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martedì 20 maggio 2014

Bianco Trebez 2009, Dario Princic e Lama Bianca 2012, Feudo D’Ugni, Cristiana Galasso



Dario Princic ci disse un anno  fa che in Friuli con la macerazione cercano di fare il “Vino”.
A suo dire, sono alla ricerca, nelle bucce dell’uva bianca, dell’archetipo, dell’essenza del vino che fondi un territorio che non ha tradizioni enologiche alte.
Citava la Borgogna ma su questo punto mi spunta un dubbio sulla liceità del parallelo.
La Borgogna è l’espressione di un luogo a mezzo di un unico, singolo vitigno usato come una cartina tornasole (nota1).
La macerazione è qualcosa di differente è un espediente alchemico di estrazione/distillazione dell’essenza del luogo intrappolata nella buccia. Forse è l’esaltazione di un processo che come fine ultimo ha la smaterializzazione, la concettualizzazione, l’astrazione.
In realtà il risultato organolettico, a dispetto della concezione quasi “metafisica”, è estremamente ruvido, materico, quasi bruciante (come i distillati alchemici).
Insomma mi viene in mente la definizione di Design che dava un grande Architetto e che potremmo parafrasare così: “ i macerati sono come dei pipistrelli mezzo topi e mezzo uccelli”.
Volano in alto ma sono terrignamente tirati in giù dal loro essere terrestri.
Vini di “testa” più che di “territorio”.
Anche se raccontano storie ancestrali e di ruvidità fisica.
Non ne vengo a capo!
Affascinano e repelleno.
Spesso mi deludono ogni tanto mi commuovono.
In questo caso il Trebez 2009 di Dario Princic mi ha colpito per due cose, appena acquistato un anno fa mi era parso “molle”, intenso ma senza spigoli che lo ravvivassero ora è venuta fuori una vivacità granulosa, vegetale e piccante (come di crescione) che lo ha reso trascinante.
Linfatico, pepato, con rimandi di infusi e spezie e pizzicori tannico/aciduli.
Potente e “scorretto”.
Il Lama Bianca mi ha ricordato in “levare” il Trebez, un poco più gentile, meno caustico, più etereo (nota2).
I profumi erano lievi ma pervasivi come quando si entra, ore dopo, in una camera in cui qualcuno si è spruzzato del profumo e ci immaginiamo i movimenti, i gesti, il suono della voce della persona che lo ha fatto.
Incredibile la capacità di tenuta del vino nei giorni successivi è il secondo giorno era più espressivo del primo.
Mi spaventa fare questo parallelo vista la distanza siderale che divide i vigneti, sia fisica sia ampelografica (nota3).
Kempè

Luigi


(nota 1)
Leggo oggi per la prima volta che il tornasole è prodotto con dei licheni che hanno la capacità di tingersi di colore differente in base all’acidità del liquido con cui vengono in contatto


(nota2) 
Nel senso di puro, limpido, incorporeo

(nota3)
Trebez è a base chardonnay, sauvignon, pinot grigio
Lama Bianca è a base trebbiano

6 commenti:

  1. A mio parere non è un caso e nemmeno raro che un vino naturale sia più espressivo i giorni seguenti all'apertura .. si tratta di cosa viva ...
    Massi

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  2. ""i macerati sono come dei pipistrelli mezzo topi e mezzo uccelli""

    e a noi piacciono le stranezze... bel racconto Luigi!

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  3. Pensavo l'altro giorno, in risposta alla solita litania sui "macerati che sono tutti omologati, sparisce vitigno e territorio a favore del metodo di vinificazione", che se questi detrattori si fermassero un istante e pensassero al Metodo Classico, si accorgerebbero che la stessa cosa potrebbe essere affermata con ancor maggior vigore. La soluzione è nel bicchiere, dove il metodo infine è solo un mezzo e l'espressione del luogo e del vitigno sono perfettamente rintracciabili.

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  4. C'è in questo scritto di Luigi molto per chi ha a cuore la scoperta del sottile nel grezzo, della possibilità di questa scoperta, del valore del sottile che tende all'alto ma è trattenuto dal suo essere sulla terra. C'è in Luigi anche una sorta di pudore nel scegliere il termine "la capacità di tenuta", io avrei osato "la vita", "cosa viva" come dice Massi nel commento sopra. Sono felice di condividere il desco con gli alchimisti amici del bar!.

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  5. Macerazione, materia metafisica.
    Michelangelo vedeva la figura intrappolata nel sasso, forse similmente la macerazione è l'essenza intrappolata nella buccia.
    Grazie Luigi.
    Cristiana

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