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mercoledì 14 agosto 2013

Les Vieux Clos, Aoc Savennières 2007, Nicolas Joly


Non sono un amante dei vini di Joly però un mito va conosciuto per essere “inquadrato” e poterne argomentare le eventuali delusioni.
Ho quindi ordinato questa bottiglia con la speranza mista a preoccupazione.
Altre volte i suoi vini erano pesantemente ossidati con sentori da distillato, non mi avevano mai convinto appieno.
Invece questa era in ottima forma, appena aperta ha dato qualche colpo di alcolicità un po’ scomposta (incredibilmente segnava in etichetta 15%vol figli evidentemente di una annata calda), poi rientrata nei ranghi, ha lasciato che parlasse una sapidità rocciosa con accenni di idrocarburi (che mi paiono un po’ la cifra della denominazione Savennières), acidità viva, forse aiutata da una volatilina impertinente ma sopportabilissima, agrumi maturi quasi sulla via della caramelizzazione, effetto di ossidazioni comunque presenti in questo vino, forse un po’ di botrytis.
Ottimo vino, profondo, affetto da quelle imperfezioni che in questo caso hanno dato più che tolto ma il gioco è difficile, come camminare su una corda tesa.
Kempè

Luigi


6 commenti:

  1. I vini di Joly sono come la roulette. 40% di probabilità che siano straordinarie, anche sublimi. 60% di probabilità che siano infette, da tazzare. Non c'è via di mezzo. La mia teoria: passa troppo tempo a fare il guru e troppo poco in vigna.

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    1. Io fino ad ora sono stato più fortunato, incrocio le dita. Tra l'altro - cosa assai curiosa - ho avuto più problemi (nel senso di bottiglie "fallate") con il Coulee de Serrant che con il Les Vieux Clos. Bottiglia che anzi ho sempre trovato molto puntuale e piacevolissima nel raccontarsi. Con, e qui voglio sottolineare un aspetto centrale, un favolo rapporto tra godimento e spesa.

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    2. Io non ho una statistica affidabile sul rapporto fra bottiglie "giuste" e "sbagliate" l'unica percezione che ho e che la Loira ormai è una fucina di produttori di alta qualità che spesso, questo è il mio pensiero, hanno superato in nitore ed espressività l'indiscusso "guru" Joly (senza il quale, forse, non saremmo qui a parlare di Loira), anche per ciò che riguarda il prezzo.
      Comunque è un bel bere anche se pare più una interpretazione del vino più in Jura style (Mike perdonami ;))
      buon ferragosto e grazie di essere venuti al bar per fare due chiacchiere.
      Luigi

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  2. Io ho bevuto solo una volta Les Vieux Clos. Era l'annata 2006 e... mi è piaciuto tantissimo.

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  3. La scorsa estate provai la 2008 e mi piacque parecchio, anche in questa annata gradazione importante se non ricordo male sempre 15% ossidazione e volatile anche qui a braccetto

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  4. Nicolas Joly e i prezzi: non dimentichiamo che il suo primo lavoro è stato quello di banchiere per poi passare alla fine degli anni 70 ad occuparsi della bellissima proprietà di famiglia :)
    Grande la sua intuizione di convertire alla biodinamica le sue vigne, un vero precursore, e grande il suo lavoro per diffondere questa pratica agronomica fra i vignaioli di tutta Europa, spesso viene in Italia a tenere corsi a Cascina degli Ulivi da Stefano Bellotti di cui è grande amico, il posto migliore per bere i suoi vini, vini che necessitano di buone condizioni di conservazione, cosa che sarò noioso a ripeterlo ma spesso è difficile riscontrare.

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