Il
vitigno è il Vital, bianco autoctono di Lisbona, i vigneti sono piccoli, sparsi
su un areale ampio e molto vecchi, ad alberello su terreni calcarei rocciosi a
pochi chilometri dal mare a circa 350 metri di altitudine, il mare per noi mediterranei
è simbolo di calore, di brodo primordiale, in Portogallo, che si affaccia sull’Atlantico
molto freddo a queste latitudini, aperto alle perturbazioni nord che arrivano
dirette dirette dalla Groenlandia non è esattamente così.
Tutto
questo freddo si sente nel vino che è quasi algido, verticale, minerale ma
senza eccessi di salsedine, quasi scarno
e citrino, leggere affumicature.
L’acidità
mi ha colpito perché non è aggressiva anche se presente, molto soft ma
pervasiva, il vino sconta solo una leggera sensazione watery sul finale.
La
sensazione è che sia un vino da invecchiamento, i terziari sono già lì in
sottotraccia, chissà cosa succede a questo vino, figlio del vento atlantico
(voi che leggete non potete farvene un’idea della potenza dei venti in queste
zone, sembra che entrino dentro, nell’anima, incessanti e arroganti) con il
passare degli anni.
Molto
interessante anche il Tinto 2005 a base di Touriga Nacional, freschissimo ed
elegante con tannini fusi e di grande piacevolezza.
Molto
buono il vendemmia tardiva di Vital, dolce senza esserlo, affilato, con acidità
residuale e bella mineralità.
Kempè
Luigi
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