di Diego deLa
La storia della Brouwerij De Ranke inizia in un garage della Vallonia dove due
appassionati e un po’ temerari homebrewers, al secolo Nino Bacelle e Guido
Devos, creano (nel week end) la birra più amara del Belgio. In un certo
senso i due amici sfidarono un po’ la sorte introducendo un elemento alquanto
alieno alla grandissima tradizione brassicola che contraddistingue le
produzioni belghe, ma a quanto sembra, imbroccarono la strada giusta visto che
questa birra ha dato il via ad una sorta di filosofia produttiva nazionale
caratterizzata dall’abbondante utilizzo del luppolo.
Nel bicchiere questa XX
Bitter si presenta con un bel colore dorato lievemente velato, la schiuma
è pannosa, bianca e molto persistente.
Il naso rivela l’utilizzo di
malto pils con un ottimo attacco caratterizzato dal mielato ed esprime una
fragranza che ci riporta alla camomilla, si apre poi verso un floreale molto
delicato che richiama la lavanda e i fiori di campo, in seguito accenni
di crosta di pane e la nota erbacea data da luppoli nobili (hallertau e
brewers gold, rigorosamente in fiore, in questo caso), con l’alzarsi della
temperatura di servizio si presenta anche una sensazione olfattiva agrumata.
In bocca il corpo è medio così
come lo è la carbonazione; anche qui l’attacco è caratterizzato dal miele a cui
fa capolino la "belgitudine" con la classica speziatura data dal
lievito ed una nota tendente al rustico, arriva poi (finalmente) un’onda amara,
intensa, profonda, che vira verso l’erbaceo e la radice ripulendo il palato, Il
finale è caratterizzato da buona persistenza che chiude con estrema
eleganza un percorso degustativo di altissima qualità.
Una birra volutamente
sbilanciata verso l’amaro che riesce ad imporsi con autorevolezza e trova nel
gioco delle parti tra luppolo e lievito il suo punto di forza. Provatela con
delle albicocche secche.
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