L'euforia, l'adrenalina, la gioia, sono sensazioni che provo solo grazie ad alcune determinate situazioni. Come ad esempio la compagnia di persone per me speciali, praticando alcuni sport, dopo aver fatto un ottimo lavoro, oppure grazie a della buona musica. A volte, anche per merito di una bottiglia di vino.
Devo ammettere che difficilmente stappo etichette del genere senza pensarci bene, senza un'occasione idonea. Ho molto rispetto per il prodotto, per il suo valore e per l'occasione in sé. Quella giusta per questa bottiglia, è capitata poche sere fa, durante la cena che solitamente organizzo con gli amici di sempre, per un saluto prima delle le vacanze estive. Seratacce.
La porto in tavola a sorpresa, a serata inoltrata e tutti esultano in preda all'euforia. La stappo ancora fresca da cantina (tappo integro) e la verso: scende il silenzio.
Nel calice, il liquido granato ruota ordinato e leggiadro. I profumi sono quelli evoluti, eleganti e nobili - senza espedienti - che solo i grandi vini a base sangiovese possono avere. Fermentazioni spontanee, lunga permanenza in vasche di cemento e non meno di 36 mesi in grandi botti di rovere, per una complessità decifrabile in arance mature, in prugne, a quel fantastico cocomero, ad erbe in infusione, a quella leggera ruggine, all'incenso e quel sottile ventaglio cromatico-olfattivo, da sottofondo. C'è omogeneità, una determinata linea di odori che fa salire a tutti l'adrenalina fino alle stelle.
In sorso rasenta quasi la perfezione gustativa, flessuoso come una melodia armoniosa. Come un prezioso velluto per il tatto. Le vibrazioni sensuali di un rapporto. Tannino, acidità, morbidezze, tutto in perfetta simmetria. Un crescere, non in volume, non in potenza, ma in eleganza.
La gioia è tale, che resta poco da esprimere, c'è solo da ascoltare, gustare e goderne. Poi, a bottiglia finita, ci si guarda in faccia speranzosi di poter provare almeno per un'altra volta un'esperienza simile.
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P.s. Ora che ci penso, quella sera avevo gli amici, della buona musica di sottofondo ed una grande bottiglia di vino. Cos'altro chiedere.
Piccola nota a lato: da un Brunello di Montalcino del 1999, mi sarei aspettavo un qualcosa di più fresco, invece il vino era sì, il massimo, ma questa sua evoluzione me la sarei aspettata tra alcuni anni. Come se invece di camminare questa bottiglia avesse corso, arrivando solamente prima al traguardo. Chiaramente, in questi casi, è anche una questione di conservazione della medesima.
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