La prima
volta che ho bevuto questo vino è stato nel 2012 a casa mia con Daniele.
Entrambi
ne siamo rimasti subito colpiti non appena infilato in naso nel bicchiere, si
rivelò più francese che mai, con quella tipica “puzzetta” che hanno i pinot
neri d’oltralpe appena aperti… “merde de poule” per loro, “sentori di pollaio” (per
dirla altrettanto finemente) per noi italiani, “galinéla” per me che sono di
Noceto.
Bottiglie
acquistate in un piccolo negozietto a Cervinia dopo aver visitato, sempre
nell’estate 2012, la Maison Anselmet dove sono rimasto piacevolmente colpito dalla
grande qualità dei loro vini.
Ma
torniamo a questa bottiglia… giusto un attimo nel bicchiere ad arieggiare e vai
che sburla* botte di ciliegia da volar via, di quelle dure che fai fatica a
masticarle, quelle che metti sotto spirito e vorresti che quel barattolo non
finisse mai, poi ribes e lampone in purea, la speziatura è dolce di pepe rosa,
ma non prevaricante (il legno si è ben amalgamato) e fa da contorno a sentori
animali di pellame con spunti quasi ematici.
In bocca
è un’esplosione di acidità, la stessa che rende il vino ancora di un rubino
splendente con accenni di granato sull’unghia… la frutta, scoppiettante nel
bicchiere, in bocca è una sinfonia ed è la sensazione piacevole e continua che
ti lascia il vino per diversi minuti dopo averlo bevuto che t’invoglia a
continuare a berne all’inverosimile. Il tannino è fine e setoso, la chiusura è
leggermente amarognola e ritornano sia la speziatura che le impressioni
ematiche.
Che dire… bella
bevuta e mi piacerebbe scovarne un’altra per berla tra un po’ di tempo!
A presto!
Cristian
*sburla: inf. Sburlare – spingere con forza
(dialetto parmigiano)
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