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venerdì 5 dicembre 2014

Mangiari di casa. Zuppetta guazzettosa.

di Niccolò Desenzani

Raccolgo l'idea di Vittorio di raccontare anche qualche piccola gioia intima del cibo che si mangia in casa, lontano dall'idea dell'alta cucina, a coefficienti di difficoltà minimi. Roba da cucinanti, perché quello sono, da anni. E resto fino ad ora un eterno principiante.
Amo sempre più i guazzetti (zuppette, preparazioni a base molto bagnata).
È un equilibrio non facile da trovare, perché si gioca su consistenze e gusto, senza mai adattarsi a un solo stato e un sapore unico.
Fra tanti pregi ne vedo uno, originale. Un buon guazzetto esalta i sapori e valorizza ogni ingrediente, e si può aggiungere qualcosa di sfizioso preparato magari a parte e anche in piccola quantità.
Sulle basi immagino quasi sempre legumi, come lenticchie o ceci, essi stessi magari presenti in due stati, parte solida e parte densamente liquida.
Qualcosa che dia lo zic acido. Che so qualche piccolo pomodoro.
Poi può  essere una buona pasta, una verdura più croccante o una più amara, un piccolo pezzo di pesce, polpo, crostaceo, preparato a parte, da sdraiare nelle consistenze solo alla fine.
Ma anche spezzati di carne o pezzi di volatile, per chi non disdegna.
A suggello un lungo filo d’olio.




Qui nella foto un piccolo esperimento di livello tecnico pari a zero (il mio livello): base di erbette a lungo cotte, con una manciatina di lenticchie, fino a poterle tagliare con un cucchiaio di legno; acqua e sale e le patate. Infine un po’ di pasta di granturco, avanzata dal pranzo. Poi avevo dei filetti di salmone fatti lessi, appoggiati sopra. Lungo filo d’olio e pepe a volontà.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Ammetto che l'ho preparata in fase di convalescenza e prima di una giornata impegnativa e quindi stranamente senza una goccia di vino. Però ci vedrei bene un Grignolino. Ma anche un rosato di struttura tipo Cerasuolo. Un Pinot Grigio pure ci starebbe, ma perché non anche un Pino Nero? Vorrei dei consigli!

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