Un
produttore giovane con vecchie vigne ad alberello nella D.o. di Madrid da 600 a
800 m slm, una bella cantina molto “architettosa” che in Spagna non è una forma
di ostentazione ma un segno di cultura, una grafica che mi piace parecchio e
infine una serie di vini che ci hanno tramortito (l’altro compagno di merende
era Vittorio Rusinà alias Tirebouchon).
Abbiamo
assaggiato un bianco da albillo e macabeo, un moscatel passito, poi una serie
di garnacha provenienti da singoli vigneti, la migliore a nostro avviso era la
Vina Bonita 2010, seguita dal Carril del Rey.
La
vigna è su suolo granitico a reazione subacida a 700 m slm con una età media di
80 anni.
Macerazione
di almeno un mese in tronco conici di legno e malolattica in barrique usate.
Si
sentiva il caldo della Spagna e la ricchezza della garnacha ma senza eccessi,
alleggerita da una acidità ancora viva e rinfrescante e una elasticità
vibrante.
Caratteristiche
queste che spesso si ritrovano nei vini che arrivano da suoli acidi i quali,
probabilmente, stressano così tanto i vegetali e il vino è sempre molto
delicato, quasi il risultato di una incompleta maturazione degli zuccheri ma di
una maturazione e concentrazione delle componenti aromatiche.
Produttore
da approfondire e da riassaggiare e la Spagna un mondo da scoprire
completamente.
Kempè
Luigi
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