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mercoledì 23 aprile 2014

1 Barolo in 3 mosse

di Vittorio Rusinà


I Torinesi non bevono Barolo, bevono Barbera e Dolcetto, a volte ne tengono una bottiglia come reliquia nella vetrina del mobile in soggiorno "è del 1968 annata eccezionale" a volte ereditano bottiglie polverose dalle cantine dei nonni, ricchi professionisti, ma no non le bevono.
Ho passato una vita nei ristoranti e nelle trattorie della mia città, mai una volta che mi venisse chiesto "Barolo?" ma sempre e solo la litania di "Barbera o Dolcetto?" e mai ho visto ordinare Barolo, solo una volta al Consorzio da un signore della politica torinese. Una bottiglia che costa in cantina sui 35 euro, che viene venduta in enoteca sui 50 euro, quanto potrà costare al ristorante e chi potrà permettersela? Il prezzo è alto anche considerando tutte le "varianti".
Ma allora chi beve il Barolo, a parte gli americani e i tedeschi, chi beve il Barolo non tanto per sfoggiare potere? Chi beve il Barolo per amore? Sorpresa gli amici emiliani del Bar: Andrea, Riccardo, Daniele ne vanno pazzi e quando vidi le loro cantine quasi svenni dal numero di bottiglie di Barolo presenti e dalla stima che portano verso un vino della mia terra.
Dovevo rimediare.
Prima mossa: trovare un Barolo "naturale", cosa non facile purtroppo la quasi totalità dei produttori anche quelli famosi hanno scelto una strada molto kimika in vigna per non parlare di scelte non in linea alla tradizione in cantina, fra i pochissimi a salvarsi il mitico Giuseppe Rinaldi.
Seconda mossa: scovo dagli amici di Bibendum enoteca in centro a Torino una bottiglia di Barolo Cannubi San Lorenzo - Rovera 2009 di Rinaldi, sta a 50 euro, tratto un piccolo sconto, mi butto in ginocchio, è Natale ragazzi vi supplico siate buoni, ok è fatta, la compro.
Terza mossa: attendere l'occasione che si presenta nel giorno di Pasqua con il ritorno a casa di mio figlio da un viaggio in Marocco, deserti e kasbah "avrà bisogno di un nettare corroborante" poi mi accorgo che questa è solo una scusa.

E' Pasqua, h. 14, apro la bottiglia, tappo perfetto (fiuuu è andata) verso due dita nel calice per la prova, dopo una decina di minuti metto il naso dentro, incenso e rosa. Passo tutto il pomeriggio a fare micro-assaggi che condivido su facebook:
-adesso un profumo di foglie di menta, camomilla, fresco in bocca, grande beva, nessuna chiusura, va giù che è un piacere, scalda il cuore
-incredibile al naso si apre e si chiude, vivo estremamente vivo
-mangio qualche pezzo di cioccolato fondente che trovo perfetto con questo vino
- un profumo di corteccia che si stacca dal tronco, resina
-rosmarino lo sento venir fuori dietro le foglie di menta che persistono però mai invadenti
- fiori, ci sono fiori ma non so il loro nome
E' Pasquetta, pomeriggio, torno ad assaggiare:
-ecco i terziari, la silice, un filo di zolfo
-un velo di polvere in bocca, con il bitter di radici, rabarbaro, in perfetto equilibrio con il frutto e l'alcool, terroso e ferroso
-quasi china
-sangue di terra e di botte
L'ultimo sorso alle h. 18 è il più buono.
W il Barolo, W Giuseppe Rinaldi, ché la naturalità torni a brillare in terra di Langa!


Grazie a Fabio Molinari, gran barolista emiliano, per il supporto su facebook durante la degustazione.



5 commenti:

  1. "I Torinesi non bevono Barolo... a volte ereditano bottiglie polverose dalle cantine dei nonni.... ma no non le bevono."

    Negli antichi tempi dello usenet, noi veterani del newsgroup IHV (e quindi pionieri del social networking versione 0.0) eravamo bombardati da richieste del tipo: "nella cantina del nonno ho trovati queste bottiglie di Barolo. Quanto valgono?". Allora con Marco Baccaglio decisi di fare rapidamente una pagina per la valutazione di questi tesori imbevibili, se non imbevuti. Stranamente quella pagina è ancora lì, 15 anni dopo...
    http://www.tommasi.org/baccavinocalc/

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  2. Ricordo che durante delle chiacchiere con un enotecaro modenese mi disse che il Barolo è vino difficilissimo da bere. La gente (della zona) ne ha un certo timore reverenziale. Lo vedono come un "vinone" da aprire solo in occasioni molto particolari (anche per i prezzi) e quindi la vendita è con il contagocce. Poi magari vieni a sapere che chi pensa ciò non ha mai bevuto Barolo e allora capisci l'immagine stereotipata e pregiudizievole che si porta appresso. Certo, magari non si abbina ad un insalata, ma le occasioni per aprirlo sarebbero molte di più di quelle che pensiamo. Prezzi permettendo....

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    1. Io lo trovo ottimo anche da solo, quasi da meditazione o da convivio con gli amici giusto con due grissini e un pezzo di formaggio, e cioccolata.

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  3. Bevevo barolo quando tutti qua in Toscana bevevano supertuscan , continuo a bere barolo ancora oggi ... Cappellano su tutti ...

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  4. Vittorio, mi sono avvicinato al mito del Barolo abbastanza presto. Il merito va soprattutto all'amico toscano che amichevolmente chiamo il maestro. Gli devo molto, praticamente mi ha svezzato. Mi ha avvicinato a molti grandi vini, facendomi in qualche modo bruciare alcune tappe intermedie. Poco male, per fortuna.
    Il Barolo, ma i grandi vini a base nebbiolo in generale, sono tuttora tra le migliori esperienze gustative io abbia mai fatto.
    Diventa invece più difficile, a mio parere, trovare dei barolisti che realmente non intervengano in nessun modo. Artigiani e rispettosi delle tradizioni locali, ce ne sono fin che si vuole ma, come mi hanno spiegato, non trattare quando per legge ti obbligano a farlo, è realmente molto difficile. Per fortuna, sembra che qualche piccola isola felice, ancora ci sia.

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