I
vini di Natalino del Prete mi hanno sempre attirato, poi da quando Nossiter
li ha citati nel suo libro è diventato per me un obbligo assaggiarli.
Negroamaro,
Primitivo provenienti da vigneti ad alberello molto vecchi che mi incuriosivano
molto, soprattutto ora che si abbandona l’alberello per il filare e si è
passati da una vita a tre dimensioni a una bidimensionale.
Vinificazioni
con 0 solfiti (per nulla semplici da fare in posti caldi come la Puglia).
Un
anno fa incontrai Natalino e l’incontro, malgrado io fossi carico di aspettative,
non è stato coinvolgente, lui è un anziano contadino del sud, ritroso, timido
io un fregnone del nord che parla troppo e quindi non sono scattate alchimie
fra di noi.
I
vini assaggiati nella ressa mi erano sembrati buonini ma…
Meno
male che comprai un paio di bottiglie di Anne 2010, negroamaro da vigne
vecchie, acciaio, 0 solfiti, il primitivo non lo presi, conto di farlo
dopodomani a Fornovo.
Sarà
l’acciaio, sarà il vitigno (io ‘sto negroamaro non lo conosco per niente!)
comunque sia è un vino da corsa, fresco e ruvido e agile a sufficienza per
essere un vino conviviale.
La
succosità golosa è la sua caratteristica, con leggero amaricante (si chiama
negroamaro, sarà per quello?) molto sgrassante e piacevole.
Dunque
facciamo le cose con ordine:
profumi
intriganti di maturità fruttose e qualche accenno di acetaldeide (che a me
piace tanto ma proprio tanto), vien voglia di bere e il pensiero è che sia magari
un po’grassoccio invece entra con ruvidità contenuta di amarognolo e lieve
scossa tannica, fresco di acidità residuale (non imponente ma presente) e si
apre festoso nel palato, polveroso e minerale.
Buono e poco poco, è uno di quei vini da imbottigliare nel litro perché il
settantacinque è poco.
Lo
dirò a Natalino dopodomani.
Kempè
Luigi
Ho apprezzato i vini di Natalino fin dal primo assaggio avvenuto per caso ad un Vinitaly di 3-4 anni fa. In quell'occasione mi presentò anche le analisi dei suoi prodotti (richieste da VinNatur, a cui avrebbe partecipato il giorno seguente).
RispondiEliminaVini gustosi, di sicura bevibilità. E prezzi abbordabili, il che non guasta mai. ;)
Ho conosciuto Natalino lo scorso anno a fornovo, persona tranquilla, riservata e magari un po' ruvida, ma anche molto sincera e spiritosa se si ha la pazienza di ascoltarlo, praticamente come i suoi vini, autentici.
RispondiEliminaPurtroppo l'ultima bottiglia di nergamaro sapeva di tappo, almeno ho ancora una bottiglia di primitivo 2010 in cantina.
Questo produttore non lo conosco (ma mi rifarò presto). Mi colpiscono due cose nel tuo articolo:
RispondiElimina1) il passaggio da una vita a tre dimensioni a una bidimensionale (non so se è tua ma trovio la frase molto evocativa)
2) La tua predilezione per gli acceni di acetaldeide: anche a me la prima sniffatina di smalto (pur se appena percepibile) inebria, però già alla seconda diffido e alla terza mi ha bell'e stufato e il bicchiere resta lì, mezzo pieno.
Ho assaggiato quasi tutti i vini di Natalino Del prete, e l'Anne è quello che mi è piaciuto sicuramente di più. Inizialmente un pò ritroso, dopo una mezza giornata abbondante dall'apertura ha presso ben bene profumi e struttura ed è finoto in un batter d'occhio. Viceversa, devo dire che Primitivo e Salice Salentino mi hanno lasciato un pò freddino, pur lasciati abbondantemente a ossigenare, non hanno mai avuto quello "scatto in avanti" che mi aspettavo. Come Primitivo mi permetto di consigliare il "Macchia" di Pantun, che non so se era a Fornovo, ma penso sarà presente al Leoncavallo.
RispondiEliminaValerio Rosati
Vedrai che nel prossimo incontro scattera' anche il feeling.A dispetto della prima impressione e' un un uomo simpatico e colto.Se ricordo bene i suoi vini affinano tutti in vasche interrate di cemento ma potrei sbagliarmi.Io ho una predilizione per il Pioniere,un Salice Salentino non facilissimo ma di grande profondita'.
RispondiEliminache personaggio Natalino del Prete... conosciuto a Vinnatur... faccia da vignaiolo e vini rustici... come dice Luigi... meriterebbero il formato da litro...
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