Pagine

giovedì 12 settembre 2013

Neuroni estivi di Niccolò

Dopo una vacanza “luglienga” in Corsica piena di delusioni, eccetto un buon Barolo Vigna Gattera 1998 di Gianfranco Bovio (giuro), ho proseguito in Valsesia dove ho avuto la fortuna di trovare ancora una bottiglia di Grignolino 2009 di Crova, che avevo raccontato l’anno scorso, ancora bello frizzantino (!) e devo dire stupefacentemente buono.



A cavallo fra i due mesi poi la grande cena di noi amicidelbar, con alcuni vini davvero memorabili. A parte la cuvée La Mémé 2007 di Gramenon, da farci l’amore, e il primo incontro con Kurni, 2008, sorprendente bevanda crema di uova caffè spezie, mi hanno colpito il Rosso di Montalcino 2010 del Paradiso di Manfredi, grande acidità e piacevoli spigoli di sangiovese e il possente Montepulciano 2005 di Pepe, a detta di molti poco riconoscibile, ma che nel suo distendersi nel bicchiere è arrivato in fondo ai primi posti. Nei bianchi l’incontro con la 2006 del Rigogolo di Bragagni, che marca uno stile (mica ci riescono in tanti).

Poi è iniziato il periodo agostano nella Milano d’afa e calore, ma che riserva sempre belle sorprese nel bicchiere. Del Sauvageonne 2010 di Griottes ho già detto e così pure dei due macerati Amphora 2004 di Lispida e Breg 2000 di Gravner.

Galeotto fu l’incontro con Marco Trevisan, importatore con Jardin du Vin di pezzi di Francia davvero molto interessanti, oltre che distributore dei vini di Antonuzi.
Non ho ancora approfondito, ma il litro di Pinot Noir alsaziano noS02 di Riesch ha più di un perché, forse un po’ pulitino per i miei gusti, ma da “sbanca il banco”.



In una memorabile serata a La Cieca sono stati triturati dai nostri stomaci, il Dinavolo 2005 (mi pare) di Armani freschissimo e vivo,  il bello spumante Caronte de La Cave de Morgex et de La Salle, Le Primeur 2012 di Antonuzi, tutt’altro che un vinello, i due Pinot Noir di Renaud Boyer, il Bourgogne Les Riaux 2011, beverino, e il Saint-Romain 2010 che ha bisogno di distendersi un bel po’ per attenuare il primo impatto da annata calda. Uno smagliante Riesling Grand Cru Munchberg 2009 di Julien Meyer, che mi ha davvero conquistato (e io non sono un fanatico del vitigno, né!). Due rappresentanti dell’avanguardia sud-natur-ista francese, il Fable 2011 di Gilles Azzoni dall’Ardèche, un bel vin de soif a base syrah, cabernet sauvignon e grenache e “Un pas de coté” 2011 di Axel Prufer dalla Lingudoca, super macerato carbonico a base grenache, merlot, aramon, cinsault e carignan. Un Nebbiolo d’Alba di Roddolo del 2003, bello cazzuto d’alcool, acidità e tannini e l’ormai classico aromatico Alea(tico) Jacta Est di Antonuzi! In chiusura un assaggio di Laherte Ultradition!

Punto. Respiro.

Una menzione speciale del mese va tutta al TORBIDO! 2001 della Cascina Ebreo di Weimer Gygax, un Barolo sbarolato di personalità grande. E pure di grandissima beva. Nebbiolo all’ennesima potenza che ti domandi come caXXo abbiano potuto escluderlo dalla Denominazione. Ma tant’è. E siamo abituati ormai ai declassati eccellenti! Interessante, ma per me molto meno beverino, il suo Barbera.



Altra menzione allo Cheverny 2011 di Puzelat grande sostanza per un vero campione di beva. Un gioiellino. Nella stessa sera, inaspettata e itinerante, che rimarrà a lungo nella memoria, una bottiglia di Vouette et Sorbée Cuvée Blanc d’Argile 100% chardonnay, tagliente lama laserina, con un naso che marchia la memoria. Grande esperienza grazie a un grande amico.



La 2009 del Tres Uves di Barranco Oscuro mi lascia sorpreso per l’integrità e il carattere quasi mediterraneo, senza ossidazioni. Un bel vino all’inizio di un percorso e una strada molto diversa dall’annata precedente, piena di stranezze e di derive ossidative.



Poi una sera con due amici, già verso quell’impressione da “estate che sta finendo”, il T’ara rà 2009 di Cantina Giardino, ormai un evergreen, e una delle mitiche bottiglie di Gianfranco Manca dell’annata di grandine 2009, Kussas intrandu a manu ‘eretta. Annata minore, dove secondo me escono dei vini straordinari. Grandi.



Il 15 agosto sono passato da Molare, vicino a Ovada, da Viviano. Fa tre declinazioni di Dolcetto: I Ricordi, Selezione Raffaella e, nelle annate che glielo permettono, un Eros da uve surmaturate sulla pianta. Lui + il luogo+ le vigne + la cantina + nonsoche danno luce a dei vini di grande vocazione. Fa anche una barbera possente da vigne vecchie, che gli esce a 15 gradi. Premiato, mi pare nel 2002, da Massobrio, poi ha iniziato a filtrare in modo blando per andar incontro alla domanda di ristoratori e clienti della zona. E, purtroppo, vende sempre tutto in un battibaleno, mentre le sue bottiglie, per mia esperienza, migliorano esponenzialmente col tempo. A parte questi due difettucci, restano grandi dolcetto che a distanza di un paio d’anni dalla vendemmia, oltre a tirar fuori fondi importanti in bottiglia (per fortuna), sviluppano alcune fra le note più belle di quell’uva in quei luoghi. Sapori calcarei e tabaccosi, di frutti rossi; e poi il dolcetto da quelle parti ha una qualità del tannino superlativa! Forse l’anno prossimo tornerà a non filtrare, almeno in parte, e io gli ho già prenotato un po’ di vino. Fa anche un Cortese gustoso; già finito.




In un tranquillo mercoledì sono stato a Broni da Maga. L’ho trovato stanco e provato dall’episodio della rapina di fine aprile. Era già sera e la visita è stata un po’ sbrigativa. Sono tornato con un po’ di annate minori* (per lui), in una serata fantastica di luna piena. Mi rimarrà sempre il ricordo del passaggio sul Po con il crepuscolo e il profilo del Rosa a sinistra e la palla di luna riflessa sul fiume sulla destra, mentre percorrevo il ponte della Becca.



La birra Sensu al chinotto savonese ha cremosità e dissetanza notevoli, sapevatelo!

E ancora, un’anticipazione, presto sui banchi del bar, il bel Syrah + Grenache di Hirotake Ooka.


Stei tiuned.

*Curiosità: il Vigna Ronchetto 1996 ha il corpo di un Pinot Nero e un'acidità spaventosa!




3 commenti:

  1. Mi hai ubriacato!
    L'ovadese mi manca e la pulce e' gia' nell'orecchio...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che non condivide l'Ovada neanche con la redazione! E sono anni che gliene chiedo un sorso!

      Elimina
    2. boni, state bbboni... Grazie Hazel di aver commentato dopo esserti sorbito questo lungo elenco! Il pb per uno come me è dimenticare le bottiglie nella mia inesistente cantina così da potele bere al momento giusto. Viviano è così. Va aspettato. Io ho avuto fortuna di trovare delle bottiglie già un minimo affinate e ne ho apprezzato la grandezza https://www.vinix.com/myDocDetail.php?ID=5863&lang=ita.
      Luigi attualmente ho una (sola) bottiglia di Eros 2010: dimmi dove e quando.

      Elimina