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lunedì 14 gennaio 2013

La Corsica è un'isola di N.Desenzani

La Corsica è un'isola. Ma va?
Per me rappresenta l’esempio che mi ha spiegato il concetto per la prima volta.
Infatti le mie vacanze da neonato, fino ai primi anni ’80, sono sempre state corse.
Se è vero che il senso dell’isola te lo dà l’imbarco sul traghetto, è ancor più vero che una volta che sei di là, il tuo universo si ricostituisce a misura di figura chiusa, delimitata dal mare.
Il pensiero è unificante.
L’isola ha le montagne, l’isola ha il mare. L’isola ha la sua storia, spesso identitaria e tendente all’indipendentismo. Essere isolano è più forte di una nazionalità. Potrei andare avanti, ma credo che chiunque sia sbarcato su una terra circondata dall’acqua, possa intuire o aver ben presente o ancor meglio di me interpretare ciò che sto dicendo.






Le mie vacanze corse, da subito furono vacanze naturiste. Perché quella era la tradizione fondata dalla mia famiglia. Un’anomalia nel panorama delle famiglie italiane, dove il nudo spesso è peccaminoso, il sexy bikini invece santificato… ma questa è altra faccenda.
Invece come pratica il naturismo è concepito come “un modo di vivere in armonia con la natura, caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell'ambiente”.
Al di là di false ideologie o gusti personali, una delle categorie che io credo di aver recepito da quest’esperienza è una spontanea capacità di apprezzare la bellezza dei corpi senza vestiti, indipendentemente dal fatto che siano corpi maschili o femminili, giovani o anziani. Così come si apprezzano le geometrie delle piante o i disegni delle pietre. L’estetica della natura per l’appunto.
La Corsica è anche un posto molto vocato per la viticoltura. Molto vario, con terreni e climi differenziati, e non di rado uve rese autoctone da una tradizione millenaria.
Fra i principali vitigni sicuramente il vermentino fa la parte del leone per i bianchi, niellucciu e sciaccarello per i rossi.
Il niellucciu dicono che sia parente strettissimo del sangiovese e i risultati in bottiglia paiono confermare quest’ipotesi.
Ciò che non è per nulla facile è trovare vini naturali in Corsica.
Ma forse le cose stanno cambiando.
Fra i vini scoperti l’estate scorsa, meritano un posto particolare le produzioni di Nicolas Mariotti Bindi. Figlio di notabili di Bastia e destinato a un futuro della stessa specie, Nicolas è stato folgorato dal vino sul suo cammino, e dopo un apprendistato nella zona del Moulin à Vent sul continente, e un periodo dal grande saggio del vino naturale corso, Antoine Arena, è diventato chef de culture al Domaine Leccia, storico marchio della zona di Patrimonio e infine, aiutato da Orenga de Gaffory, discendente di una casata di nobili produttori storici, che gli ha dato in gestione delle vigne di vermentino e di niellucciu semi incontaminate,  ha cominciato a produrre i suoi, personalissimi, vini. Due le etichette: un Vermentino dal nome Le Pastoreccie, e un Niellucciu anch’esso in purezza dal nome evocativo di Porcellese Vieilles Vignes.
La scelta di Nicolas è stata senza scorciatoie, naturale. Ma con un gioco di prossimità lessicale o paronimia, l’impressione che ho avuto dei suoi vini è stata quella di vini naturisti.
Artefice della coltura biologica in vigna e del minimo intervento in cantina, Nicolas sceglie di vinificare in acciaio, di non chiarificare, di non filtrare.
I risultati sorprendono. Nel caso del Vermentino ho trovato un vino di acidità moderata, ma che esibisce una consistenza e una vitalità che lo rendono al contempo digeribile e rinfrescante, semplice e raffinato. Un vino che mi ha emozionato. Il Nielluccio è scalpitante, fra il rustico e un inizio di affinamento da bottiglia, che punta invece drittto all’eleganza fra note vegetali e animali, fruttate ed evolute al contempo.
E dunque, per giochi dell’immaginazione e delle nostre sensibilità inascoltate bere questi vini mi fa immaginare l’Isola, quando sono lontano, e, in particolare il Le Pastorecce mi ha vivificato il ricordo corporeo di un tuffo nel mare di Corsica.
Nudo.
Ovviamente.

2 commenti:

  1. per chi volesse entrare a gamba tesa nei suoni corsi copiate questo indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=vg0QtO7Ho-M buon ascolto.
    Meglio se lo accompagnate con Lonzu o coppa.

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  2. Per Natale ho stappato, aimè, l'ultima bottiglia di moscato di Antoine Arena.
    Un 2007.
    Con un similpanettone artigianale di Salsomaggiore è stata la fine del mondo.
    Ricordo un fenomenale Vermentino, forse lo stesso 2007, da vendemmia tardiva.
    Peccato non venga più a Fornovo da anni, era un punto di riferimento per la giornata.

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