Come un tuffo nelle ciliegie, quelle scure,
quasi nere, dolcissime, profumate che macchiano la bocca e le mani.
E poi seta e accenni di lievi spezie.
Intensa, quasi untuosa, succosa spremuta di
uva.
Potente di alcoli e zuccheri complessi, si
gioca la sua beva (comunque piacevole) sull’immediatezza e croccantezza del
frutto, forse non è un vino a la page (ora che se non ci sono acidità siderali non
si beve più nulla).
Di certo è un’esperienza che traghetta verso i
vini “edibili”, appaganti come una bibita piacevolmente edulcorata, un vino
forse antico (ricorda certe Barbera contadine, quasi dolci, dense, da suggere
con pazienza e avidità).
Delle Barbera nordiche non ha la vena acida
ma qualche sua strana alchimia interna la rende equilibrata nel suo squilibrio.
Qualche nota di distillato si insinua nel
finale.
Ora scendo in cantina a vedere se ne rimane
ancora una!
E non sapete quanto mi pento di non averla
inserita a #barbera3!
Kempè
Luigi
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