L’aratro
solitario
Ogni
cosa era sancita, assicurata, razionalmente elaborata, avresti quasi detto
umana. Anche le assemblee del Popolo
avevano la loro
importanza;
Atena
proteggeva il diritto; presente di persona, benchè invisibile,
presiedeva
sempre le assemblee dell’Areopago; e se i voti erano distribuiti in due parti
uguali, allora la bilancia della giustizia
pendeva
dalla parte dell’accusato.
Bei
giorni abbiam passato-
sembrano
proprio un sogno;- sono esistiti? Non sono esistiti?-
e
se li avessimo semplicemente sognati?- e li avesse alterati il frequente
ricordare
nei
piovosi crepuscoli autunnali?
Quando
festeggiavamo l’aratura, il sacerdote chino tracciava il primo solco ai piedi
dell’Acropoli
recitando
belle parole:”Non rifiutare mai a nessuno acqua e fuoco.
A
chi ti chiede la via, non indicarla mai sbagliata. Non lasciare mai
Privo
di sepoltura un morto. Non uccidere il toro che trascina l’aratro”.
Belle
parole, in effetti;-nient’altro che parole; ma nella realtà, ai giorni nostri
come allora,
fuoco
per la messe del vicino, acqua che inonda,
e
il toro dai nastri rossi che cuoce nel calderone del ladro.
Soltanto
l’aratro, abbandonato (guidato forse da una mano invisibile),
continua
a solcare il campo sterile pieno di gigli selvatici e di malve.
18
ottobre 1968
Ghiannis Ritsos, "Pietre Ripetizioni Sbarre".
Una poesia del grande Ghiannis Ritsos, what a surprise!, stasera tocca aprire una bollicina, ti aspetto in Monferrato, porta tu i bicchieri :)
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