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mercoledì 8 gennaio 2014

Pinot Nero 2009, Vigneti delle Dolomiti IGT, Dalzocchio

di Niccolò Desenzani


Ci tenevo a dire la mia impressione sul Pinot Nero 2009 di Elisabetta Dalzocchio, di cui ho bevuto due esemplari fra l'estate e l'autunno di quest'anno. Si tratta indubbiamente di un vino fuori classe e per il luogo e l'uva e per la dedizione e la cura che vengono impiegati e che nel bicchiere si percepiscono chiaramente. Quindi stiamo parlando di un ottimo vino e di come interagisca con il mio stentato apparato sensoriale e il mio gusto. Tanta buona uva, tanta buona barrique; vinificazione ricca, vino di bella acidità, balsamico, quasi etereo/volatile, la bocca si slava un po' in fretta, ma l'impianto dei balsami e del frutto estratto, un bell'acino uvoso, permangono a lungo nel cavo. Eppur un vero equilibrio, ma soprattutto un vero appagamento per me non si trova. Questo rende il vino molto cervellotico infine perdendo un po' di carnalità. Anche se poi fra i fumi dell'intelletto, ogni tanto un pezzo di pelle, una turgidità, un chiaroscuro pare di scorgerlo e immancabile si desta il nostro interesse.

7 commenti:

  1. Al pranzo del primo gennaio ho bevuto questo vino dopo una vitovska 2003 di Vodopivec.
    A me è piaciuto tanto e lo trovo miglioratissimo rispetto a Fornovo 2012 quando comprai le bottiglie.
    Non mi sorprenderei se questa progressione positiva durasse ancora per un po di anni.

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    1. Credo anch'io che sia in evoluzione e sicuramente l'ultimo assaggio era molto più "carnoso" del primo in cui avevo avuto una leggera impressione di imbastitura. Spero di riberlo fra qualche mese e sono certo riserverà qualche sorpresa.

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  2. 2009 bevuto 3/4 mesi fa assolutamente (per me) non all'altezza del 2008 bevuto qualche mese prima, spero e credo che, come dite anche voi, sia in progress...

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  3. Ho bevuto solo il 2009 e ne sono rimasto entusiasta. All'istante e senza dubbi di sorta. Qualcuno trova il legno eccessivo, questione di gusti.

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    1. Nic, in effetti è un vino che i "migliori" palati tendenzialmente apprezzano molto. E forse anche per questo ho voluto parlarne e sollevare qualche mia perplessità. Ed è una cosa stimolante che un vino buono, perché questo lo è, possa comunque portare a discutere di sottili differenze di percezione, che però sappiamo nel vino sono decisive. In questo caso a me è mancato l'appagamento sensoriale, quello più fisico. Quello che trascina la beva in un turbine ineluttabile. Non è da escludere davvero che riservi ancora tante sorprese nei mesi e anni a venire. Sullo stesso filone, ma dal lato dell'appagamento totale, ho parlato qualche gg fa del Vinudilice, che qualcuno poi non ha trovato entusiasmante. Ma nessuno credo può metterne in discussione l'eccezionalità. Ultimo, il legno fu la mia prima spiegazione quest'estate, anche se non troppo convincente, ma devo dire che con la seconda bevuta, che pure ci facevo molto caso, ho escluso che il quid sia quello.

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    2. Le tue impressioni sono sacrosante ed il mio palato invece molto meno esigente o intransigente :-) Dovrei riberlo ma la reperibilità non è facilissima ed anche il costo non è proprio da tutti i giorni (purtroppo)

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    3. Nic hai un contatto mail? non so come reperirti. il mio è niccolo.desenzani chiocciola gmail punto com

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