Mi sono accorto che non ho mai parlato di Klosterhof e dei suoi vini.
Era un po’ di tempo che non ne bevevo.
Infatti questa bottiglia era finita nel dimenticatoio della mia cantina.
Non che sia grande da perdere le bottiglie, ma c’è poco spazio e tanta confusione.
Sta di fatto che cercavo qualcos’altro e mi è capitata in mano.
Per fortuna, perché dieci anni cominciano a pesare, anche se è ancora in splendida forma.
Due parole su Klosterhof vanno spese però.
La famiglia Andergassen vive a Caldaro e coltiva vigneti di proprietà attorno a casa, posto bellissimo, coniugando le due attività principali della zona: viticoltura e turismo.
Infatti hanno un Garni con piscina e giardino curato, meta ambita di turisti teutonici.
Ho conosciuto i suoi vini durante un tour in zona parecchi anni fa, forse la prima edizione della “Notte delle Cantine”, e me ne sono innamorato.
Messo a confronto con altri Blauburgunder, quella sera, non c’era storia, surclassava tutti per finezza ed intensità.
Il più borgognone di tutti.
Gli altri vini di casa sono i classici della zona, tra cui un Kalterersee, un Moscato Giallo secco, e un bel Pinot Bianco affinato in botti di acacia costruite direttamente da loro con l’aiuto di un bottaio del paese.
Un amico che è stato di recente mi dice che da poco la cantina è passata in mano al figlio e bisognerà quindi verificare la continuità con i vini del padre.
Vedremo…
Intanto mi godo questo 2004.
Granato trasparente, luminoso, con gemme rubino.
Bella consistenza, archetti lenti, lunghi ed eleganti, non troppo fitti.
Bella l’evoluzione nel bicchiere, in-fusione di spezie con qualche vegetalità.
E mi esce la nota di anguria, con un mix vegetale-fruttato, e qualche sbuffo terroso.
Assaggio affascinante, in perfetto equilibrio tra morbidezza e tensione.
Tannini finissimi e delicati, quasi un tutt’uno con il sorso, a suggellare una maturità perfetta.
S’è aperto con un roastbeef di cavallo ( o roasthorse che dir si voglia ) e patate arrosto.
Adesso non mi resta che un Riserva 2004.
Grazie Daniele che ci fornisci sempre qualche chicca altoatesina. Ho ancora in mente Caldaro, la parte bassa delle vigne che discende dolcemente verso il lago (a differenza di quella alta sull'altro lato della strada del vino) e in lontananza la cinta montuosa. Purtroppo quest'estate non passo da quelle parti.
RispondiEliminaUn abbracio,
Francesco
Grazie Francesco per essere passato al bar.
RispondiEliminaE dire che qualcuno pensa che ne parlo male.
In effetti la zona è un paradiso per gli amanti dei panorami vitati.
Io, come al solito, una settimana la farò e non potrò non fare qualche assaggio in cantina ;)
Un abbraccio anche da parte mia.