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mercoledì 1 ottobre 2014

“Andar per tome lungo impervi sentieri di montagna”

di Cristian Quarantelli

























Ceresole Reale… chi era costui?”
Sfido i più a conoscere questa Perla Alpina  situata nell’alta Valle Orco all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Io stesso non ne conoscevo l’esistenza, e avrei forse continuato ad ignorarne la stessa, se due anni fa non mi fossi fidanzato con Francesca, la quale possiede una bellissima casetta sul lungo lago, un tempo appartenente a pescatori.
Il paese si staglia lungo la strada provinciale del Colle del Nivolet, dai 1450m ai 1620m slm, dove si trova il centro del paese, e oltre, fino a 1700m, suddiviso in piccole borgate tra boschi di larici e ampi prati verdi, fino a raggiungere appunto il Colle del Nivolet (2636m slm) che divide Piemonte e Valle d’Aosta. Il lago di Ceresole Reale prende vita con la costruzione della diga tra il 1925 e il 1930 e ha un invaso di 34 milioni di m3 di acqua.


 Ma è proprio l’ampiezza e la bellezza di questi prati, che si aprono fino ad oltre i 2300 metri, ricchi di fiori  di erbe profumate nel periodo estivo, i quali non possono far altro che diventare il foraggio perfetto per le piccole e variopinte mandrie di mucche e capre dei pastori del paese.

Ed è proprio dal latte di queste mucche che nasce il formaggio “Re” di questa valle ossia la “toma grassa” che può essere consumata fresca, dopo almeno 45 gg di stagionatura, o può essere lasciata maturare su assi di legno, in piccoli locali con pareti in pietra il cui pavimento deve essere di ghiaia per permettere all’umidità di lavorare al meglio su ogni singola toma. (nda. Si, lo so quella nella foto non è una mucca da latte ma si è messa in posa e la foto meritava!!)









Due cenni veloci sulla produzione… Il latte viene portato alla temperatura di circa 35 gradi, dopo l’aggiunta del sieroinnesto di vitello, la cagliata viene lavorata fino alla messa in forma della toma. Dopo 2 giorni circa di salatura le tome vengono messe nei locali di stagionatura dove vengono spazzolate e girate ogni giorno.
Le malghe si trovano nelle varie borgate del paese dai 1450 m fino ai 2300 m.

Un altro formaggio tipico della zona ma che in pochi ormai più fanno e la cui tradizione viene tramandata di padre in figlio è il “Bruss”. Si tratta di un formaggio a pasta semidura, friabile e asciutta; il latte crudo appena munto viene inoculato col sieroinnesto, la coagulazione può essera lasciata avvenire anche per un’intera notte; la cagliata, una volta fatta scolare in teli di canapa viene lavorata con spezie, soprattuto pepe e peperoncino. Il Bruss viene solitamente consumato fresco o può anche subire una breve stagionatura.










Assolutamente da provare sono le tome di Simone, un giovane malgaro di 18 anni la cui malga si trova all’ingresso del paese subito dopo la galleria, e se siete fortunati potete trovare anche qualche fontina.
Simone, con l’aiuto di papà Germano e mamma Anna che oltretutto durante la settimana sono impegnati con i loro rispettivi lavori, si occupa di una mandria di mucche e di una splendida mandria di capre che potete vedere su youtube cercando il video “Où les chèvres sont en paradis” (fate passare il primo minuto di pubblicità e poi partirà il video).


Quindi se avete voglia di passare un paio di giorni di assoluto relax in un angolo di paradiso a stretto contatto con la natura non vi resta che fare un salto fin quassù. Il periodo da maggio a settembre è consigliato per chi è amante della natura e ama fare passeggiate nel Parco per vedere i tipici animali come marmotte, camosci e stambecchi. Il periodo invernale è invece consigliato per gli amanti dello sci di fondo e nordic walking.














A presto!
Cristian

Ps. Grazie a Lugi per avermi invitato più volte al bar… finalmente mi sono lasciato convincere e ho provato a scrivere qualcosa su una realtà che mi sta molto a cuore, anche se la conosco relativamente da poco tempo.
Pps. Grazie anche a Vittorio per avermi spinto anche lui ad entrare nel bar e per avermi fornito il “La”, ossia l’idea e il titolo del post un giorno mentre si messaggiava.
Ppps. Grazie fin da ora agli avventori del bar che avranno la pazienza di leggere queste poche righe.


6 commenti:

  1. Benvenuto al Bar amico Cristian. L'argomento tome mi sta a cuore da almeno 50 anni cioè da quando bambino d'estate a Chiaves (Valli di Lanzo) vedevo mio nonno avvolgere nel tovagliolo pezzi di tome dei margari e riporre il tutto nel cassetto del tavolo. Ah ricordo ancora quei profumi e quei sapori, raramente mi capita di risentirli oggi, in un'epoca in cui la toma è diventata un formaggio semi-industriale e ha quasi perso la sua tipicità. Ultimamente mi è capito un pezzo di maccagno "prima di salire in alpeggio" che mi ha riportato come per miracolo alla mia infanzia.
    Con questo post mi spingi a continuare la mia ricerca delle vere tome.

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  2. Grazie Vittorio! Sono contento di far parte del bar. Mentre ero a Ceresole ho assaggiato anche una toma prodotta a in un alpeggio a 2000 metri sotto alle Levanne sul versante della Valle di Lanzo (zona Groscavallo credo) ed era veramente ottima.

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  3. Sono molto contento che alla fine Cristian abbia ceduto alle nostre pressioni e faccia parte dello staff del bar, stasera stappiamo per festeggiare!

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  4. grazie Luigi!!! Sono molto contento pure io di far parte del gruppo!!!

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