Carlo poi mi dice «ho trovato una bottiglia di Castello di
Lispida Amphora 2004…» mi conosce bene e ogni dubbio è dipanato. Per accompagnare decidiamo un Breg 2000 di Gravner.
Come dire: Maestro e discepolo.
I luoghi non hanno parentela, se non forse per qualche assonanza negli accenti degli indigeni, ma è comunque macerazione. Esasperata. Ultima annata senz’anfora per Gravner, e forse terza con anfora per Sgaravatti che riprende anch’egli la vinificazione caucasica con le anfore interrate, ma, dettaglio che si rivelerà decisivo all’assaggio, dolie di terracotta per l’affinamento. Blend carsico a predominanza sauvignon bianco per Josko e tocai per Alessandro.
Si capisce quindi che siano due vini completamente diversi. Almeno questo contrasta l’idea ormai banalmente diffusa che la macerazione sia omologante. Entrambi hanno una personalità fortissima e chiaramente sono vini esasperati. Breg è un vino solido, che esasperando la metafora, è come un mobile antico, lavorato nel dettaglio, levigato e lucidato con cura maniacale e parla più di eternità che di vitalità.
Amphora è un vino che all’inizio è quasi puzzolente. “Vomitino” è definito con accordo unanime il sentore non proprio per stomaci deboli. Ma c’è già più freschezza. Il vino si trasforma veloce nel bicchiere; l’acidità, dapprima molto tamponata, si libera un po’ alla volta, aiutata dallo sprigionarsi di un residuo carbonico. Ogni sorso è sempre più pulito (o forse anche il vomitino, se ti abitui, non è tanto male). Il vecchio Breg rimane lì a guardare, perso nell’eternità, forse immaginando le future generazioni che cresceranno in anfora e diventeranno famose.
Come dire: Maestro e discepolo.
I luoghi non hanno parentela, se non forse per qualche assonanza negli accenti degli indigeni, ma è comunque macerazione. Esasperata. Ultima annata senz’anfora per Gravner, e forse terza con anfora per Sgaravatti che riprende anch’egli la vinificazione caucasica con le anfore interrate, ma, dettaglio che si rivelerà decisivo all’assaggio, dolie di terracotta per l’affinamento. Blend carsico a predominanza sauvignon bianco per Josko e tocai per Alessandro.
Si capisce quindi che siano due vini completamente diversi. Almeno questo contrasta l’idea ormai banalmente diffusa che la macerazione sia omologante. Entrambi hanno una personalità fortissima e chiaramente sono vini esasperati. Breg è un vino solido, che esasperando la metafora, è come un mobile antico, lavorato nel dettaglio, levigato e lucidato con cura maniacale e parla più di eternità che di vitalità.
Amphora è un vino che all’inizio è quasi puzzolente. “Vomitino” è definito con accordo unanime il sentore non proprio per stomaci deboli. Ma c’è già più freschezza. Il vino si trasforma veloce nel bicchiere; l’acidità, dapprima molto tamponata, si libera un po’ alla volta, aiutata dallo sprigionarsi di un residuo carbonico. Ogni sorso è sempre più pulito (o forse anche il vomitino, se ti abitui, non è tanto male). Il vecchio Breg rimane lì a guardare, perso nell’eternità, forse immaginando le future generazioni che cresceranno in anfora e diventeranno famose.
Amphora 2004 bevuto un paio di anni fa piu' o meno.
RispondiEliminaLo ricordo elegante ma forse perche' me lo aspettavo piu' pesante. Boh.
Un buon ricordo,anyway
A me è piaciuto parecchio nonostante l'inizio. E sicuramente posso confermare un bel vino di gran freschezza e a suo modo elegante! Il Breg di quell'anno ti è capitato?
EliminaPurtroppo no.Lo bevo solo quando qualche anima candida me lo regala:)
RispondiEliminama allora questo Breg 2000 di cui mi resta una bottiglia è da bere o da tenere?????
RispondiEliminaPer me durerà altri dieci anni senza problemi. Ma non credo che cambierà così tanto. Quando decidi di berlo, comunque, lo farei mangiando. Magari qualcosa di mediorientale e/o speziato! Facci sapere come va e grazie per esser passato dal bar in questa quiete agostana.
EliminaAmphora 2005 bevuto quest'estate.
RispondiEliminaUn regalo della mia fidance', debitamente stagnolata l'ho portata ad una cena tra amici. Bottiglia imbarazzante: scomposta, scostante, acidita' completamente fuori controllo ben oltre la soglia del fastidioso. Ne ho finito un bicchiere solo per amore, il resto potete immaginarlo. Credo che l'estremizzazione dei processi di vinificazione non debba prescindere dal fine ultimo del vino: l'essere bevuto.
Il rischio e' che rimanga un esercizio di stile fine a se stesso privo di ogni senso.
Con Gravner quelle poche volte che ho avuto modo di berlo non mi e' mai capitato. Sempre bottiglie un passo avanti agli altri.
Ma questa boccia di Lispida -tra l'altro costo' una mezza fucilata- proprio no.
Ciao Gabriele, mi pare probabile che la bottiglia che hai bevuto non fosse a posto (o la 2005 ha dei problemi). Nel processo che usa Lispida per l'Amphora sinceramente non vedo estremizzazioni fine a sé stesse più di quante usi Gravner per i suoi vini. Io ho pagato la bottiglia 18 euro, attraverso un amico. Poi che i vini siano estremi l'ho scritto, e che ci sia molta variabilità nell'Amphora credo sia vero. Ma infine, penso si sia capito, per me era più bevibile Lispida di Gravner.
RispondiEliminaCiao Niccolò, è probabile che la bottiglia non fosse delle migliori ma non sembrava avere difetti palesi. E' comunque l'unica stappata, quindi non saprei.
EliminaDi Gravner mi mancano assaggi pre-anfora e di Lispida tutto il resto, ma facendo un ipotetico paragone -assurdo- tra i due trovo che Gravner sia avanti una spanna. Tutto gli assaggi fatti di quest'ultimo erano sempre di una pulizia esemplare e quasi chirurgici nell'espressione. A questo mi riferivo quando parlavo di estremizzazione dei provcessi di vinificazione: se il risultato è questo ben vengano, se no a che pro?
Comunque il mio discorso lascia il tempo che trova. Due bottiglie son davvero nulla.
A proposito di prezzi: la mia bottiglia di Amphora credo costò qintorno alle 40€, da Peck (e questo spiega tutto).
Gabry