storico
Goloso
e “ignorante”(cit).
Courtesy by Cucchiaio d'Argento |
Carcere
duro, solamente stemperato dal tacco dieci (anche se non erano Louboutin e
niente smalto rosso lacca ahimè), per Sara Carbone di Carbone Vini.
Rosa Carbone 2012
un
vino un pochino più educato del precedente ma la trama tannica e la potenza
dell’Aglianico del Vulture (vinificato praticamente in bianco ma già molto
colorato) scalpita e abrade ma blandisce con lievi rotondità fruttose.
Intrigante
e femminile (magari mi hanno turbato i tacco dieci, chissà).
foto di Andrea Della Casa |
Celletta
da raccomandato per Marco Rizzardi di Crocizia.
Che
proponeva il suo Balòss 2011 un
Pinot Nero in rosato con frizzi e lazzi.
Un
vino “amoroso” seppur austero come tutti i suoi vini, soprattutto coraggioso
perché ce ne vuole parecchio per proporre sua maestà Pinot nella versione da
sete.
Dissetante
ma understatement, insomma non da “spanizzi” (cit).
Fortana
Surliè rosato un metodo classico con dodici
mesi sulle fecce, non sboccato di trama acida e sferzate saline siderali e un
sapore intenso e avvolgente figlio della leggerezza, riempie la bocca che
immediatamente si svuota.
Folgorato
sulla via verso l’evasione.
Kampai
Luigi
alias Frank Morris
Ps
il prossimo anno cambierei prigione come luogo per la manifestazione!
E non mi dilungo sulle condizioni di sicurezza e agibilità dei luoghi.
Che dire, sui meandri dell'antro dedalico non posso che darti ragione e mi unisco al tuo consiglio finale. E pure sui vini mi trovi dalla tua: il rosato di Sara Carbone (di cui mi è però sfuggito il tacco 10 "naturale" ;) ) è un mix di potenza, eleganza e freschezza, e il Pinot di Marco Rizzardi non l'ho assaggiato in loco ma lo conosco bene, per me un bel rosato "glu-glu"!
RispondiEliminaSara è una certezza sia sui tacchi sia sui vini, anche se è ancora titubante sugli smalti, io le ho consigliato un bel blu notte, ma non divaghiamo.
EliminaDevi assolutamente conoscere Giacomo di Porte di Vertine sia per i Chianti sia per i rosati sia umanamente.
Mirco Mariotti anche lui è imprescindibile per la persona e per la potenza dei suoi vini magri ma scattanti figli delle sabbie e del piè franco.
Devo ringraziare pubblicamente Vittorio Rusinà per avermi presentato Mirco Mariotti.
EliminaTerrò sicuramente a mente Porte di Vertine che già di nome conoscevo. Mariotti poi se non erro è relativamente vicino a me, e a questo punto potrebbe essere più saggio ed interessante andarlo a trovare direttamente! ;)
EliminaGrazie ragazzi, vi aspetto nella sapide sabbie litoranee, ho delle belle vigne da mostrarvi, e un aperitivo quasi in riva al mare fa molto clima vacanziero. A presto!
EliminaMirco
Fortuna che hai trovato le ali(rosa) della liberta':) bel post.
RispondiEliminaIn tema vi propino una cosa che scrissi tempo fa:
http://armadillobar.blogspot.it/2011/11/non-sono-rosati-per-turisti.html
Aggiungiamo ai tuoi anche Massavecchia e Montisci e lo champagne rosato Doux di Beaufort e siamo a posto per il resto della vita
EliminaHo bevuto di recente il Cirò rosso di A' Vita. Non era la prima volta, ma quest'ultimo assaggio mi ha letteralmente stregato!
EliminaUrge provare anche il rosato.
Avvicinandoci all'estate io vi consiglio il Subconscio di Marton, una bollicina surlie rosata che va giù con estremo piacere.
Il rosato di Massavecchia mi sfugge da un paio d'anni, ma dal 2011 ha avuto un cambio di marcia che l'ha reso davvero speciale, un "rosso sfiorato", molto voluminoso, che mi concilia con l'idea che ho della tipologia, speriamo che a Bandol non mi leggano...
EliminaE io rilancio col Rosato di Bonavita, col Marinetto di Arcuri, col "Riflesso Rosi" ripassato sulle bucce dei bianchi di casa Rosi e col rotondo Milamè de La Pievuccia.
RispondiEliminaLuigi, mi piace l'ironia e la leggerezza che hai usato per descrivere la non felicissima ambientazione della manifestazione. Gli organizzatori di La Sorgente del vino sono in gamba e sapranno fare tesoro delle critiche che sono state mosse. Dei quattro vini descritti mi manca il Rosa Carbone (che mi segno immediatamente). La Porta di Vertine è già una garanzia, ma davvero interessante il balòs di Crocizia, simpatico a partire dal nome. Il mio incontro coi vigneti sulla sabbia di Mirco Mariotti, mancato per un banale contrattempo l'estate scorsa, è in realtà soltanto rimandato. Buona domenica.
RispondiEliminaGrazie, ti aspetto!
EliminaIndubbiamente la location presentava diversi problemi, complice moltissimo, a mio parere, il maltempo imperversante, dato che la domenica, con mezza giornata di sole, il clima e l'umore erano davvero migliori... Dal punto di vista organizzativo, era la mia prima partecipazione, Barbara e Paolo hanno lavorato davvero bene, se non altro è da premiare lo sforzo di aver tentato di utilizzare una struttura che normalmente è chiusa, poi ci si lamenta se si lascia andare in malora i monumenti. E' anche vero che il business richiede altro, ma qui mi fermo per non innescare un loop vizioso...