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venerdì 3 agosto 2012

Tenuta Frassitelli, Ischia doc, Biancolella, 2008, Casa d’Ambra




Vino di mare coltivato a seicento metri slm ad Ischia su pendii terrazzati.
Scampa gli eccessi della calura e del riverbero marino con un minimo di altura e di esposizione ai venti più freschi e veloci perché, come sanno tutti i marinai, più ci si allontana dal pelo dell’acqua e più il vento è teso, stabile e le raffiche forti.
La Biancolella è varietà che Ischia condivide con la costiera d’Amalfi, una cultivar “anfibia”.
Che  non si spaventa di fronte agli aliti salmastri, alla luce abbacinante, al caldo soffocante che non scende neanche la notte, alla siccità e al vento.
Il vino poi è un bianco di mare, ricco con riflessi dorati e una mineralità di lana bagnata e sale.
Elegante e orizzontale, perché come dicevano Nicoletta Bocca e Francesco Guccione non si può e non si deve (questa ultima affermazione è mia) cercare l’acidità come parametro in questi vini.
La bevibilità è data dalla scorrevolezza di salsedine magari amplificata da un chè di amarognolo.
Su un corpo caldo e solare, maturo ma non lascivo, opulento ma non eccessivo.
La moderata alcolicità di questa biancolella (12,5%vol)  amplifica  e alleggerisce il sorso assetato.
Mielosità amare, pesche bianche, salsedine, gelsomino, agrumi canditi tutte memorie di giardini murati protetti dal vento.
The day after:
Il vino migliora e allunga nei profumi, giovandosi (come credo sia naturale nelle cultivar isolane) delle lievi ossidazioni benevole e intriganti.
Bonne degustation

Luigi

Poscritto
Spero di non aver frainteso ciò che Nicoletta e Francesco hanno detto a riguardo dell’acidità.
I vini di Francesco sono, per me, archetipici per chi cerca espressività nelle calde maturazioni rinfrescate invece che da acidità, da leggere vegetalità, lievi ossidazioni e una cornucopia di sensazioni intensamente floreali e di macchia. 


Post poscritto

NiccolòDesenzani, sentito dopo la stesura del post, mi ha ricordato che ci dovrebbe essere una parentela genetica fra Biancolella e il Macabeu (Viura) spagnolo se così fosse ci troviamo di fronte ad una cultivar abbastanza polivalente capace di produrre vini dalle terre atlantiche di nord ovest, al Rioja, sino alla Catalogna anche in blend nei Cava.
L’accomuna di sicuro il colore chiaro con riflessi verdi, la bassa alcolicità e una discreta acidità.

3 commenti:

  1. Mi piace il "the day after", mi fa sentire meno solo nell'universo di quelli che non finiscono una bottiglia in un unico giro... ;-)

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  2. urca....devo scoprire se in Versilia trovo i loro vini..

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