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venerdì 7 febbraio 2014

Viticoltura eroica a Le Selve

(di Andrea Della Casa)

Breve incipit a questo post per rendere merito all’amico Fabrizio e al suo libro che mi ha permesso di conoscere e incontrare luoghi e personaggi emblematici della Valle d’Aosta.
Grazie a quelle pagine sono arrivato a "Le Selve" da Nicco Rolando. Le sue vigne maestose vigilano le porte di Donnas, inerpicate sulla montagna grazie alla nobile opera dell’uomo che, pietra dopo pietra, ha reso possibile l'improbabile.

Questo scorcio di montagna ospita principalmente viti di picotendro (è il nome del nebbiolo in Valle) che si traducono poi in circa 4000 bottiglie di vino. Piante con parecchi lustri sulle spalle.Sui tralci ancora alcuni grappoli sopravvissuti a vendemmia e cinghiali, appassiti, sì, ma incredibilmente non decomposti e dolcissimi ancora all'assaggio. A metà gennaio! 


L'approccio in vigna per Rolando è fortemente biologico e il suo tempo viene risucchiato principalmente dai lavori in campo. Vista la non eccessiva comodità delle vigne nel periodo primaverile-estivo "...non faccio in tempo a finire di sfalciare l'erba su tutto l'appezzamento che è già ora di ricominciare" dice. 
In cantina lieviti indigeni, nessuna filtrazione né aggiunta di solforosa.

Mentre salgo i ripidi gradini manufatti che collegano i vari terrazzamenti non riesco a non pensare al lavoro compiuto per realizzare questa opera d’arte. 
Quanta fatica, quanto sudore. E, per logica, mi interrogo sulla convenienza economica di tutto ciò. Per portare i lunghi e pesanti travi che devono sorreggere i pergolati è necessario l’elicottero e ogni giro di pale sono cifre e a tre zeri.La densità di piante è irrisoria, lungi dalle abitudini padane, e per la vendemmia è fondamentale la monorotaia. Eppure è uno spettacolo e per me, visitatore, la convenienza c'è sicuramente.


Forse incomincio a capire cosa si intende per viticoltura eroica!



8 commenti:

  1. Molto bello Andrea, sono posti che mi attirano, come Carema, ma non sono mai riuscito ad andare.
    La foto delle scale in pietra mi ricorda alcuni vigneti della Val Venosta, ma sono solo piccoli appezzamenti qua e là.
    Devo decidermi ad andare, magari ti chiederò istruzioni.

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    1. Sarà un piacere Daniele. La Vallée merita davvero un giro enogastronomico esplorativo.

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    2. Posto incredibile!
      Vi aspetto tutti ,con il resto degli armadilli, ad assaggiare altre bonta' artigiane della Vallèe a Sorgente del vino.

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  2. Andrea leggere questo post m'ha fatto venire sete incontenibile di picotendro!

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  3. e pensare che ci sono passato davanti per un anno intero mentre andavo a Cervinia... che posto fantastico!!!! peccato non averlo saputo prima....

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    1. Io devo ringraziare Fabrizio e il suo libro. Fino ad ora erano posti sconosciuti anche a me.

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  4. Bell'articolo. Piacerebbe anche a me fare un giro da quelle parti. Quelle vigne mi ricordano molto quelle, viste in foto, di un altro produttore che fa un Blanc de Morgex davvero notevole: Ermes Pavese (in casa ho due magnum de Le sette scalinate).
    A breve conto di fare un salto a Furore a visitare l'azienda di Marisa Cuomo, altra viticultrice eroica..

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