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mercoledì 17 settembre 2014

Bad Attitude/Nøgne Ø White IPA, l'ibrido che non ti aspetti.


di Diego DeLa



Di questa  birra avrei dovuto parlare almeno un mese fa, ma siccome l’estate 2014 è stata  molto blanda e pare sempre in procinto di iniziare a fare sul serio (attenti che arriva ottobre...) ci prendiamo una piccola libertà spazio-temporale e facciamo finta di essere pronti per andare in vacanza a gioire dei 40 gradi all’ombra, con un disperato bisogno di sollievo dalla calura.
Eccoci allora a parlare di una birra nata dalla collaborazione tra il birrificio ticinese Bad Attitude e i norvegesi della  Nøgne Ø, lo stile di riferimento è una delle ultimissime mode /evoluzioni/ sottogeneri della India Pale Ale ossia quel White IPA nato nel 2010 con l’intenzione di unire le peculiarità delle Wit/Blanche belghe (per cui utilizzo di una buona percentuale di frumento non maltato e spezie) alla potenza espressiva luppolata delle classiche IPA americane. Se poi questo sottogenere vada  quasi a sovrapporsi al ben meno noto mondo delle Wheat  Ales americane poco importa, nel vorticoso mondo birrario contemporaneo tutto viene macerato e digerito alla continua ricerca della next big thing e i discorsi da intraprendere sarebbero molteplici riguardo all'opportunità di queste continue proposte che sembrano albergare più nel terreno del marketing che in quello della ricerca brassicola vera e propria.
Comunque, al di là di queste elucubrazioni, andiamo spediti verso quello che più ci interessa: nel bicchiere  il colore è dorato, decisamente opalescente per l’utilizzo del frumento e la schiuma si mostra generosa, bianca e persistente.
Gli aromi al naso sono esplosivi  con un accento marcato deliberatamante sugli agrumi e la  frutta esotica, avocado e mandarino su tutti, dopodichè emerge anche una speziatura elegante a base di Curaçao e sali da bagno (coriandolo).
In bocca il corpo è esile e la carbonazione media, anche qui l’esplosione fruttata la fa da padrone  appena controbilanciata da una leggerà acidità che  rende la bevuta seriale; l’alcol (6.2%) non si percepisce affatto e  il finale conclude l’opera con un amaro agrumato, secco e  persistente davvero invitante.
Una birra semplicissima che fa leva su un naso straordinariamente fresco, da bere in quantità  e adattissima ad accompagnare carni bianche, insalate e frutti di mare, a condizione però di essere bevuta giovanissima, e qui mi associo alla richiesta di mettere in etichetta la data di imbottigliamento avanzata più volte sull'ottimo blog "Una birra al Giorno", in quanto la fragranza del luppolo tende a spegnersi velocemente in bottiglia e anche la presenza di una discreta percentuale di frumento rende questa birra non particolarmente stabile nel tempo.

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