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venerdì 24 gennaio 2014

Le Fole 2010 Campania Aglianico igt - Cantina Giardino

di Riccardo Avenia

Ad essere sinceri i vini di Cantina Giardino non mi hanno mai convinto fino in fondo, nonostante io apprezzi molto l'idea, il progetto aziendale, l'approccio agricolo e di vinificazione. Nei pochi assaggi fatti, trovavo sempre quella stonatura che non riuscivo a mandar giù. Eppure all'ultima edizione di Gustonudo a Bologna, questa etichetta è venuta a casa con me.

L'altra sera, trascinato da una irresistibile voglia di confrontarmici, scendo in cantina e deciso, stappo la bottiglia.

Rubino cupo, trasparente solo in unghia. Il profumo è quello della frutta rossa acidula, di piccoli frutti di bosco. Spezie dolci, qualche erba aromatica tipo il basilico ed il rosmarino, pepe nero, ed un ricordo di pasticceria donato probabilmente dal legno. Lontana, qualche nota di tabacco e cioccolato. Nel finire evolve a sentori più profondi e carnosi.

Il sorso è snello, scattante e gustoso, con il tannino perfettamente inserito. C'è una certa rotondità gustativa che insieme ad una parte acidula donano complessivamente dinamismo e freschezza. C'è anche sostanza, si sente l'uva in questo bicchiere, non esagerata, ma qualcosa di realmente tangibile e succoso. 

Certo, non il vino definitivo, ma qualcosa che mi appaga. Evolve, ed evolverebbe ulteriormente se la bottiglia non finisse così in fretta. Alla faccia delle stonature. Penso che sia giunto il momento di approfondire la mia conoscenza con questa cantina.


L'ho abbinato ad un quadrato di lasagne e, devo dire che ho trovato un curioso ma valido abbinamento.

2 commenti:

  1. Io assaggiai il 2009, caratterizzato da una decisa impronta salino-salmastra. Vino di non facile approccio ma non mi dispiacque affatto.

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    1. Andrea, questa bottiglia aveva ben poco di salino, era improntata molto di più sul frutto. Tangibile come struttura anche nel sorso.
      In ogni modo, quando trovo qualcosa di salino nel vino mi galvanizzo. Il primo che mi viene in mente ora è il Chimbanta di Dettori. Per dire!

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