Ho
attraversato una Milano bagnata, lucida come lamiera, dura come lamiera e sono
entrato al Leonca.
Non avevo
aspettative ma solo un gran mal di testa, una morsa mi schiacciava la nuca.
E fuori ricominciava a piovere.
Pioggia.Rosso.Acciaio
E fuori ricominciava a piovere.
Pioggia.Rosso.Acciaio
Sono entrato con
Mauro Cecchi e ci hanno dato i soliti bicchieri impossibili, gli “ISO”, il bicchiere
da vino di Barbie e Ken.
Vabbè mi
dico, sono il solito pirla che non si è ricordato che qui fa molto di
“sinistra” bere in ‘ste fialette di vetro.
Giro, incontro
gente, parlo…poco, perché Mauro è una forza della natura e perché ogni parola che proferisco è
una fitta nel cervelletto.
Negli
assaggi cerco il Piemonte (cosa rara per me che provo con sforza di smarcarmi
da ogni forma di campanilismo) senza disdegnare il resto, ovviamente.
Eraldo
Revelli, Farigliano (CN)
Buoni tutti i
loro Dogliani, è ora di riscoprire il Dolcetto e di riportarlo in tavola.
Farigliano è in alto ed è esposto ai venti che arrivano dalle montagne e si sente.
Produttori di grande umiltà e umanità.
Farigliano è in alto ed è esposto ai venti che arrivano dalle montagne e si sente.
Produttori di grande umiltà e umanità.
Quat gat, piccoli viticoltori vercellesi.
Matteo Baldin, Franco Patriarca, Luca Caligaris
Nord Piemonte, Gattinara e Bramaterra, nebbiolo e altre uve (vespolina e bonarda novarese) vini che mi incuriosicono da sempre e che l’industria del tessile e della rubinetteria ha svuotato di senso.
I quat gat
(quattro gatti) sono quasi garagisti e dalle loro mani escono vini un filino
ruvidi ma di grande intensità, da seguire e soprattutto da bere.
Cantina Margò di Carlo Tabarrini
Grechetto
e trebbiano soprattutto, esprimono un’Umbria affilata e tagliente con acidità
vertiginose e sapidità da fleur de sel.
Salivo assetato scrivendone!
Salivo assetato scrivendone!
Bosco
Falconeria, Partinico (PA)
Antonio e Mary Taylor Simeti
Antonio e Mary Taylor Simeti
Catarratto
anche in versione orange il "Falco Peregrino" molto interessante, succoso e con tannini inaspettati
e bella sapidità, quello vinificato in bianco è molto “Sicilia” (lo dico perché
ultimamente ne ho assaggiato uno molto Alto Adige!), rotondo, maturo ma
ficcante, con profumi di macchia, di finocchietto
Torniamo alla domanda iniziale: “La Terra Trema?”
Di sicuro trema
perché è malata e queste piogge iniziate sei mesi fà, forse sono le linee di
febbre del pianeta ma non mi pare che interessi a molti cambiare approccio al
nostro modo di abitare il mondo.
Tornando
al vino, direi che la terra non trema più molto, mi pare da un po’ di tempo di
leggere in filigrana una stanchezza nei vecchi vigneron e poche novità, pochi
giovani che si inseriscono trascinati dalla volontà di emulare i “maestri”,
intere regioni latitano, denominazioni ricche latitano o snobbano il confronto
con il basso, la causa potrebbe essere la proliferazione di fiere e una certa
tendenza degli organizzatori a riproporre le cose certe, consolidate piuttosto che cercarne di
nuove.
Persino sul web, a parte certi irriducibili, ci si accapiglia di meno sui concetti cardine “lieviti indigeni” e “naturale”.
Persino sul web, a parte certi irriducibili, ci si accapiglia di meno sui concetti cardine “lieviti indigeni” e “naturale”.
Un nuovo
mondo, ecumenico, buonista, neoliberista, populista, presenzialista,
conformista è alle porte?
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