Il
Nebbiolo dicono gli ampelografi sarebbe nato in Valtellina o giù di li, poi si
sarebbe diffuso in Piemonte a cominciare dal nord poi sempre più giu.
Si
trovava anche in Monferrato ora non più.
I
nebbioli del nord Piemonte mi affascinano, forse perché sono rari e io ho
derive snob ma non solo, mi piace che la loro durezza sia non tutta nei tannini
urticanti ma ben distribuita fra acidità viva e tannino.
Poi
sono diafani, scarichi, esangui (di solito) molto nobili già nell’aspetto.
Non
innalzano colori e concentrazioni muscolari.
Sono
vini che li apri, li finisci e poi dopo un po’ dici buono!
Hanno
una beva decisamente più semplice, friendly, gastronomica dei fratelli del sud.
Semplice
però non vuol dire banale, i profumi sono confidenziali, appassiti, timorosi,
rugginosi in sospensione nel liquido vivo e stupendamente acidulo.
Questa
versione delle sorelle Conti è così ritroso ma gioviale, compulsivo come le
produttrici.
E
il territorio malgrado una certa marginalità mediatica è evidentemente vocato a
produrre nebbiolo, da valutare e bere a secchi.
Kempè
Luigi
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