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lunedì 28 ottobre 2013

Metti una cena friulana. Ovvero la rivincita del Terrano. Di Niccolò



« simpri jote, simpri jote e mai polenta e lat » (detto friulano)

Metti una cena friulana a base di jota e salame con l’aceto.
Finalmente un’ottima occasione per bere Terrano.
La mente corre a quei produttori, quelli dei macerati. Quelli del confine geografico e linguistico, che non sai mai da che parte stanno. Considerati anche per probabile disponibilità: Zidarich, Cotar, Fon, Rençel, Kovac, Skerk, Castelvecchio.
Reperisco infine Zidarich 2010, Skerk 2010, Fon 2009.
Ho amato molto bere questi vini insieme perché hanno personalità forti e molto diverse. Mentre il vino di Zidarich rientra perfettamente nel prototipo del Terrano, Skerk e ancor più Fon, vanno forse più verso la direzione dei vini universali.

Fon il più largo, morbido, sontuoso. Se è vero che all'inizio un po' il legno sembra costruirlo, poi si rivela vino di grandissima stoffa, beva e profondità. Goloso ed emozionante. Solo in fondo il carattere più noto del Terrano.

Skerk tiene insieme i due aspetti, la sontuosità da affinamento in legno e pure la nota acidula secca riesce a dare tridimensionalità in un modo che mi ha ricordato le migliori Barbera. Belle le note d'incenso che si sposano bene col concetto.

Per Zidarich la scelta è filologica, anche se un po' di legno tradisce l'intento. Il più asciutto, corto. Maggiore acidulezza e verdismi. Il meno alcolico dei tre, è vino che non stanca e può vincere in certi contesti di cibo, ma con gli altri un po' fa la parte del vinino (che non è denigratorio, sia chiaro).

La considerazione che viene spontanea è che questi tre vini sono perfetti ambasciatori del Terrano nel mondo. Ognuno porta godimento, benessere e arricchimento del bagaglio culturale gustativo. Devo ammettere che su Fon c’è stata emozione e non avrei pensato potesse capitare con un Terrano. Infatti la mia simpatia per questo strano vino ho sempre pensato fosse prevalentemente intellettuale e legata ai ricordi del Carso.
Ora mi direte che ci sono altri validi ambasciatori. E io sarei ben contento di avere un po’ di consigli. Posso aggiungere che Rençel era l’unico che avevo dato per certo, ché per me è un vino caro. Ma purtroppo era finito.

Bonus track wine: qualcuno si sarà chiesto che cosa centra la Schiava di Manincor 2012. Beh, uno degli ospiti è arrivato con quella bottiglia e m'è sembrata un ottimo warm up. E in effetti è un vino con un bel tocco elegante e una beva piacevolissima, per nulla banale.


PS Ho pensato a lungo all'abbinamento del Terrano con quei due piatti. Sebbene infatti nel Carso delle osmizza il Terrano (o al limite il Refosco) sia il Vino Rosso, non è comunque banale armonizzare un sorso con un piatto come la jota dove la base di crauti dà quella tipica acidità, compensata nel piatto stesso dai fagioli, le patate e l'insaporimento suino. In questo senso forse il Terrano di Zidarich è il più azzeccato perchè ripulisce molto bene la bocca e non dà sensazioni caloriche e tutto sommato mima in qualche modo la magrezza del piatto. Quindi abbinamento in parte per affinità.
Per il salame anche lì c'è la parte acetica, molto netta, in un piatto dove la nota dolce però è prevalente insieme a una forte salatura. Il sapore è pieno e secondo me i due vini più sontuosi rendevano bene emergendo tutta la loro freschezza e tridimensionalità. 

Ma queste son chiacchiere che trovano il tempo che trovano...


5 commenti:

  1. Peccato per Rencel, uno dei "carsici" che preferisco.
    In una serata con Zidarich, definiva il suo terrano come figlio della quotidianetà. Così nasce e così "giovane e scorbutico" lo vuole tenere.
    Questa estate, parlando con Skerlj, ho capito che non è facile addomesticare un terrano, con il riscio di snaturare il vitigno.
    Complimenti per il tris!

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    1. A volte penso che un vitigno-territorio come il Terrano possa ammettere qualunque interpretazione, nel senso che è già talmente forte la sua caratterizzazione che trovo lecita ogni variante. Purché poi sia buona e genuina. Un po' come alcuni vitigni aromatici, che "reggono" bene anche vinificazioni estreme.

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  2. kovac come l'hai trovato? valentina

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    1. scusa Valentina, si è persa la mia risposta. Kovac non l'abbiamo aperto quella sera. Io l'ho bevuto qualche mese fa e l'ho trovato molto fresco e molto filologico. Sicuramente più semplice di quelli citati, ma valevole un assaggio. D'estae fresco era un bel bere!

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  3. Il Terrano di Skerk assaggiato qualche tempo addietro (ma non ricordo se fosse un 2010 o no) mi è parso un po' eccessivo; quello di Zidarich si, forse più semplice rispetto a Skerk, però del Terrano mi piace più il suo carattere di immediatezza che non la ricerca della perferzione.

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