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venerdì 21 novembre 2014

Alla Società di Canischio con I Vignaioli Valperghesi

di Vittorio Rusinà

Questa è una storia di miracoli, miracoli semplici, di campagna, fatti dagli uomini con l'aiuto degli dei.


C'era una volta e c'è ancora Enofaber, il mio amico Fabrizio, uno che ama il vino come pochi, insomma un giorno mi invita a una degustazione con i Vignaioli Valperghesi, è di sabato pomeriggio, sono quasi tutti garagisti, la si fa alla Società di Canischio, sopra Cuorgnè, poi si cena tutti insieme.


La Società di Canischio, tutta rinnovata, è il progetto di Paola Moiso, nella foto qui sopra dietro al bancone, creato per aiutare sua figlia Arianna, diversamente abile, a inserirsi in un contesto lavorativo e sociale. E' un posto in cui si sta bene, in cui il tempo passa ancora lento, come una volta quando qui c'erano solo vigne, orti e meli.


Io non so dove Fabrizio, nella foto mentre versa il Lambrusco canavesano dei Feroci (rarità), ha scovato i Vignaioli Valperghesi, credo ad una passeggiata gastronomica, ma insomma li ha scovati, e li ha radunati a condividere i loro vini, ah che forza della natura Faber, è uno che ama la terra in cui vive e poi ha il terzo occhio.





Una ventina di bottiglie coperte, diverse con tappo a corona, da uve erbaluce, barbera, chatus, neretto, freisa, nebbiolo, bonarda.



Subito un colpo al cuore, l'Erbaluce 2013 di Michele Autretto, 300 bottiglie già esaurite, lieviti indigeni, torbido come piace a me, naso complesso, minerale, sapido, gran beva, distante dagli Erbaluce "pacciocati" che conosco. Io penso che l'Erbaluce deve ancora trovare una sua vera espressione, una sua espressione naturale senza tutti quegli interventismi che sono tipici della zona di produzione da cui proviene. 



Altro colpo al cuore il Rosso San Martino (3 euro, avete letto bene!) il Rosso Comunitario prodotto con le uve del territorio conferite da tutti i Vignaioli Valperghesi, grande beva, freschezza, vino da cibo. Bello questo vino condiviso, un rosso da tavola prodotto con più tipologie di uve, come si faceva un tempo in campagna.
Altri vini che mi piace segnalare: i Lambruschi e la Freisa dei Feroci (si chiamano così dal nome del trattore che usano nei campi), Il Rosso Canavese di Coggiola da seguire.
Una degustazione che mi ha sorpreso, un gruppo di vignaioli che cerca di difendere e valorizzare le ultime vigne della zona, un tempo vocata all'agricoltura poi abbandonata per le industrie della zona che però ora sono in crisi, in crisi profonda.
Consigli: avvicinarsi alla viticoltura bio, inesistente in zona purtroppo, fermentazioni spontanee, no a chiarifiche e filtrazioni invasive, meno barrique, puntare anche a etichette che richiamino singole vigne e territori (Rosso Canavese non è poi così attraente), continuare a confrontarsi con valide realtà esterne.
Un gruppo di vignaioli che va sostenuto, andiamo a trovarli, andiamo a bere i loro vini nelle loro piccole cantine.



http://www.vignaiolivalperghesi.it

1 commento:

  1. Talmente bello che ho quasi paura possa essere tutto uno scherzo. Ma Enofaber non scherza mica, è uno forte ;-)

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