Il
riesling è un vitigno che attira il bevitore seriale.
Perché
è un nobile signore del Nord Europa aggrappato a terre difficili, spesso a
piede franco, spesso allevato ad alberello arroccato al limite geografico della
maturazione della vite.
Un
abitante del limite.
E
i suoi profumi sono espressione di questo essere di frontiera e della sua durezza
rocciosa, della sua asprezza acida.
Però
ultimamente ragionavo sul fatto che, forse, le attuali tecniche enologiche o
proprio le caratteristiche del vitigno o la mano del cantiniere un po’
ruffiano, tendono a livellarne un po’ le differenze.
Gli
idrocarburi, la mineralità, le sferzate limonine, l’acidità imponente in
parallelo agli zuccheri residui (Germania) o a corpi alcolico/glicerici
importanti (Alsazia) a mio avviso tendono a omologarlo un po’.
Con
questi pensieri ho aperto questo riesling che ha confutato le mie tesi
sbrigative.
E’
un vino base, “di frutto” dicono sul sito aziendale.
Io
dico che è un vino travolgente sia al naso sia in bocca.
Profumi
di pietre e di agrumi e di miele amaro e di pesche e di altre decimigliaia di
cose.
Saporitissimo scende duro e salato in bocca senza alcun zucchero che blandisca la papille,
un citron confit.
Una
spremuta con una leggera piccantezza come di nasturzio.
L’idrocarburo
sotto spinge con forza ed eleganza e si completa in bocca con frutto e sale.
Leggo
sul sito (e se lo scrive io gli credo) che le fermentazioni sono spontanee con
“levures indigènes”.
E
rimango ancora più stranito da quella pulizia complessa e ricca e sfaccettata
che emerge da questo riesling.
Nessuna
imperfezione “tecnica” o deriva ossidativa o sbavature organolettiche.
E
ripenso con ancora più mestizia ai vini caricatura che siamo costretti a bere,
figli dei lieviti industriali e degli additivi enologici più che del
territorio.
L’ho
acquistato a Parigi chiunque lo trovasse sappia che è una spesa ampiamente
giustificata.
Sono
molto incuriosito anche dai “vini di pietra” ossia i cru di Ostertag.
Bonne
degustation
Luigi
Provato di recente, mi pareva sbilanciato, poco maturo. Adoro i Grand Cru di Ostertag, ma il base mi pareva troppo neutro. Forse una bottiglia difettosa, ma non credo...
RispondiEliminaPuò essere che fosse un po' sbilanciato nella sua esuberanza, ovviamente un 09 è immaturo, però l'aggettivo "neutro" è l'ultimo che mi è venuto in mente mentre lo bevevo.
EliminaTemo che tu abbia aperto la loro peggior bottiglia ed io la loro migliore.
a Parigi dove ? son curioso ...
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