“Cosa volete bere?” ci fa Pietro.
“Le Coste di Gradoli.” Diciamo noi.
“Allora iniziate dal Rosato.”
“E sia Rosato” “Ma non si inizia con
un bianco? Ah ah ah aiuto!
Pietro ci butta una occhiataccia e intanto
stappa, o forse stappa Irene, uffa non ricordo.
Bellissimo colore, glu glu glu, si
sente l’acino dell’uva, sembra il vino che bevevano d’estate i nostri bisnonni
magari giù al fresco in cantina, e allora pensiamo “ma il vino non poteva
restare così senza tanti tecnicismi e chimike varie?!?”
Un filo di residuo zuccherino e un filo di carbonica appena percettibile.
Perfetto con le ostriche, le alici fritte, il salame, il pane di grano saraceno e il burro francese.
Mamma che bontà, e se non ci fosse
stato Pietro, chissà quando lo avremmo mai ordinato, il Rosato.
I vini di Le Coste non sono facili da
trovare in Italia, “vendono quasi tutto all’estero” dice Pietro, infatti me li
immagino i giapponesi a sbicchierare, loro sono grandi cultori della bontà
naturale, ecco nel mio cuore spero che questi vini si diffondano anche in
Italia, presto.
Le Coste sono Clementine e Gian Marco Antonuzi, li potete trovare a Gradoli (VT) sulle colline sopra al lago di Bolsena.
Da Banco Vini e Alimenti a Torino trovate tutti i loro vini.
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