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venerdì 9 maggio 2014

Côte Rôtie 2004 - Jean-Michel Stephan

di Andrea Della Casa

Mai generalizzare. 
No global.
Arrivo tardi sul Rodano, dove il/la Syrah regna indiscusso/a e che con il mio palato ha avuto più scontri che incontri. Non tanti assaggi in realtà (principalmente cisalpini) ma quasi tutti con fatica mi stimolavano un secondo sorso. Pesanti, con un finale amaro spigoloso, cupo, incorruttibile. La beva era agile e spedita come un'auto con ruote quadrate.
Mmm...ripensandoci forse il paragone non è così appropriato visto che là sotto Lione il Serine (nome locale del Syrah) si sposa spesso ad altre uve per raggiungere un migliore equilibrio.
Comunque sia...nel giro di poco tempo arrivano una serie di assaggi che mi lasciano esterrefatto e mettono in discussione le mie idee frettolose.
La Meme di Gramenon e Les Champs Libre (Dard&RIbo + Souhaut) grazie al nostro Eugenio (di cui sospetto fortemente antenati avignonesi, non di Montepulciano però...) alle cene goliardiche e impareggiabili degli amici del bar, un Saint-Joseph di Hervé Souhaut a una degustazione di Les Caves de Pyrenes e, in ultimo,  un Cornas vinificato sui raspi di Domaine du Coulet (guarda caso sotto consiglio di tale Stefano Amerighi, uno che c'ha il manico per il Syrah) a Cerea.
Tutti da taggare tutti sotto le voci slancio, bevibilità, dinamicità.

Jean-Michel Stephan  (palatepress.com)
E allora scatta la ricerca compulsiva di vini rodanesi perché vuoi, devi tornare e veleggiare su quel liquido. E capita casualmente poi di trovarne qualcuno a un prezzo decisamente conveniente.
Come questo Côte-Rôtie 2004 (che se non erro dovrebbe essere quasi in toto Syrah, forse con poca aggiunta di Viognier) di Jean-Michel Stephan, vignaiolo della scuola di Thierry Allemand, Jules Chauvet e Dard et Ribo.
Circa 6 ettari a Tupin et Semons che lavora senza l'utilizzo di prodotti di sintesi. Macerazioni carboniche in cantina, nessuna aggiunta di solforosa né di altre sostanze chimiche.
 
All'apertura è decisamente contratto, con una leggera riduzione che riporta agli odori di chiuso, di cantina.
Poi comincia a svegliarsi, si distende e si esprime in tutta la sua grandezza esternando in primis quell' odore pungente e speziato tipico del vitigno.


Col passare dei minuti continua ad ampliarsi lasciando campo libero a delicati profumi floreali, di viole, e un turbinio di note ferrose, terra umida, castagne sotto spirito, aromaticità erbacee.
Grandissima dinamicità in bocca, evolve e muta ad ogni sorso.
Subito domina l’alcol che tiene sotto scacco il vino mandando sbuffi penetranti, poi cede alla distanza riprendendo il posto che gli spetta nell’equilibrio del bicchiere.
Rispetto agli assaggi di cui sopra questo ha più corpo, più sostanza, e pare un filo meno leggiadro (ma proprio un filino) forse anche per i due lustri sulle spalle.
Non pervenuto quel fastidioso amaro finale ritrovato troppo spesso nei cugini cisalpini.
La decisa pungente acidità supporta valorosamente questa materia ancora comunque giovane e assolutamente succosa, corroborandone quella bevibilità superba a cui accennavo prima. Allora tiro le somme, spannometricamente, senza sviscerare l'argomento più di tanto, e mi sovviene che...chissà...tutto questo slancio, questo nerbo, potrebbero anche essere favoreggiati da vinificazioni coi raspi (ove le condizioni lo permettano) e macerazioni (semi e) carboniche...


5 commenti:

  1. Cosa intendi per prezzo interessante?

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    1. Se non ricordo male lo pagai intorno ai 27euri. Altino di per sè, ma se paragonato ai prezzi a cui si trova in giro non male.

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  2. Ciao Andrea la Syrah è stato uno dei miei primi amori enologici-contadini .Il Còte Ròtie è spesso tra ipiù eleganti trai vini del Rodano perchè spesso usano un po di Viogner in uvaggio ovvio che poi ogni contadino ci mette del suo.Io trovai fantastico un'altra Syrah dell'azienda domaine peyre rose in linguadoca,bevuto un po' di capodanni fa....e poi cazzeggiando qua e là trovai qualcosa di veramente buono in Australia..ora non ricordo ma da qualche parte ho scritto ...Alzaimer si dovrebbe chiamare :) :) Sempre per rimanere in tema è un'uva bellissima con un buon portamento e fa dei grappoli bellissimi con un colore da foto...non diciamolo a nessuno ma in via ossi a castelvetro c'è qualche pianta,se nn ricordo male in testata di fianco al P. Verdot...però c'èsempre lui Alzaimer che mi aiuta.zao GP

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    1. Ciao GP e bentornato al bar! ;)
      Io purtroppo ho fatto alcuni assaggi italiano che mi hanno inibito inizialmente fino a riscoprirlo qui in rodano. Chissà forse è proprio il viognier che aiuta o forse anche il metodo di vinificazione...Troppe poche bevute per capire quali sono davvero le variabili determinanti.
      Mi toccherà allora fare un salto in via ossi e scuriosare, magari lo trovo anche dentro qualche bottiglia... ;)
      Presto o tardi apparirà anche in via albone qualche pianta? ;)

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  3. Il syrah leone di madame Soria, ma anche il suo clos de cistes... Che vini

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