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martedì 3 luglio 2012

L’aratro solitario



L’aratro solitario
Ogni cosa era sancita, assicurata, razionalmente elaborata, avresti quasi detto umana. Anche le assemblee del Popolo
avevano la loro importanza;
Atena proteggeva il diritto; presente di persona, benchè invisibile,
presiedeva sempre le assemblee dell’Areopago; e se i voti erano distribuiti in due parti uguali, allora la bilancia della giustizia
pendeva dalla parte dell’accusato.
                                               Bei giorni abbiam passato-
sembrano proprio un sogno;- sono esistiti? Non sono esistiti?-
e se li avessimo semplicemente sognati?- e li avesse alterati il frequente ricordare
nei piovosi crepuscoli autunnali?
                                               Quando festeggiavamo l’aratura, il sacerdote chino tracciava il primo solco ai piedi dell’Acropoli
recitando belle parole:”Non rifiutare mai a nessuno acqua e fuoco.
A chi ti chiede la via, non indicarla mai sbagliata. Non lasciare mai
Privo di sepoltura un morto. Non uccidere il toro che trascina l’aratro”.

Belle parole, in effetti;-nient’altro che parole; ma nella realtà, ai giorni nostri come allora,
fuoco per la messe del vicino, acqua che inonda,
e il toro dai nastri rossi che cuoce nel calderone del ladro.

Soltanto l’aratro, abbandonato (guidato forse da una mano invisibile),
continua a solcare il campo sterile pieno di gigli selvatici e di malve.

18 ottobre 1968

Ghiannis Ritsos, "Pietre Ripetizioni Sbarre".

1 commento:

  1. Una poesia del grande Ghiannis Ritsos, what a surprise!, stasera tocca aprire una bollicina, ti aspetto in Monferrato, porta tu i bicchieri :)

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