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mercoledì 24 luglio 2013

Arneis docg 2011, di Enrico Cauda a santo Stefano Roero (CN)


L’arneis è il bianco più consumato in Piemonte e largamente sopravvalutato dai consumatori e largamente maneggiato dagli enologi.
Che ne fanno un caramellina political correct buona per tutti i palati.
Qualcuno che bazzica cantine, però mi aveva detto che prima di essere inoculato, pompato, centrifugato, sbiancato, filtrato, chiarificato, l’Arneis non è per niente male.
Ma non mi era capitato di assaggiarne nessuno che avesse il “Ki” fino a che ho provato questo di Cascina Fornace.
Ed è la prima vinificazione (alla prima impari, alla seconda sai, alla terza insegni!).
A me è piaciuto molto (sarei tentato di dire “per essere un arneis” ma non risponde a verità).
Profumi intriganti con sentori in fasce (neanche troppo in fasce al secondo assaggio) di idrocarburi e mineralità.
Bella acidità e sapidità e ricchezza con finali di frutta appena matura.
Si allarga in bocca con grande succosità e vivacità.
Fermentazione spontanea in acciaio senza controllo della temperatura (hanno usato l’acqua del pozzo e una serpentina artigianale per limitare un po’ l’innalzamento delle temperature).
Hanno filtrato prima dell’imbottigliamento ma mi hanno giurato che il 2012 andrà in bottiglia senza subirne alcuna.
Kempè

Luigi

Ps
Forse ho bevuto il primo vero arneis.
Questo sono sicuro che a Fabio piacerebbe molto



13 commenti:

  1. allora ne sono sicuro pure io ... ;)

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  2. ....ma Generaj mai assaggiato....

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  3. non sono da meno sicuramente: Valfaccenda e Alberto Oggero,provateli, noi ci crediamo e ce la mettiamo tutta...SoloRoero...

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    1. Benvenuti al bar,
      l'ho capito che ci credete e i risultati ne sono lo specchio e questo non è poco.
      Non conosco Valfaccenda cercherò di rimediare al più presto.

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  4. anche io sottoscrivo Valfaccenda
    Luca Faccenda è un valente giovane vignaiolo, ed il suo arneis è una ricca, dritta e convincente espressione del Roero
    Cristian

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  5. Ciao..son perfettamente d'accordo su alcune cose, bello fornace, bello oggero e anche bellissimo valfaccenda,
    ma l'articolo chi l'ha scritto??
    beh sicuramente uno che non capisce proprio un ..nulla... di vino, e lo vive leggendo storie qui e la e generalizzando magari seduto in una vineria di città e non sa cosa vuol dire essere oggi, 26 luglio con 35 gradi in vigna per poter produrre di persona e con orgoglio il prossimo arneis 2013...il più buono possibile, ognuno col suo stile ed ognuno certo,lasciando ke sia l'uva ke diventa vino..magari con qualche piccolo controllo per riuscire a plasmare il mosto e dargli un'identità, siamo nel 2013, la ecnologia esiste e l'enologia pure, altrimenti non sareste li a scrivere fesserie...ovviamente sono dell'idea che non si debba mai abusare e snaturare!
    così come chi non conosce non dovrebbe scrivere di ciò che non sa, o se sa, allora non generalizzi in questo modo...altrimenti è solo la dimostrazione di non sapere nulla di ciò che ora è veramente il vino.

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    1. Ed invece io penso che chi si nasconde dietro ad un "anonimo" o ad un account fasullo, meriti poca attenzione. Sia che lavori a 35 gradi in vigna, che stia comodamente seduto in vineria.
      Nel bene o nel male, qui c'è gente che ci mette la faccia, che non si nasconde certo dietro ad un dito, nemmeno se scrive fesserie. I commenti sono un dialogo, un confronto, un proseguimento del post. Purché costruttivi, ma mai offensivi.
      Qui nessuno si eleva a maestro assoluto, anzi siamo qui anche per imparare e per confrontarci.
      Cosa c'è nel tuo commento, anonimo, di costruttivo?

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    2. carissimo Anonimo,
      il post l'ho scritto io Luigi Fracchia.
      Non sono un viticultore anche se ho posseduto per anni dei vigneti che con mio papà conducevamo nel bene e nel male (con una naturale propensione per il male).
      La pratica non ha fatto di me un esperto, la degustazione invece mi ha aiutato molto, senza peraltro portarmi a definirmi un "esperto".
      La mia tendenza, contrariamente a ciò che afferma senza minimamente conoscermi, è quella di comprendere il più possibile ogni fase della produzione enologica dal vigneto alla cantina e per questo ho studiato, studio e vado a trovare vignaioli come lei (suppongo sia un vignaiolo, visto che si cela dietro l'anonimato).
      Con ciò, ripeto, non mi definisco un esperto ma nemmeno un incapace come mi dipinge lei senza alcun motivo che non sia il livore scaturito dalla mia sincerità sulla bassa qualità media dell'arneis che a mio avviso viene parecchio sopravvalutato.
      Così come lei si permette di dirmi che non capisco nulla, io mi sono permesso di esprimere un giudizio figlio di qualche centinaia di assaggi della tipologia, siamo in democrazia e comunque non ho indicato nominalmente nessun produttore, proprio per il rispetto che ho del lavoro che fanno, lei invece rispetto verso di me non ne ha avuto alcuno e solo una gentilezza che sfiora la follia ci ha consigliato di non cancellare le sue parole "anonime", qui al bar di solito ci si guarda negli occhi quando si parla.
      Spero di essermi spiegato.
      Luigi

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  6. Ciao a tutti, sono Enrico Cauda di Cascina Fornace e vorrei, se posso, entrare nel bar a fare quattro chiacchiere con voi, riguardanti gli ultimi scambi di impressioni sull’arneis. ah!! scusate se sono un po’ sudato ma fuori ci sono 35 gradi e in vigna si tribolava parecchio a strappare l’erba medica con le mani intorno alle barbatelle.. Lo sapevo, non avrei dovuto lasciare andare a seme quella seminata l’anno scorso nel filare,ma c’era una fioritura splendida e poi nugoli di api e quelle farfalle azzurre e mi sembrava di compiere un peccato mortale a sfalciarla e avevo l’impressione che sarebbe stata utile al vigneto e quindi al vino e quindi a noi, la nicchia ecologica che si andava creando…
    Vabbè scusate la digressione torniamo a noi, mi spiace che la recensione di un vino di un’insignificante azienda agricola come la nostra abbia scaldato qualche animo e mi spiace che l’animo caldo non si sia dato da conoscere, è un peccato perché a volte nelle discussioni si parte da distanze apparentemente siderali per arrivare alla fine ad incontrarsi sulle stesse o simili posizioni.
    Per quanto riguarda il vino, noi, (Io e Emanuele,mio fratello) abbiamo cercato di tendere a questo risultato (Uve un pelo più mature,malolattica svolta,filtrazione non sterile,imbottigliamento nell’estate successiva alla vendemmia e uscita a quasi un anno dalla vendemmia) perché abbiamo sempre avuto difficoltà ad apprezzare gli Arneis “Natalizi” ovvero quelli che, e sono tanti, escono sul mercato a 3 – 4 mesi dalla vendemmia, magari buoni ma con anima e carattere un po’ omologati che non ti fanno venire in mente quel 26 luglio a 35 gradi quando eri in vigna ecco!!…
    Di Arneis “con le palle” (come direbbe Luca Faccenda) ce ne sono eccome e infatti ho citato quelli dei miei amici e un po’ compagni di viaggio Valfaccenda e Alberto Oggero ma molti altri se ne possono aggiungere…....continua

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  7. Una cosa vorrei dire, se me lo concedete, ad anonimo; l’equazione: siamo nel 2013 abbiamo la tecnologia e la tecnica enologica e dobbiamo farne uso non mi trova completamente d’accordo poiché io penso che, se osserviamo le cose della vita in senso più globale, olistico direbbero alcuni, la tecnologia a volte risolve un problema e ne apre innumerevoli altri, oppure risolve un problema a me creandone uno a te, la tecnologia risolve un problema a te che sei un vignaiolo e puoi contarci per mettere fuori combattimento gli scaphoidei abitanti del tuo vigneto con un insetticida neonicotinoide, ma la stessa tecnologia può danneggiare me che sono un’apicoltore uccidendo le api ignare che si sono posate sui tarassaci fioriti che tu avevi in vigna..se tu fai uso di un prodotto chimico tecnologico della ...santo finanzi con tuoi soldi una multinazionale della chimica che è la stessa che produceva l'agente arancio per deforestare il vietnam e che ancora oggi crea gravissimi problemi di salute alle popolazioni che vivono in quei luoghi... e si potrebbe continuare all’infinito…
    Ancora una cosa vorrei pregarti di ascoltare caro anonimo…non credi che se molti assaggiatori trovano i vini sempre più omologati e impersonali anche se tecnicamente perfetti, sia anche dovuto al fatto che si utilizzano tecniche agricole omologate e troppo inquinanti e invasive??
    Non credi che sia ora che gli agricoltori (Dico agricoltori e non vignaioli perché il fatto che non ci sia quasi più biodiversità e varietà di colture è un sintomo grave che rivela l’industrializzazione dell’ agricoltura) debbano capire, formarsi e vedere e crescere e smettere di vomitare tonnellate di diserbanti e fungicidi e insetticidi e concimi chimici sulle loro terre, che non ne possono più,che hanno una vitalità microbiologica da suolo lunare, che sono troppo calpestate e lavorate e spogliate,nude sotto il sole a 35 gradi del 26 luglio e nude sotto la pioggia che erode impietosamente i versanti che non hanno più erba e humus per trattenere l’acqua??
    Ricostituiamo i suoli e la loro vitalità e quindi la biodiversità e quindi questo fantomatico -terroir-
    Troviamo il modo di non far vivere le piante sotto un’assistenza medica continua e avremo nel Roero migliaia di Cru inimitabili e nessuno potrà più scrivere che i vini sono tutti uguali…scommetti?

    Enrico

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    1. Grazie Enrico per questi tuoi commenti, grazie per la tua scelta di essere agricoltore e di rispettare la tua (nostra) terra.

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  8. Parole sante,
    Much respect

    P.S.
    dove posso avere sei bottiglie di quel vino li,
    l'arneis.
    Come faccio a comrarlo,
    quanto costa,
    lo voglio
    P.S. 2
    anche se non mi rispondi adesso
    ti google
    e ti trovo

    E se poi non mi vuoi dare il tuo nettare
    un giorno prendo la citroen
    e ti busso alla porta
    -Aloooooooora quell'arneis???????????
    sei bottilgie.

    Buona ebrezza a tutti
    Denny Baldin

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    1. Ciao Denny Baldin..vedo solo ora il tuo commento..
      Ci trovi a : enricicauda@inwind.it, 3332038618
      Ciao

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