di Riccardo Avenia
Per chi è assiduo frequentatore di questo virtuale bar, i vini di Tenuta Migliavacca di Francesco Brezza, non sono di certo una novità. Nel caso invece non conosceste questa realtà piemontese, accenno brevemente il modus operandi di casa: l'agricoltura è condotta con i criteri della biodinamica da cinquant'anni (l'ormai famoso Stefano Bellotti, è stato allievo di Francesco, per dire). Le fermentazioni - per quanto concerne il grignolino - avvengono spontaneamente in botti, con brevi macerazioni a contatto con le bucce. Matura successivamente nei medesimi contenitori, per un periodo che può variare dai 6 ai 12 mesi. Ridotte dosi di solforosa, esclusivamente durante l'imbottigliamento e nessun utilizzo di prodotti chimici.
Per un ulteriore approfondimento vi rimando dagli amici Vittorio e Luigi, che ne scrissero a suo tempo.
Dopo aver studiato io stesso tutto questo, non conoscendo personalmente questa realtà, mi resta solo lo stappare la bottiglia e tuffarmici metaforicamente dentro.
Il colore è rosso arancio, scarico e velato. Il bagaglio olfattivo che ricordavo dai grignolino bevuti in passato, qui sembra in evoluzione. I fiori sono in appassimento, la piccola frutta rossa, inizialmente fragrante, è ora matura ed intensa come in confettura. Si allarga alle spezie e ad alcuni sentori che in qualche modo, mi riportano al nebbiolo: cuoio, legno restaurato, smalto e confetti. Incredibile, non l'avrei mai detto, che nobiltà questo vitigno. Sarebbe bello versarlo alla cieca ad alcuni amici: sai quante ne sparerebbero e, quante ne sparerei anche io.
Il colore è rosso arancio, scarico e velato. Il bagaglio olfattivo che ricordavo dai grignolino bevuti in passato, qui sembra in evoluzione. I fiori sono in appassimento, la piccola frutta rossa, inizialmente fragrante, è ora matura ed intensa come in confettura. Si allarga alle spezie e ad alcuni sentori che in qualche modo, mi riportano al nebbiolo: cuoio, legno restaurato, smalto e confetti. Incredibile, non l'avrei mai detto, che nobiltà questo vitigno. Sarebbe bello versarlo alla cieca ad alcuni amici: sai quante ne sparerebbero e, quante ne sparerei anche io.
Il sorso è snello, godibilissimo, con una balsamica sapida acidità. Sotto, il ricordo di finissimi tannini. Tutto in perfetto equilibrio. Eleganza, dinamismo. Ritornano i fiori, ritorna il frutto, le spezie, torna tutto. Probabilmente, l'ho aperto nella sua quintessenza.
In queste poche giornate dicaldo sole, sbicchieratelo senza indugi bello fresco: ne godrete.
In queste poche giornate di
♥♥♥♥♥
P.s. Se non fosse stato per l'amico Enofaber ed il suo #grignolino1 (quanti bei ricordi. Quando ripetiamo, Faber?), questo vitigno sarebbe stato - per me - solo uno dei tanti da imparare a memoria per l'esame del terzo livello AIS.
Lunga vita a questi vitigni "minori", che come pochi raccontano un'inimitabile territorio e le sue tradizioni. Ma soprattutto, lunga vita ai vignaioli come Francesco Brezza, che ancora riescono a farci gioire, grazie a questi vini veri.
Io pensavo che tu Ric bevessi solo Lambrusco :)
RispondiEliminaQualche asso nella manica Vit, lo tengo sempre. Sia mai che arrivino amici a trovarmi!
EliminaIl mio grignolino preferito. Secondo me questo è un grande vino. Contrariamente ai suoi vicini di terroir va aspettato un po' in bottiglia.
RispondiEliminaCiao Nic,
Eliminabentornato al bar!
Ho detto più volte a francesco Brezza di tenere qualche centinaia di bt di Grigno e di Freisa e farle uscire almeno un anno dopo rispetto ai suoi tempi standard (la Freisa almeno due) ma non ci sente da quell'orecchio ;)
Anche io lo reputo un grande vino. Uno di quei 4-5 che porterei sulla Luna. Tocca a noi aspettarlo (detto da me che sono un impaziente della peggior specie). Francesco Brezza segue gli imbottigliamenti tradizionali e lì forse è giusto che finisca lì il suo lavoro.
EliminaIn generale i suoi vini hanno un dinamismo eccezionale in bottiglia quanto nel bicchiere e ogni sorso porta una novità. Per questo lo porterei via: per non annoiarmi mai.
Ciao Luigi, però capisco la necessità di rientrare economicamente prima possibile. Ho visto pochi contadini (dico contadini perchè l'azienda è davvero biodinamica e non c'è solo la vite) che lavorano duro come Francesco Brezza, in una zona lontana dai riflettori, senza compromessi, senza marketing, a prezzi incredibilmente onesti. E' anche un personaggio rude, per certi aspetti duro. Ma capisco e rispetto (non che tu non lo faccia, intendiamoci, dato che conosci quella realtà meglio di me). Le bottiglie (soprattutto di Freisa) me le tengo nella mia cantina ad aspettare il momento giusto.
EliminaFortunatamente ho la sana mania di tenere ferme le bottiglie in cantina. Di qualsiasi tipologia, anche quelle da bersi nell'immediato. Pensavo di rischiare con il grignolino, invece quello di Brezza... Vedete di cosa sono capaci i vini vivi!
EliminaE non dimentichiamo l'eccellente rapporto qualità/prezzo di questo e di tutti i vini di Francesco Brezza!
RispondiElimina