di Andrea Della Casa
Bottiglia bevuta al ristorante dove per una serie fortuita
e fortunosa di coincidenze, che non vi sto a raccontare perché esulano
totalmente dal significato di questo post, il nostro pranzo è durato circa 3
ore.
Tempo che è poi risultato essere fondamentale.
Tempo che è poi risultato essere fondamentale.
La curiosità di provare questo Nobile era proporzionale alla sua fama. Ne ho una bottiglia in cantina ma ancora tappata e di annata diversa, 2007, che pare aver visto legno nuovo che è un po’ la mia kriptonite.
Per cui prima di “bruciarmi” volevo provare un’annata differente.
Questa 2006, appena sveglia, non mi da grande soddisfazione, anzi. Il naso è chiuso, appena vanigliato, ma è nel sorso che incappo nella delusione più profonda. Il vino si offre rotondo, smerigliato, seduto, e con un tono legnoso non invasivo ma ben percettibile e, al mio palato, fastidioso e quasi omologante.
Frustrante risultato per un vino su cui nutrivo alte aspettative.
Roteo il bicchiere più volte ma nulla, il vino rimane sopito.
Poi dopo più di un’ora di pranzo e una decina di minuti che non mi approcciavo al calice accade l’impensabile.
Tuffo il naso nell’apertura e resto esterrefatto per la sorpresa: note di caffè come all’ìnterno di una torrefazione, e poi frutta matura, spezie, tabacco....
Wow!
Il vino si era svegliato davvero stavolta ed era uscito dalla sua tana di rovere che ora era totalmente scomparsa.
Anche in bocca quella sensazione fastidiosa era svanita, scacciata da un sorso teso e vibrante, tannicamente tollerabile, scalpitante, vivo, come se qualcuno di nascosto avesse cambiato la bottiglia. Sorprendente.
Questo fatto mi ha così riportato alla mente tanti assaggi (forzosamente) frugali e deludenti: chissà come sarebbero stati se avessi dato loro il giusto tempo?
Succede con molti vini ed è per questo che tendo a provarli a casa con tranquillità e magari a qualche giorno dall'apertura.
RispondiEliminaDiscorso diverso al ristorante: Abbiamo il tempo di aspettare questi vini?
Personalmente non riesco a starmene seduto ora al tavolo e quindi mi "perdo" queste bottiglie.
Fra le tante sfortune di essere un bevitore solitario, c'è anche qualche fortuna. Infatti per me una bottiglia dura sempre (tranne casi in cui vengo posseduto da attacchi di beva compulsiva) almeno due giorni. Secondo me questo è il tempo giusto per farsi un'idea abbastanza precisa del vino, se stiamo parlando di vini vivi, come in questo caso. La dinamica delle prime ore dice molto, ma anche il day after spesso dà qualche ulteriore spunto.
RispondiEliminaVino stupendo, teso e magnetico. La miglior Riserva targata 2006 che Montepulciano abbia espresso, forse il miglior rosso di Dora io abbia mai assaggiato.
RispondiEliminaE non ne ho neanche una bottiglia (disperazione).
Infatti dite bene, il problema è spesso non avere o non dare a certe bottiglie il giusto tempo. E così nascono giudizi sbagliati e decise cantonate. Proprio un peccato.
RispondiEliminaIl discorso del tempo da concedere ad una bottiglia stappata e al suo liquido nel calice non fa una piega, esistono alcuni vini che hanno il diritto/dovere di potersi esprimere al meglio aspettando un attimo per farli sgranchire e trasmetterci emozioni vere e serie, penso ai vini di Radikon, Tenuta Grillo, Cornelissen, Cantina Giardino, per citarne 4 sulla bocca di tutti gli appassionati un pò bruciati e flashiati enoicamente.
RispondiEliminaMa adesso non esageriamo, non è che per ogni bottiglia stappata, blasonata o meno, e neanche con più di 10 anni sulle spalle possiamo aspettare 3/4 ore per apprezzarla al meglio!!!
Fissati si ma drokati no...
Poi è ovvio che ogni circostanza ha la sua peculiarità, ma senza diventare malati!
Beh, certo Claudio.
EliminaMai fare di tutta un erba un fascio. Il riferimento è sottinteso a quelle bottiglie, come quella descritta, che effettivamente necessitano di tempo.
Altri vini, tantissimi, sono invece già estremamente godibili all'apertura.
Sai anche tu, però, che una bottiglia con tanti anni sulle spalle dopo qualche ora è sicuramente più affabile rispetto all'apertura. E se abbiamo tempo e voglia di aspettare può regalare belle emozioni.