di Niccolò Desenzani
Un debito ce l’avevo da un po’ con questo Prosecco sui lieviti. Perché di certo ha allietato molte serate già a partire dalla tarda primavera, e ancor oggi, quando c’è bisogno di una referenza certa per bere bolle a buon mercato, è fra le prime scelte.
Di più: Ca’ dei Zago è spesso citato fra i “Colfondo”, ma forse più di molti vini in questa tipologia, rappresenta una sorta di grado zero.
Di più: Ca’ dei Zago è spesso citato fra i “Colfondo”, ma forse più di molti vini in questa tipologia, rappresenta una sorta di grado zero.
In bottiglia e poi nel bicchiere si ritrova un’interpretazione pura. Non ravviso alcuna intenzione di rendere appena più ricercati gli aromi e i sapori; al contrario qui c’è la ricerca della schietta dissetanza. Il naso tutto in freschezza, per dirlo alla francese, senza nascondere quella nota un po’ vinosa del Prosecco, con quell’acuto al momento in cui ancor la spuma fine si sta acquietando; poi in bocca la perfetta acidità e quella sottile sensazione tattile che porta alla salivazione; infine la grattatina in gola.
Amen.
E quindi il sorso successivo.
Un sorso tuffo senza spruzzi. Che scompare rinfrescando.
L'etichetta più brutta che abbia mai visto!
RispondiEliminaBisogna porci rimedio al più presto.
Sulle etichette siamo puntualmente in disaccordo! A me piace. :-)
EliminaMa dai! E' impresentabile, sembrano le vecchie bottiglie dei "Gattinara" anni 50, con la finta pergamena rotta e arricciata sui bordi, neanche mia figlia di sei anni farebbe una cosa così!
EliminaBisognerebbe che i produttori curassero un po' di più la grafica, io ormai ne sento un bisogno fisico, non sopporto più le etichette sciatte e finto pauperiste di sinistra
La mia impressione è che la pergamena sia parte integrante dell'etichetta "storica".Comunque scopro or ora che al colfondo hanno aggiunto un dosaggio zero, sboccato dopo 22 mesi, che ha un'etichetta molto più sobria. Direi inappuntabile http://www.studiocru.com/wp/wp-content/uploads/2012/10/DSC_0211.jpg
EliminaSento del sarcasmo nella tua risposta ;)
EliminaConcordo col direttore, l'etichetta non si può vedere.
RispondiEliminaIl vino non lo conosco e me lo segno da provare.
Ma già immagino come può essere, e mi piace....
Direttore, sulle etichette orrende si potrebbe aprire una rubrica settimanale, il materiale non manca
RispondiElimina