L’annata 2009 del Dettori Bianco è segnata dalla
guarigione dalla peronospora.
Le piante non ancora in regime di produzione normale hanno dato il meglio che potevano.
Una ricchezza estrattiva forse senza precedenti in un vino già tradizionalmente ricchissimo.
Un vino che si è portato in bottiglia una straripante vitalità che nel trasporto ha preso spuma, quando l’anidride carbonica disciolta al momento dell’imbottigliamento si è liberata prepotentemente.
Ingredienti:
Badde Nigolosu
Alessandro Dettori
Vermentino
Zolfo
Il naso è ricco, compatto, appena iodato e con un abbozzo di ossidazione.
In bocca, in primo piano, quasi a strutturare la scena: dolce residuo e amarezza. In equilibrio.
Dinamizza un’elegante carbonica, sottile, fine e persistente. L'acidità non si nota, ma c'è.
Poi una serie di suggerimenti che vanno dall’uovo allo zucchero di canna, dal candito alla freschezza balsamica di eucalipto.
La consistenza e alcune impressioni sia al naso che in bocca, suggeriscono un’idea di passito; refoli quasi da Moscadeddu. Invece il vino tiene il quasi secco ed esprime elevata bevibilità, proprio grazie a un insieme di elementi che si giustappongono armonicamente.
Le piante non ancora in regime di produzione normale hanno dato il meglio che potevano.
Una ricchezza estrattiva forse senza precedenti in un vino già tradizionalmente ricchissimo.
Un vino che si è portato in bottiglia una straripante vitalità che nel trasporto ha preso spuma, quando l’anidride carbonica disciolta al momento dell’imbottigliamento si è liberata prepotentemente.
Ingredienti:
Badde Nigolosu
Alessandro Dettori
Vermentino
Zolfo
Il naso è ricco, compatto, appena iodato e con un abbozzo di ossidazione.
In bocca, in primo piano, quasi a strutturare la scena: dolce residuo e amarezza. In equilibrio.
Dinamizza un’elegante carbonica, sottile, fine e persistente. L'acidità non si nota, ma c'è.
Poi una serie di suggerimenti che vanno dall’uovo allo zucchero di canna, dal candito alla freschezza balsamica di eucalipto.
La consistenza e alcune impressioni sia al naso che in bocca, suggeriscono un’idea di passito; refoli quasi da Moscadeddu. Invece il vino tiene il quasi secco ed esprime elevata bevibilità, proprio grazie a un insieme di elementi che si giustappongono armonicamente.
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