Come
la limatura di ferro con la calamita mi faccio attirare dai vini a base
grenache, poi se c’è pure il (la) mourvédre vado via di melone (non chiedetemi
perché, è che il nome che mi piace da pazzi).
C’è
sicuramente una spiegazione organolettica e di gusto, io non amo
particolarmente tannini e acidità elevatissimi e non disdegno una certa
ricchezza di sapori e profumi.
Vini
a elevata orizzontalità (non concentrazione, quella è un'altra storia e non mi
attira) con puntate eteree e rarefazioni controllate.
Ebbene
il sud della Francia mi dà delle belle soddisfazioni.
Questo
Papillon Rouge mi è piaciuto come si è presentato con le sue speziature
polverose, leggere vegetalità, affumicature di incenso e pochissimo frutto.
Bevevo
e mi ricordava qualcosa.
E
allora ribevevo.
Non
imponente, elegante a tratti amarostico-vegetale ma con grazia.
Finchè
è arrivata l’illuminazione!
Les
Traverses 2011 di Eric Pfifferling!
Ecco
cosa mi ricordava.
Poi
google map da me interrogato dice che sono a trentatre chilometri di distanza
l’uno dall’altro, anche se in Aoc differenti.
Uno
a nord di Avignone, l’altro a sud.
E
mi è sovvenuto l’eterno.
Bonne
degustation
Luigi
Grazie Luigi per aver riportato alla mia memoria dei grandi vini da un grande come Henri Milan. Conosciuto durante RAW (fiera dei vini naturali organizzata da Isabel Legeron, consiglio vivamente quest'anno seconda edizione che fa da contraltare al Natural Wine Fair) l'anno scorso a Londra ho avuto la fortuna di assaggiare i suoi vini e oltre al buonissimo 'Le Grand Blanc', blend, ricordo 'La Carrée 2010 un vino 'nuovo' (prima annata 2007) 100% Roussane da urlo!
RispondiEliminaImportante l'apporto di Sebastien, che ha spinto molto in alto la qualità di tutti i vini di Henri.
Devo ammettere che bisogna essere in forma per affrontare una serata 'enoica' in compagnia di Henri...
Best
Frenki