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mercoledì 29 gennaio 2014

Chianti classico Caparsino Riserva 2006 - Caparsa

di Riccardo Avenia

Ogni volta che stappo un vino di Paolo Cianferoni, ritorno mentalmente alla splendida giornata trascorsa in cantina da lui. Ho un ricordo fantastico del territorio di Radda in Chianti, nel cuore del Chianti Classico: le montagne dolci, gli immensi boschi ed i vigneti disposti a macchie ordinate. C'è poca agricoltura intensiva qui, sembra di tornare indietro di alcuni decenni. Ma soprattutto ho ancora in testa il suono della campagna, degli uccelli, del vento e delle poche foglie che ancora cercavano di rimanere ancorate alla vitae. E noi intrusi, a romperne l'armonia. Ricordo l'energia e l'entusiasmo di Paolo mentre ci raccontava la sua terra, le sue vigne e le sue ideologie. Mi è bastato questo per capire in quale realtà agricola mi trovavo e quale vino sarei andato a bere.




Certificato biologico da anni (prima di molti in zona), si approccia all'agricoltura in modo artigianale, con pieno rispetto delle lavorazioni e della storica tradizione vitivinicola locale. Niente chimica in vigna, nessuna alchimia in cantina. Coltiva esclusivamente vitigni autoctoni. In questo caso: Sangiovese per il 95%, Canaiolo, Colorino e Malvasia nera per il restante 5%. Fermentazioni spontanee in cemento, nessuna filtrazione, ed un adeguato affinamento in legni di diverso formato. Vini autentici, longevi, da aspettare.

"il Chiantino nobile contadino di Caparsino cultore del buon vino!"


Il Chianti Classico Caparsino 2006 ha un colore scuro, rubino in unghia. Dopo avergli dato il tempo di aprirsi, si mostra prevalentemente sulle note più evolute della tipologia: frutta in confettura, chiodi di garofano, alcune spezie, un accenno tartufato, fungino, alcune erbe aromatiche e quel singolare profumo fresco-verde. Chiantigiano al cento per cento. Eleganza, pulizia, tipicità. Si apre ulteriormente - bello seguirne l'evoluzione - con il tabacco dolce, la china ed il rabarbaro. E la soddisfazione viaggia ad alti livelli.

Il sorso ti avvolge tra sapidità ed un tannino ancora penetrante e, allo stesso tempo, necessario. Ha comunque equilibrio, gusto, piacevolezza e una certa rotondità. Mai scomposto, un vino di carattere deciso, sincero, di beva schietta e compulsiva. Mi piacerebbe sentirne l'evoluzione tra 5 anni, probabilmente solo allora raggiungerà il suo apice.

Come scrivevo sopra, questo calice ti catapulta direttamente sulle alte colline di Radda in Chianti. Un vino rappresentativo. Io lo metto nello scaffale dei vini della vita.


Il giorno dopo, a sommarsi sono profumi generalmente vegetali, balsamici, di caffè e lievemente cioccolatosi. Il sorso si distende ulteriormente, risultando di un'avvolgente carezza setosa.

6 commenti:

  1. Radda e' la mia personale Santiago de Compostela:) Grande Caparsa e grande anche il suo vicino Val delle Corti

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    1. Non sapevo che gli fosse così vicino Val delle Corti. Ottima notizia, non mancherò.
      Grazie Hazel.

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    2. Dista un paio di km piu' o meno

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    3. Alla prossima gita a Radda, una visita non me la faccio mancare ;-)

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  2. Se posso dare un consiglio anche L'Erta di Radda di Diego Finocchi è un viticoltore da conoscere, per quanto riguarda Caparsa non posso che quotare ogni parola!

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    1. Non ho mai sentito l'Erta di Radda e non conosco Diego Finocchi. Grazie davvero per il consiglio, lo cercherò!

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