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domenica 9 dicembre 2012

#vinivecchi Rouchet, vino da tavola 1996, Casa Vinicola Scarpa



Avevo già detto che mi sarebbe piaciuto assaggiare del Ruchè con qualche anno sulle spalle.
Ebbene sono stato accontentato, un 1996 di Scarpa.
Per cui considerando che è un Ruchè e non ci sono termini di paragoni perché nessun produttore si è spinto sino a questi livelli di invecchiamento rientra di diritto nella rubrica #vinivecchi.
Devo precisare che è un vigneto di ruchè allevato a Nizza Monferrato (AT) molto fuori dalla zona della Docg Ruchè di Castagnole Monferrato.
Scarpa poi è una azienda vinicola che ha una visione del vino (per lo più mantenuta anche dalla nuova proprietà) proiettata sull’evoluzione, sulla terziarizzazione dei profumi.
Una ricerca estrema del sapore della terra, del luogo e dei distillati aromatici che solo lunghi affinamenti possono dare ai vini, poche concessioni alle fruttuosità e alla concentrazione.
Vini che da giovani possono essere scontrosi diventano poi estremamente eleganti.
Ebbene il Rouchet era così, elegante, molto profumato ma non stucchevole, legni aromatici, speziatura di cannella e chiodo di garofano.
La sensazione era quella di un pout pourri in cui la florealità oramai essiccata aveva perso la freschezza guadagnadone in complessità  e profondità aprendosi ad accenni di viola-liquerizia, frutta in composta.
Setosità minerali di argille.
Mi è parso un lieve scivolare in bocca come se le durezze fossero un po’ scemate.
Ma la bottiglia era finita.
E questo è un buon segno
Kampai

Luigi

Poscritto
Scarpa è una cantina simbolo del nicese che però, pur essendo presente nelle carte dei vini dei migliori ristoranti, ha sempre scontato una leggera mancanza di appeal nel consumatore medio.
Sarà per le etichette?
Io le trovo così brutte che potrebbero diventare dei capolavori ma solo dopo molti bicchieri.

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