I motivi
non ci sono.
Pigrizia,
netta predilezione per i vini bianchi.
Che sono
decisamente più glu glu dei rossi.
Anche se
il Trebbiano di Pepe è spesso ostico e chiuso, talora in riduzione.
Lo so che
queste esternazioni mi attireranno le ire funeste di Eugenio Bucci.
Lui sostiene
che ho sempre commesso “infanticidi” e non ho mai aspettato che la materia
imponente del trebbiano si distendesse e si esprimesse al suo meglio.
Io mi fido
di Eugenio, aspetterò un po’ di più con i bianchi di casa Pepe.
Per cui, afflitto
da questa mia mancanza, mi sono lanciato sul Montepulciano 2011 (lo so che
direte che è troppo giovane! Però c’era questo in carta al restò).
Vacca boia!
I gestori del locale tenevano i vini sulle mensole nelle sale
e la temperatura del vino era prossima ai 25°!
Vabbè,
dico alla ragazza di sala: “mi può portare una glacette?”
In poco
tempo arriva e sfreddo il vino sino a t° accettabile.
Il vino
è inchiostroso, con sensazioni dolci, chiuso al naso, serrato, fitto come la
sua trama antocianica.
Non si
concede.
Sembra,
come quando caricavo le penne “rapidograph” e percepivo l’odore dell’inchiostro di China, un profumo tenue,
indefinibilmente cupo, metallico, leggermente vegetale.
A me
da sempre l’idea di un profumo compresso, centripeto schiacciato dall’eccesso
di materia che non gli permette di uscire, avete presente i buchi neri?
Lo lascio
nel bicchiere per un po’
Ma non
sboccia
Buono
Ma eccessivamente
semplice nella sua quasi stucchevole dolcezza un po’ mono tonica.
Devo
riassaggiare
Kempè
Luigi
Ps
Euge
Perdonami!
Considera che un mesetto fa il 2011 l'ho aperto la mattina ed a sera era ancora in riduzione. Solo dopo averlo scaraffato si è aperto: buonissimo a quel punto, ma che fatica!
RispondiEliminaConcordo, grandi vini di profonda godibilità dopo 24 ore. Inaccettabile, salvo ricamarci sopra.
RispondiEliminaNon dico sveltine, ma dover aspettare così tanto tempo per poterne goderne al meglio di questo come di altri vini della tipologia a volte mi fa incazzare, anche perché portato al buoi tra amici non ne esce mai subito vincente, salvo berne tra la nicchia di malati del vino naturistico!
Fatica si, inaccettabile no.. Basta saperlo e gestirlo. Certo non è il vino che puoi bere casualmente. La vera domanda è: la fatica è compensata dal godimento? A mio parere largamente, però capisco che per altri il rapporto non tenga
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RispondiEliminaOccorre riappropriarci del tempo; è una questione di approccio: 'sveltine' o da passarci tutta la notte, il Pepe risponde alla seconda modalità. Di Emidio si apprezzano ancora vini dei '60-'70.
RispondiEliminaP.S. Su mensola a 25°C?! Al gestore del locale consiglia un frigo per questi vini, il poderoso Pepe non può niente contro l'alta temperatura, Lo annichilisce e lo appiattisce, appassisce come un ciclamino .
Con Pepe è stato dall'inizio un rapporto complesso, quindi di crescita, quindi bello. Io e i suoi vini ci siamo "annusati" per anni, incrociati perlopiù alle fiere, quindi in modalità "sveltina". E faticavo a comprenderli, specie in quelle sventagliate di bottiglie a ritroso nel tempo (lo hanno sempre fatto e sempre, credo, lo faranno, potere e magia di una cantina storica come poche in Italia). Erano gli anni a metà 2000 e sentivo vita in quelle bottiglie ma anche flebilità, specie nei Montepulciano, specie di fronte a certi monoliti targati Valentini. Poi Valentini rosso si è quasi eclissato. E poi sono andato a Torano (e poi ci sono tornato e tornato). E il primo folle innamoramento per Pepe: Montepulciano 08 e Trebbiano 09. Così giovani e godibili e lussureggianti e vivi. Da allora io e Pepe possiamo considerarci una solida coppia, coi nostri scazzi ma con un rispetto profondissimo e momenti di folle passione. Che quasi sempre coincidono con la freschezza e gioventù delle annate giovani. E ogni tanto con la cerebralità e la decadenza delle annate più vecchie.
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